17 settembre 2008
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DISCORSI MESSAGGI ED OMELIE DEL PAPA IN FRANCIA
PAPA
PIENO SUCCESSO DELLA VISITA DI BENEDETTO XVI A LOURDES
IL SORRISO DI MARIA
Parole forti, di speranza e di incoraggiamento, per tutti coloro che soffrono. Ratzinger nella grotta si è inginocchiato e ha pregato davanti alla Madonna. «È lei che ci conduce a Gesù».
Alberto Bobbio
Lourdes
Guarda la spianata davanti al santuario e si commuove, papa Benedetto XVI. Ci sono le barelle con i malati, le carrozzelle blu, le dame dell’Unitalisi e dell’Oftal.
Si può misurare il dolore? Il Papa non elude la domanda e ammette: «La sofferenza prolungata rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge, a volte, a far addirittura disperare del senso e del valore della vita».
Ha celebrato una Messa solo per loro Benedetto XVI, perché a Lourdes il dolore abita insieme alla Grazia che aiuta ad affrontarlo. Ratzinger lo dice senza alcun timore: «Ci sono combattimenti che l’uomo non può sostenere da solo». È un ragionamento sulla teologia della sofferenza quello che svolge nell’ultima mattina del pellegrinaggio alla grotta di Massabielle. E a esso oppone il «sorriso di Maria». Cercarlo, dice, «non è questione di sentimentalismo devoto o antiquato», né è «pio infantilismo».
Entra in punta di piedi nel dolore di questa folla di malati: «Vorrei dire umilmente a coloro che soffrono e a coloro che lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita: volgetevi a Maria».
È l’ultimo passo sulle strade di Bernadette, di fianco alla grotta dove sfila il mondo intero. Benedetto XVI arriva da Parigi, e sulla terrazza inferiore della basilica partecipa alla parte finale della "processione aux flambeaux", processione con le fiaccole. Pronuncia parole finissime. Parla di Maria «così gloriosa e così umana». Spiega che è lei a «condurci verso Dio, che è il vincitore».
E qui, sulle orme di Bernadette, anche noi «vogliamo entrare in quella straordinaria prossimità tra il cielo e la terra che non si è mai smentita e che non cessa di consolidarsi». Mette in fila le sofferenze del mondo. L’elenco è drammaticamente lungo, praticamente uguale a quello che fece Giovanni Paolo II, segno che il mondo non è diventato migliore. Parte dalle «vittime innocenti che subiscono la violenza, la guerra, il terrorismo, la carestia», prosegue con quelli che portano «le conseguenze delle ingiustizie, dei flagelli e delle calamità, dell’odio e dell’oppressione, degli attentati alla loro dignità umana e ai loro diritti fondamentali, alla loro libertà di azione e di pensiero».
Chiede di pensare anche a «coloro che hanno problemi familiari o che soffrono in conseguenza della disoccupazione, della malattia, dell’infermità, della solitudine, della loro situazione di immigrati». E finisce ricordando «coloro che patiscono a causa del nome di Cristo e che muoiono per lui».
Benedetto XVI ha messo i suoi passi su quelli di Bernadette. Nella piccola chiesa parrocchiale del Sacro Cuore sfiora con le mani il fonte battesimale in pietra. Va a piedi al Cachot, la casa poverissima di Bernadette, rimasta come allora. Sul camino c’è il rosario di Bernadette.
Lo porgono al Papa. Lui lo prende con delicatezza, quasi avesse paura di toccarlo. E la stessa cosa fa con il piccolo libro del catechismo di Bernadette.
Guida sul cammino verso il Regno
E poi la grotta. Il Papa entra, come fanno i pellegrini. Si inginocchia e prega. Camille, 11 anni, vestita come le ragazzette del tempo di Bernadette, gli dà un bicchiere di quell’acqua che sgorga lì sotto. Benedetto XVI accende un cero sul grande candelabro. E nella notte osserva: «Quante persone vengono qui per vedere, sperando forse segretamente di ricevere qualche miracolo; poi sulla via del ritorno, avendo fatto un’esperienza di vita autenticamente ecclesiale, cambiano il loro sguardo su Dio, sugli altri e su sé stessi».
È l’unica volta che parla di miracoli.
Spiega che la Vergine è la guida «sul cammino che conduce al Regno di suo Figlio». Nessuna frase pronunciata dal Papa autorizza a ritenere che sia prossima la proclamazione di Maria "corredentrice" della salvezza, come alcuni vescovi hanno chiesto.
La Madonna resta mediatrice della salvezza e Ratzinger ha ricordato che la «vocazione primaria del santuario di Lourdes è di essere un luogo di incontro con Dio nella preghiera».
A Lourdes ha incontrato anche tutti i vescovi francesi, ai quali ha chiesto di imperniare le loro preoccupazioni sulla famiglia e sulle coppie, oggi «al centro di vere burrasche». Benedetto XVI ha spiegato che affrontare la crisi delle famiglie significa anche cercare un rimedio alla crisi delle vocazioni sacerdotali che colpisce pesantemente la Francia, dove ci sono soltanto un centinaio di ordinazioni all’anno contro 450 circa in Italia, e solo 1.300 seminaristi contro i 4.500 del nostro Paese.
© Copyright Famiglia Cristiana n. 38/2008
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