19 luglio 2008

Il Papa a tavola con dodici giovani: «Grande emozione, nessuna formalità». La «gara» dei quotidiani australiani (Avvenire)


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Dodici giovani in rappresentanza dei cinque continenti. A pranzo con il Papa, poi in strada a pregare (Osservatore Romano)

Una mattinata dedicata all'incontro ecumenico e interreligioso (Osservatore Romano)

Santa Messa nella Cattedrale di Sydney: in corso la replica su Telepace

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LA VEGLIA E LA SANTA MESSA: VIDEO DI SKYTG24

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120mila contatti per il sito italiano della GMG

PAPA: NELLA CHIESA RISCHI DI NUOVE DIVISIONI

Il Papa: "Gli abusi sessuali sui minori da parte dei preti sono misfatti che devono essere condannati in modo inequivocabile. Sono profondamente dispiaciuto" (Omelia della Santa Messa nella St. Mary’s Cathedral di Sydney)

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L'ecologia umana di B-XVI (Il Foglio)

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DURISSIMA CONDANNA DEL PAPA SUI PRETI PEDOFILI: SERVIZIO DI SKYTG24

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Il Papa: "Condanno la pedofilia. Misfatti gravi e vergognosi". Poi aggiunge a braccio: "Sono profondamente dispiaciuto" (Apcom)

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INVITI SPECIALI

I commensali rappresentavano tutto il mondo «Ci ha messo a nostro agio, come un nonno dolce e affettuoso» Un’ora di conversazione sulla missione dei ragazzi nella Chiesa, poi l’originale scambio di doni Nel menù zuppa di patate dolci con le pere e torta al limone

Pranzo di famiglia per Benedetto XVI

A tavola con dodici giovani: «Grande emozione, nessuna formalità»

DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY

MATTEO LIUT

Subito dopo il pranzo escono nel giardino della Cattedrale di Sydney, ad attenderli alcu­ne decine di giornalisti; il passo un po’ barcollante, lo sguardo incre­dulo, l’espressione di chi deve an­cora rendersi conto di un evento troppo grande da comprendere. Ma non sono gli effetti di una qualche bevanda australiana: i dodici ra­gazzi che si affacciano dalla sala del­la Saint Mary’s Cathedral House sot­to un sole invernale splendente e cristallino sono i fortunati che han­no appena pranzato con il Papa. «Un’esperienza eccezionale – dico­no in coro davanti alle telecamere dopo le fotografie di rito – ci ha mo­strato un volto umano che ci ha messo a nostro agio, è stato come essere seduti a tavola con uno di fa­miglia, un nonno dolce e affettuo­so ».
Scelti dalle Conferenze episcopali per rappresentare tutti i continen­ti, i dodici giovani venivano dalle delegazioni più numerose tra quel­le presenti alla XXIII Gmg, unica ca­ratteristica richiesta: che conosces­sero almeno una delle lingue parla­te dal Papa.
Nel gruppo anche i rappresentanti dei Paesi vicini all’Au­stralia: Calre Dooley, 30 anni, rap­presentava la Nuova Zelanda, Ga­briel Nangile, 28 anni, la Papua Nuo­va Guinea e Helena de Sousa, 25 an­ni, Timor Est. Un menù semplice per il pranzo di ieri attorno a una gran­de tavola rotonda alla presenza anche del cardinale Geor­ge Pell, arcivescovo di Sydney: zuppa di patata dolce con le pere, pollo con le patate e i piselli e un dolce di limone e frutto della passio­ne, e poi lo scambio di doni, come si fa con gli amici importanti. Durante il pranzo, durato più di un’ora, molti sono stati gli argomenti di conversazio­ne, ma uno su tutti ha te­nuto banco più degli altri: il coinvolgimento dei giovani nella vita della Chiesa e il lo­ro ruolo nel mondo come costruttori di una società di­versa. Un tema che ha inte­ressato tutti, nonostante i presenti fossero di Paesi e culture molto diversi tra lo­ro. Un invito a diventare protagonisti che vale negli Stati Uniti, Paese di prove­nienza di Armando Cer­vantes, 27 anni, fino alla Spagna, da dove viene Fidel Mateos Rodriguez, 25 anni, dalla Nigeria di Ijeoma Ja­cinta Igwe, 25 anni, fino al Brasile di Jorgiana Aldren Li­ma de Santana, 26 anni, e alla Co­rea di Wonhyong Cho, 28 anni.
«Durante il pranzo non siamo en­trati nello specifico delle situazioni dei singoli Paesi – ha raccontato He­lena, di Timor Est – ma per tutti il Papa ha avuto parole di incoraggia­mento. Quando mi sono presenta­ta la prima cosa che mi ha detto è stata 'Conosco il vostro presiden­te'. Si rivolgeva a noi con tono na­turale ». «È vero, nessuna formalità, anzi, tut­ta cordialità e semplicità, è un uo­mo straordinario», dice Teresa Wil­son, giovane australiana di 30 anni, che abita a Melbourne ed è volon­taria della Società di San Vincenzo de’ Paoli. « Nella scuola che ho fre­quentato nei giorni scorsi ho incontra­to le studentesse, che mi hanno affi­dato molte cose da dire e offrire ideal­mente al Papa», ci a­veva raccontato Te­resa nei giorni scor­si. Come è andata allora? «Volevo chie­dere a Benedetto X­VI come fare per rendere i giovani protagonisti nella Chiesa – rispon­de Teresa, che lavora per l’arcidio­cesi di Melbourne – e lui ci ha par­lato proprio di quello».
«Ho ricordato al Pontefice che il mio Paese lo attende a braccia aperte, quando vorrà venire», ha racconta­to lo spagnolo Fidel, che ha porta­to in dono al Papa un rosario in ar­gento tipico di Salamanca, il libro del progetto della pastorale giova­nile in Spagna e l’immagine di San­tiago di Compostela «perché – ha detto – il cammino di Santiago è il simbolo dell’Europa cristiana » . Il Vecchio Continente era rappresen­tato anche dalla francese Marie­Bénédicte Esnault, 22 anni: «Il Pa­pa ci ha detto che nel futuro non pensa di cambiare la formula delle Giornate mondiali della gioventù, certo esiste una normale ' evolu­zione' ma la cosa che ci ha detto di apprezzare di più è il fatto che al grande incontro finale si arrivi do­po un cammino di preparazione e avvicinamento con i gemellaggi nel­le diocesi e gli eventi della settima­na della Gmg». Uno sguardo all’orologio e ci si ren­de conto che la conversazione de­ve terminare: tra poco inizia la Via Crucis e i dodici fortunati devono correre a raggiungere gli amici per seguirla con i loro gruppi.

