14 ottobre 2008
Il Papa: «Poveri e diseredati sono prediletti da Dio» (Muolo)
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LE PAROLE DI PIETRO
Domenica scorsa presieduta dal Papa la canonizzazione di Gaetano Errico, Alfonsa dell’Immacolata Concezione, Narcisa de Jesùs Martillo Morán e Maria Bernarda Bütler
«Poveri e diseredati sono prediletti da Dio»
Il Pontefice: i santi «hanno ricevuto nel Battesimo l’abito nuziale della grazia divina, l’hanno conservato puro o purificato e reso splendido» coi sacramenti
DA ROMA MIMMO MUOLO
Quattro nuovi santi. Una rappresentazione efficace dell’universale chiamata alla santità. E la prova ulteriore che la possibilità di annunciare il Vangelo non conosce confini.
Così nella domenica in cui Benedetto XVI canonizza il sacerdote italiano Gaetano Errico, la religiosa svizzera Maria Bernarda Butler, la laica ecuadoregna Narcisa de Jesùs Martillo Moràn e suor Alfonsa dell’Immacolata Concezione, la prima santa indiana, risuonano in Piazza San Pietro, gremita di fedeli, le parole accorate del Pontefice che chiede ancora una volta la cessazione delle violenze a danno dei cristiani perseguitati.
Al momento di recitare l’Angelus, infatti, il Papa invita «a pregare per la riconciliazione e la pace in alcune situazioni che provocano allarme e grande sofferenza: penso – dice infatti – alle popolazioni africane del nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, e penso alle violenze contro i cristiani in Iraq e in India, che ricordo quotidianamente al Signore». In tal modo la celebrazione della santità appena conclusa si salda alla vita di ogni giorno della Chiesa di tutto il mondo.
Lo spunto viene a Benedetto XVI anche dalla figura di santa Alfonsa dell’Immacolata Concezione. «Come i fedeli cristiani in India – sottolinea il Pontefice – rendo grazie a Dio per la loro prima figlia presentata alla pubblica venerazione e desidero assicurare loro le mie preghiere in questo difficile momento. Raccomandando alla cura provvidenziale di Dio Onnipotente coloro che lottano per la pace e la riconciliazione, esorto i fautori della violenza a rinunciare a questi atti e a unirsi ai loro fratelli e sorelle per lavorare insieme alla costruzione di una civiltà dell’amore». In precedenza, era stato il Vangelo della domenica (cioè il brano in cui si narra del banchetto imbandito da Dio ma disertato dagli uomini «attratti da altri interessi») a offrire al Papa lo scenario di fondo sul quale collocare le esistenze dei quattro nuovi canonizzati, vissute a servizio della Chiesa, dall’Asia all’America Latina. Le loro storie sono risuonate all’inizio della solenne concelebrazione per essere poi riprese nel corso dell’omelia.
«La liturgia – ha detto il Papa – ce le presenta con l’immagine evangelica degli invitati che prendono parte al banchetto rivestiti dell’abito nuziale». Un banchetto, che dopo il rifiuto dei primi invitato Dio apre a tutti, «con una predilezione speciale per i poveri e i diseredati». Di questa festa, ha quindi aggiunto il Pontefice, «è anticipazione il banchetto dell’Eucaristia, a cui il Signore ci invita ogni giorno e al quale dobbiamo partecipare con l’abito nuziale della sua grazia. Se capita di sporcare o addirittura lacerare col peccato questa veste, la bontà di Dio non ci respinge né ci abbandona al nostro destino, ma ci offre con il sacramento della Riconciliazione la possibilità di ripristinare nella sua integrità l’abito nuziale necessario per la festa». I santi, dunque, «hanno ricevuto nel battesimo l’abito nuziale della grazia divina, lo hanno conservato puro o lo hanno purificato e reso splendido nel corso della vita mediante i Sacramenti. Ora prendono parte al banchetto nuziale del Cielo ». Benedetto XVI ha quindi dedicato un passaggio della sua sua omelia a ognuno dei quattro nuovi santi. Di Alfonsa dell’Immacolata Concezione ha detto: «Questa donna eccezionale era convinta che la sua croce fosse il vero mezzo per raggiungere il banchetto celeste preparato per lei dal Padre. Accettando l’invito a nozze, e adornando se stessa con la veste della grazia di Dio attraverso la preghiera e la penitenza, ha conformato la sua vita a Cristo». In Maria Bernarda Bütler, «ricordata e amata soprattutto in Colombia», dove fece approdare il suo Istituto delle Suore Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice, spicca, ha notato il Papa, l’amore che nutrì verso l’Eucaristia e la Parola di Dio». Di Narcisa de Jesùs Martillo Moràn, invece, il Pontefice ha sottolineato «l’appassionato amore per Gesù, che la spinse a intraprendere un intenso cammino di preghiera e di mortificazione, e a identificarsi una volta di più con il mistero della Croce».
Infine Gaetano Errico, il sacerdote vissuto nell’800 a Secondigliano (Napoli). Benedetto XVI ha ricordato che «fu un uomo di misericordia, perché insegnò alla gente che Dio perdona l’uomo che sbaglia. E lo insegnò, ha detto il Pontefice, attraverso quel ministero della Riconciliazione che è sempre attuale». All’Angelus, poi, il Papa ha ricordato anche Giovanni Paolo II. «Benedico ogni iniziativa che commemora la sua persona», ha detto mentre si avvicina il 30° anniversario della sua elezione al soglio di Pietro.
© Copyright Avvenire, 14 ottobre 2008
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