14 ottobre 2008
Tettamanzi rompe il silenzio sul caso "Englaro". Mons. Fisichella: "Nessun contrasto fra me ed il cardinale di Milano" (Accattoli)
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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
Lecco Il cardinale di Milano: «Su questo caso serve più silenzio»
Tettamanzi su Eluana: decidano i medici in coscienza
L'arcivescovo Fisichella: il coma è vita, serve rispetto
La donna in coma da sedici anni si sta riprendendo dopo che era stata colpita da una grave emorragia
Luigi Accattoli
ROMA — Eluana Englaro si sta riprendendo dall'emorragia dell'altro ieri e potrebbe essere presto «fuori pericolo », tra due o tre giorni, ma intanto non si placa la disputa sul suo destino e su che cosa si possa o si debba fare per lei.
Il cardinale Tettamanzi ha detto che intorno a questa donna ci vorrebbe «più silenzio » e si è rifiutato di rispondere a una domanda sull'opportunità di praticarle delle trasfusioni: «Materia che spetta ai medici».
Da parte sua l'arcivescovo Fisichella continua a dirsi «preoccupato» che da parte di tutti vi sia «rispetto per la vita di Eluana».
A prima vista sembra vi sia una forte differenza — e non solo di linguaggio — tra le affermazioni dei due ecclesiastici, ma è Fisichella in persona a spiegarci al telefono che «non c'è contrasto di posizione non solo tra me e il cardinale di Milano ma in generale tra i vescovi italiani su questa materia».
L'apparente divergenza — aggiunge — dipende «dalla diversa materia sulla quale siamo stati interrogati».
L'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha detto che è necessario «osservare più silenzio perché la curiosità, l'esposizione mediatica, ci distrae dai veri problemi che dobbiamo affrontare».
In risposta poi a chi gli faceva osservare come la famiglia di Eluana e i medici abbiano deciso di non praticare a Eluana trasfusioni per riprendersi dall'emorragia perché si tratterebbe di «accanimento terapeutico », il cardinale ha detto: «Questo è un campo in cui il vescovo non interviene, a decidere dev'essere il medico, in scienza e coscienza, nel rispetto del rapporto tipico che lo lega al paziente e alla famiglia».
L'arcivescovo Rino Fisichella, presidente dell'Accademia per la vita, affermava ieri stesso in un'intervista che «Eluana è ancora una ragazza in vita, perché il coma è una forma di vita e nessuno può permettersi di porre fine a una vita personale». Dunque — gli abbiamo chiesto — per Tettamanzi decidono i medici, mentre per lei la decisione è obbligata?
Questa la risposta: «Io parlavo dell'alimentazione, il cardinale della trasfusione.
Che vi sia il dovere dell'alimentazione l'ha sempre affermato anche il cardinale. Quanto alla trasfusione e se — nel caso di Eluana — costituisca "accanimento", anch'io dico che questa non è materia del magistero: sono i medici che possono valutare quando un intervento è doveroso, o invece va evitato per rispettare il diritto del paziente alla dignità del vivere e del morire».
© Copyright Corriere della sera, 13 ottobre 2008
Dopo settimane di silenzio, finalmente il cardinale di Milano (competente anche per Lecco) ha rotto il silenzio "guadagnandosi" la prima pagina dell'Unita', come se avesse fatto affermazioni rivoluzionarie.
In realta' non c'e' nessun contrasto fra le parole dell'arcivescovo e la linea UFFICIALE della Chiesa: una cosa e' l'alimentazione (e l'idratazione), altra cosa sono le trasfusioni.
Attenzione, pero', a non generare equivoci!
Nella Chiesa non ci sono i buoni (sempre quelli) ed i cattivi (sempre con le stesse sembianze) e ormai i cardinali dovrebbero sapere di che carta e' fatta la stampa.
Non tutti sono onesti come Accattoli che ha spiegato l'inesistenza del caso.
Occorre stare molto attenti a non generare confusione fra i fedeli.
Non stupiscono, pertanto, le dichiarazioni del Presidente Cossiga, segnalateci da Eufemia.
R.
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4 commenti:
Trasfusioni, alimentazioni...non sarebbe stato più saggio non fare questi distinguo? Perchè questi "distinguo"? E soprattutto, perchè offrire al Paese la percezione di spaccature su temi così rilevanti, come la difesa della vita direi anzi principi-chiave per la Chiesa? Mi pare comunque che il successivo messaggio della CEI nella Giornata Mondiale della Vita suoni forte e chiaro.
Tettamanzi su Eluana: decidano i medici in coscienza
L'arcivescovo Fisichella: il coma è vita, serve rispetto
Vorrei esprimere il mio parere su queste due dichiarazioni rilasciate rispettivamente da Tettamanzi e da Mons. Fisichella.