© Copyright Avvenire, 19 luglio 2008

LA STORIA

E l’aborigeno Craig si presenta con la pelle di canguro

«Benedetto porta nel cuore il dolore del mio popolo»

Matteo Liut

SYDNEY. Craig Ashby si è presentato al pranzo con il Papa, ieri accanto alla Cattedrale di Sydney, con una pelle di canguro sulle spalle: « Non potevo certo mettermi i nostri costumi tipici, per cui ho scelto di indossare questa pelle come simbolo della mia appartenenza e della mia cultura di origine » , ha raccontato ai giornalisti. Craig è un aborigeno australiano del clan dei Gamilaroi e ieri è stato uno dei dodici giovani che si sono seduti a tavola a mezzogiorno con Benedetto XVI. A lui e a Teresa Wilson è toccato rappresentare l’Australia.
«Parlando del mio popolo – ha detto ancora Craig – che sta ancora soffrendo per tutti i problemi di discriminazione e integrazione che abbiamo vissuto, il Papa mi ha detto che la chiave per risolverli è l’educazione e che è necessario puntare sulle scuole.
Inoltre abbiamo parlato anche di questo importante passo della richiesta di perdono da parte del governo nei confronti degli aborigeni » .
Il Papa, ha aggiunto il giovane aborigeno « è un grande leader, speriamo che continui a tenere nel cuore la questione del mio popolo. Ma è anche una persona stupenda dalla risata magnifica che ci ha fatto sentire a nostro agio » . E tra i doni che i dodici commensali hanno portato a Benedetto XVI c’erano anche degli abiti tipici degli aborigeni e un « coolamon » , un vassoio di legno.
Ma Papa Ratzinger ha ricevuto anche una bottiglia di Cognac, abiti tradizionali africani e altri oggetti dal Congo, una maglia ricordo di Bahia, manufatti artistici dalla Nigeria, alcuni cd con musica classica francese e australiana, oltre a un disco con canti tradizionali coreani. « È stata l’esperienza più emozionante della mia vita » , conclude Craig.
Un’emozione condivisa: lo rivelano le lacrime commosse del giovane della Papua Nuova Guinea, Gabriel.

© Copyright Avvenire, 19 luglio 2008

IN PAGINA

Giochi di parole, titoli e foto ad effetto: la «gara» dei quotidiani australiani

Senza perdere il gusto per la polemica in qualche servizio interno, i quotidiani australiani fanno a gara in questi giorni per chi si inventa la prima pagina più spettacolare sul viaggio del Papa a Sydney. La palma dell’idea migliore ieri è andata certamente alla copertina del tabloid «Daily Telegraph», con la grande foto di Benedetto XVI sulla papamobile in mezzo a un mare di giovani e di bandiere. Titolo: «Holy sea», mare santo, ma soprattutto gioco di parole con «Holy see», Santa Sede.
Ha colpito molto gli abitanti della metropoli la scelta del «The Sydney Morning Herald», che da tempo immemorabile non dedicava a un evento una foto grande quanto quella del Papa per le vie della città che ieri campeggiava sulla sua prima pagina, sotto il titolo «Splende la sua luce».
Poetico «The Australian», il terzo grande giornale diffuso a Sydney, che ha preferito una foto del Papa con i giovani a bordo del battello col quale ha raggiunto il molo del centro città.
Il titolo è un’allusione al meteo variabile di giovedì: «Un giorno grigio è diventato paradisiaco quando il Papa ha fatto la sua prima uscita». (F.O.)

© Copyright Avvenire, 19 luglio 2008

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