1 settembre 2008

Betancourt alla sorella: "Si può abbracciare il Papa?". "Benedetto è uomo di luce, di umanità e con grande capacità di comprensione"


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Betancourt. Primo giorno a Roma: mi ha salvato Dio

L'udienza col Papa un sogno, grazie a Italia e agli italiani

Roma, 1 set. (Apcom)

Si interrompe più volte per l'emozione; con un filo di voce racconta quei terribili giorni nella selva, nelle mani dei guerriglieri delle Farc che per oltre sei lunghissimi anni l'hanno tenuta in ostaggio, e poi quel giorno, era il 27 giugno scorso, quando si è affidata a Dio e gli ha chiesto un segno. Ingrid Betancourt, elegante tailleur grigio-ghiaccio e gonna nera, capelli raccolti, si racconta alla stampa, in una conferenza a Palazzo Valentini, la prima fuori dalla Francia dopo la sua liberazione, il 2 luglio scorso.

Racconta di quanto la fede l'abbia aiutata a superare la prova della prigionia, e il 'miracolo' (lo chiama proprio così), della liberazione. Questa mattina l'udienza dal Papa ("un sogno realizzato"), e un abbraccio che rompe il protocollo. "Appena finita l'udienza ho chiesto a mia sorella: 'Chissà se si può abbracciare il Papa'", ha raccontato la donna franco-colombiana ai giornalisti.

"Grazie, grazie all'Italia e a tutti gli italiani per l'appoggio che mi avete dato": inizia con un omaggio alla nostra Nazione il lungo racconto di Ingrid Betancourt. "Per me è un sogno essere qui a Roma - ha aggiunto - e il pensiero va subito ai miei compagni che sono ancora prigionieri".
In sala ci sono i due ambasciatori colombiani (presso l'Italia e presso il Vaticano), l'ambasciatore italiano presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi, il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi; arriva anche il ministro ombra degli Esteri per il Pd, Piero Fassino. Ascoltano con attenzione il racconto di Betancourt.
"Dopo aver vissuto 7 anni vittima dell'arbitrio e della guerra - dice la donna - le prospettive di vita cambiano". "Un mio impegno in politica? Perché no? - risponde - ma non ho ambizioni. Sicuramente la mia priorità ora è battermi per coloro che sono ancora prigionieri, non solo in Colombia ma in tutto il mondo".

Poi si sofferma a lungo sull'udienza con il Papa. "E' stata un'esperienza straordinaria poter incontrare un uomo come lui. Gli ho raccontato di un giorno, quando stavo nella selva, che ho ascoltato la radio e ho sentito la sua voce che stava facendo un appello per la mia liberazione. Oggi ho esaudito un sogno. Ci siamo detti cose molto intime, eravamo solo noi. L'ho abbracciato e poi ho subito chiesto a mia sorella: 'Forse non poteva farlo secondo il protocollo'".

"Ho raccontato al Papa quando il 27 giugno mi sono completamente affidata a Gesù, a cui ho chiesto un segno. Dopo pochi giorni è arrivata la liberazione.

Il Papa mi ha detto: 'Hai visto, Dio ti ha ascoltata, perchè tu hai saputo chiedere". Insieme, Betancourt e Benedetto XVI hanno pregato per "la liberazione di tutti i prigionieri" e "per la conversione del cuore duro dei guerriglieri".

Infine, un messaggio, agli uomini delle Farc: "Attenti, il mondo vi sta guardando e vi chiede di fare spazio nei vostri cuori a sentimenti di pace e amore. Mi avete tenuto in ostaggio 7 anni. Vi conosco molto bene e so quali sono i vostri obiettivi. Tutto il mondo aspetta da voi che vi convertiate".

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Betancourt racconta al Papa "miracolo" di liberazione

CASTELGANDOLFO (Reuters)

Ingrid Betancourt, l'esponente politica franco-colombiana liberata lo scorso luglio dopo oltre sei anni di prigionia nelle mani dei ribelli delle Farc, ha abbracciato il Papa oggi e gli ha raccontato di essere stata sopraffatta dall'emozione quando lo udì fare un appello radio a favore della sua liberazione mentre era ancora ostaggio.

Betancourt, che è stata liberata dall'esercito colombiano, si è mostrata commossa ad una conferenza stampa tenuta poco dopo l'incontro con il Pontefice.
"L'udienza con il Papa era un mio sogno, incontrare un uomo di luce, di umanità e con grande capacità di comprensione", ha detto Betancourt, descrivendo la sua udienza privata con il Pontefice. "Non ho seguito il protocollo perché appena entrata l'ho abbracciato, e forse non avrei dovuto abbracciare il Papa", ha aggiunto.
Di fede cattolica, la 46enne Betancourt ha raccontato al Papa di aver pregato il Signore affinché facesse un miracolo, non per liberarla ma solamente per darle un segno che le indicasse quando sarebbe stata liberata.
Poco dopo, ha detto Betancourt, uno dei suoi rapitori le disse che presto alcuni ostaggi sarebbero stati rilasciati durante la visita di una "commissione internazionale", uno scambio in cui lei stessa fu coinvolta e che a posteriori si rivelò essere stato organizzato dai servizi segreti colombiani.
"Quando ho raccontato questo episodio al Papa lui mi ha risposto:'(Il Signore) Ti ha ascoltato perché hai saputo come chiederlo. Non hai chiesto di essere salvata con un miracolo, ma hai chiesto solo di comprendere la sua volontà'", ha detto Betancourt.
Papa Benedetto ha ripetutamente sollecitato i guerriglieri colombiani chiedendo loro di liberare tutti gli ostaggi.

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