A mio avviso qui il contrasto esiste solo per chi lo vuol vedere a tutti i costi. Infatti, dire che devono decidere i medici secondo coscienza, non vuole certo dire procedete pure con l'eutanasia; procedere secondo coscienza nel vero senso della parola, secondo me, significa agire scon scrupolo e soprattutto nel rispetto della vita umana un medico che non si ponga un problema etico in queste circostanze, è un medico che non dà importanza al valore etico della vita umana ma, da un valore puramente materialistico un bene di cui si può disporre a proprio piacere anche alle estreme conseguenze. Voglio credere che i medici che assistono Eluana abbiano una coscienza che non consigli solo di terminare la sua vita ma, anche e soprattutto, di capire che la vita di per se è un valore che non può essere barattato in nessun modo. Meritano rispetto i famigliari di Eluana ma, maggiormente lo merita lei che non può pronunciarsi sul suo destino del resto nessun uomo può farlo. Se tettamanzi intendeva questo di sicuro non ci può essere contrasto con le affermazioni di Mons. Fisichella che afferma che il coma, soprattutto in questo caso è ancora vita essendo un coma in cui il paziente riceve artificialmente, solo il nutrimento. La trasfusione come il nutrimento non si può certo definire accanimento terapeutico ma solo dal mio punto di vista, atti dovuti ad una vita che anche se immobile, prova ancora forse delle emozioni delle senzazioni e che interrrompendo l'alimentazione morirebbe in modo orribile. Questo è il caso di coscienza a cui i medici che assistono Eluana sono chiamati a rispondere. Tanti in questi giorni mi hanno detto " Ti ci devi trovare per capire" sicuramente questo è vero ma, è anche vero che non sò quanti genitori avrebbero il coraggio di condannare per che di questo si tratta, la figlia ad una fine che io non augurerei a nessuno dei miei peggior nemici cioè morire per assenza di nutrizione.
Mi sento offesa nella mia intelligenza da gente che usa simili argomenti delicatissimi, per creare oppure per mostrare presunte spaccature nella chiesa proprio sui valori non negoziabili.
Se Tettamanzi , come osserva giustamente Eugenia, intendeva il "decidere secondo coscienza da parte dei medici" nel senso di mantenere fermi certi principi, OK. Ma come sappiamo l'appello alla propria "coscienza", in un'altra accezione purtroppo oggi diffusa nella nostra realtà secolarizzata, può significare decidere in base alle circostanze che via via si presentano, anche in base a criteri utilitaristici, una situazione in cui l'Io diventa ultimo giudice, misura di tutte le cose, e si arriva per questa via a porre in secondo piano principi e valori immanenti, assoluti. Ora, sinceramente, non saprei dire quante persone, dalle poche parole di Tettamanzi pronunciate di fretta davanti a un microfono, abbiano realmante tenuto presente tutto questo e dedurne immediatamante l'accezione di coscienza espressa dall'Alto Prelato. E il fatto che immediatamente siano seguite alcune precisazioni di Mons. Fisichella sembrerebbe confermare che anche all'interno della Chiesa sia stato avvertito in questo episodio un problema di comunicazione, con elevato rischio di fraintendimento, e proprio su una questione-chiave.
Cara Carla vorrei proporti e la vorrei proporre anche a tutti gli amici del blog, un altro aspetto della dichiarazione rilasciata da Tettamanzi. Sappiamo bene che Tettamanzi, in altre situazioni, ha dato l'idea di appartenere diciamo così a quell'ala della chiesa "progressista" che tutti ben conosciamo e che magari pur di non ritrovarsi in mezzo ad una polemica troppo forte, abbia liquidato il giornalista nel modo e con la frase che conosciamo. Una frase appunto che può dare molteplici chiavi di lettura. Una di queste potrebbe essere la seguente:
" Comportarsi secondo coscienza " è un pò come dire problemi vostri io non voglio entrare in questa diatriba visto che fino ad ora ne sono rimasto fuori. Se fosse così allora la cosa sarebbe molto più grave perchè denoterebbe il timore di prendere una posizione chiara su uno dei tanti valori non negoziabili che ben conosciano. Se fosse stato questo l'intento, allora si potrebbero spiegare le parole di Mons. Fisichella che ha puntualizzato che non vi sono contrasti con il Cardinale di Milano ma, che a sua volta, ha preso giustamente posizione dicendo che questo tipo di coma è ancora vita e merita rispetto. Sta il fatto che subito dopo, la Cei nel suo comunicato, ha ribadito il no all'eutanasia ed al rispetto della vita umana. Questo potrebbe essere il tentativo di Tettamanzi quello di non dire o di dire a metà visto che suo malgrado è stato interpellato sul caso Englaro.
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