18 settembre 2008
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«La Madonna vegli su di voi». Celebrazione in 13 lingue
Processione e adorazione eucaristica nei luoghi delle apparizioni. Un saluto anche ai tanti pellegrini italiani
DAL NOSTRO INVIATO A LOURDES
Anche ai piedi dei Pirenei, il Papa non dimentica l’Italia. E al termine dell’Angelus si rivolge ai tanti pellegrini provenienti dalla Penisola: « La Madonna vegli sempre su di voi, sulle vostre famiglie, specialmente sui malati e i sofferenti, e sull’intera nazione italiana » .
Una benedizione pronunciata nella nostra lingua, come il resto del breve saluto: «In questa importante ricorrenza – dice, infatti, il Pontefice – accogliete con gioia e disponibilità il messaggio della Vergine Immacolata a Santa Bernadette: preghiera e conversione del cuore sono la via per rinno- vare il mondo».
In effetti, l’internazionalità è stata una delle caratteristiche principali della Messa, dell’Angelus e di tutta la giornata di domenica. Numerosissime le lingue usate nel corso della celebrazione. Oltre a quelle normalmente adoperate nel Santuario (francese, italiano, spagnolo, inglese, tedesco e neerlandese), si è parlato in latino, tamil, arabo, portoghese, polacco, cinese e moré (un idioma usato in alcune nazioni africane, Burkina Faso e Bénin, soprattutto). In sette lingue, comprese tra quelle già elencate, anche i saluti finali al termine della preghiera mariana di mezzogiorno. Durante la quale Benedetto XVI ha sottolineato che il privilegio concesso a Maria «non l’allontana, ma al contrario la avvicina a noi», in quanto « la dignità incomparabile che le procura il vantaggio dell’Immacolata Concezione ricade su di noi, suoi figli». Grazie a lei, dunque, ha aggiunto il Pontefice, «scopriamo che la fede cristiana non è un peso, ma è come un’ala che ci permette di volare più in alto per rifugiarci tra le braccia del Signore».
Se ne è avuta una conferma anche nel pomeriggio, quando il popolo di Lourdes si è ritrovato ancora una volta davanti all’altare dove era stata celebrata la Messa del mattino, per la processione eucaristica, subito trasformatasi in un momento di intesa adorazione.
Il Papa, che poco prima aveva incontrato i vescovi francesi, si è unito ai fedeli per la benedizione finale.
Nel silenzio della folla il Pontefice, giunto a piedi, si è inginocchiato davanti all’ostensorio con l’ostia consacrata ed è rimasto diversi minuti in profondo raccoglimento.
Poi, prendendo la parola, ha esortato i fedeli a «offrirsi a Colui che ci ha donato tutto».
«Sia che camminiamo, sia che siamo inchiodati su un letto di dolore, sia che camminiamo nella gioia o siamo nel deserto dell’anima – ha invocato –, Signore prendici tutti nel tuo amore». E alla Vergine ha chiesto: «Aiutaci a contemplare, adorare, amare di più Colui che ci ha tanto amato, per vivere eternamente con Lui».
L’ultimo saluto, prima di andar via, Benedetto XVI lo rivolge ad alcuni bambini che gli si avvicinano sorridenti e un po’ emozionati. C’è anche un neonato che il Papa bacia teneramente sul capo. Gesti simbolici che vanno al di là dell’affetto. In fondo, anche Bernadette era poco più che una bambina, al tempo delle apparizioni. ( M.Mu.)
© Copyright Avvenire, 16 settembre 2008
ARTE E LITURGIA
Un altare con arredi sacri da tutto il Paese
Era un altare davvero particolare quello sul quale Benedetto XVI ha celebrato la Messa di domenica.
Dominato al centro della mensa dalla croce in argento, espressamente realizzata per questa occasione da Goudji, l’artista georgiano naturalizzato francese celebre per le sue realizzazioni a carattere liturgico, il grande palco innalzato sulla Prateria di fronte alla grotta di Massabielle era denso di significati. Monsignor Jaques Perrier, vescovo di Tarbes e Lourdes, ha infatti voluto che su di esso fossero presenti i simboli dei due eventi ecclesiali che, insieme a questo anniversario lourdiano, hanno segnato il 2008, ossia il Congresso eucaristico internazionale svoltosi a Quebec, in giugno, e la Giornata mondiale della Gioventù di Sydney del luglio scorso.
Così, a rappresentare il primo c’era l’«Arca della nuova alleanza» ideata per l’appuntamento canadese dai giovani del Quebec, mentre a ricordare la Gmg c’era la grande croce lignea che ormai da oltre vent’anni segue questo evento tutto attorno al mondo. Gli altri arredi liturgici usati per la celebrazione, tutti opera dello stesso Goudji, provenivano invece dai diversi luoghi di culto francesi, raccolti da Perrier in quello che che egli stesso ha definito «una sorta di 'Tour de France' che ho compiuto apposta per questo anniversario». Così, la croce processionale è quella
E dell’Abbaye de la Grande Trappe de Soligny, l’ostensorio era quello del vescovado di Blois, i sette candelieri da l’Abbaye de Sept-Font, la bacinella dalla parrocchia di Etampes. E, ancora, l’evangelario, l’incensiere e la navetta, insieme ad alcuni calici e patene, venivano dalla cattedrale di Chartres, mentre il grande ostensorio usato per la processione era quello usualmente conservato nella stessa Lourdes. (S.M.)
© Copyright Avvenire, 16 settembre 2008
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