18 luglio 2007

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Nella chiesa di Santa Giustina

Si terrà ad Auronzo il grande incontro con tutti i sacerdoti

LORENZAGO. Si svolgerà ad Auronzo l’incontro del papa con il clero delle due diocesi di Belluno-Feltre e Treviso, il 23 o il 24 luglio. Si era parlato di altre possibili mete, tra le quali Belluno, Longarone o Col Cumano. La scelta è caduta su Auronzo perché è la terza chiesa più grande della diocesi (500 posti) dopo Belluno e Feltre, e per la vicinanza. Ieri il papa è uscito in passeggiata, ancora a Stabie. Lo attendevano in Carinzia, a Luggau.


Ad Auronzo l’incontro del clero

Cinquecento sacerdoti nella chiesa di Santa Giustina

La data sarà il 23 o 24 luglio e parteciperanno le due diocesi di Belluno-Feltre e di Treviso La chiesa è la terza più grande in provincia dopo il duomo di Belluno e quello di Feltre

FRANCESCO DAL MAS

AURONZO. E’ confermato. Benedetto XVI incontrerà il clero delle diocesi di Treviso e Belluno-Feltre ad Auronzo nella chiesa di Santa Giustina martire di Villa Grande. Il 23 o il 24 luglio.
«Qui siamo tutti in fibrillazione», anticipa il parroco don Renzo Roncada. Che però non ha ricevuto nessuna comunicazione ufficiale. «Abbiamo avuto solo la visita in chiesa di alcuni tecnici del Vaticano per tutta una serie di verifiche», precisa. «Ancora, tuttavia, non c’è una conferma». Per il sindaco di Auronzo, Bruno Zandegiacomo, «questa visita sarebbe il più grande onore che il papa possa farci». Zandegiacomo ricorda, peraltro, che già il giorno successivo all’annuncio delle vacanze pontificie in Cadore «noi ci siamo mossi e abbiamo scritto in Vaticano per renderci disponibili a ospitare un Angelus del papa». Già ai temi dei soggiorni cadorini di Wojtyla Lorenzago si era fatto avanti per sollecitare un analogo appuntamento. Allora erano in ballo Domegge e Auronzo, fu scelta Domegge. «Sappiamo che l’incontro riservato ai sacerdoti sarà pressocché privato», aggiunge il sindaco, «ma per Auronzo sarebbe già un grosso regalo vedere il papa fermarsi magari qualche minuto davanti alla chiesa per ricevere l’omaggio della mia gente. Noi, peraltro, saremmo tentati di portarlo sul balcone che dà sul lago. Una veduta veramente suggestiva: da una parte il lago, dall’altra le Tre Cime».
La chiesa di Santa Giustina è la più grande della diocesi di Belluno-Feltre dopo la cattedrale di Belluno e il duomo di Feltre. «E’ in grado di contenerne 500 posti a sedere», informa il parroco, «e questa disponibilità dovrebbe essere sufficiente per i sacerdoti attesi qui ad Auronzo dai vescovi Mazzocato e Andrich».
Auronzo ha 3700 abitanti. Tre le parrocchie. Quella di Santa Giustina festeggerà, nel 2008, i primi 800 anni di autonomia da Pieve di Cadore. Un evento che sarà ricordato anche al papa se verrà confermata la sua visita ad Auronzo. «L’attesa in paese è davvero molta», aggiunge don Renzo. «I residenti continuano a chiedermi notizie, ora dopo ora. Abbiamo addobbato anche l’arcipretale e bandiere del Vaticano sono comparse ai balconi delle case». Don Roncada incontrò Giovanni Paolo II in due occasioni. Era allora parroco di Danta. «Lo incrociai due volte lungo i sentieri del Quaternan, in Comelico. Ci scambiammo anche qualche saluto. Mi piacerebbe davvero dare il benvenuto a papa Benedetto. Ma non per chiedergli qualcosa. Ha già troppi pensieri. Gli direi soltanto di tener duro, perché nella Chiesa c’è qualche problema di troppo».
«Anch’io», ammette il sindaco Zandegiacomo, «non avrei proprio nulla da dirgli. Mi limiterei a ringraziarlo per l’onore di aver scelto Auronzo come luogo di un incontro così importante, quale quello con i sacerdoti». L’idea che il papa rivolgesse parole di sostegno al clero delle due diocesi è maturata fra Mazzocato e Andrich tenendo conto del precedente di Aosta. L’anno scorso, infatti, Benedetto XVI dedicò un appuntamento speciale ai preti. Non è stato facile, tuttavia, individuare il luogo più adatto (anche per vicinanza a Lorenzago). Si parlava a suo tempo di Col Cumano, Longarone, il duomo di Belluno, addirittura quello di Treviso. La scelta è caduta su Auronzo. Dove si sta già preparando l’evento.

© Copyright Corriere delle Alpi, 18 luglio 2007


Arriva Bertone, segretario di stato

Un colloquio con Benedetto XVI, poi un dibattito a Pieve di Cadore

LORENZAGO. Oggi, a Lorenzago e in Cadore, ci saranno il numero uno e il numero due del Vaticano. Ovvero, il papa e il segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Dopo una decina di giorni di vacanza del suo “principale”, Bertone salirà al castello Mirabello per riferire sugli argomenti più scottanti e prendere le necessarie decisioni. E’ probabile che papa e segretario di stato si fermino a conversare presso uno dei tre gazebi del parco. I servizi forestali, infatti, confermano che l’area attrezzata per gli incontri, dentro il bosco, è stata pensata proprio per vertici così delicati, lontano da ogni possibilità che i protagonisti vengano intercettati da occhi indiscreti. Nel pomeriggio, poi, il cardinale Bertone è atteso a Pieve di Cadore, dove alla sala “Cos.mo” terrà un’attesa conferenza. Il porporato verrà intervista da Giuseppe De Carli, noto vaticanista, e da Laura Cason che per conto del Tg1 si occupa di tutt’altri temi, ma che è di origini bellunesi. L’appuntamento, infatti, è organizzato dalla Magnifica Comunità del Cadore. A tema della conversazione il bilancio di un anno di attività al vertice della santa sede. Bertone conosce già le Dolomiti. E’ stato ospite in particolare di Danta e di Colle Santa Lucia. E’ legato a questa terra anche per la sua amicizia con Vincenzo Savio. E’ stato proprio lui a convincerlo ad accettare la nomina a vescovo di Belluno-Feltre. Destinazione rispetto alla quale mons. Savio aveva qualche ritrosia. Ed è stato lo stesso Bertone ad auspicare l’apertura della causa di beatificazione per Savio. O meglio, di verificare se ci sono i presupposti. Prospettiva che è stata rilanciata da don Enrico Del Covolo, postulatore della causa di beatificazione di Luciani. Tra Savio e Bertone s’erano intrecciati, a suo tempo, anche tutta una serie di discorsi sull’eventualità che un papa ritornasse in vacanza a Lorenzago. Il segretario di stato rimarrà in Cadore per la sola giornata di oggi. Domani, infatti, sarà a Roma per impegni di lavoro. Atteso a Lorenzago, sempre dal papa, è anche il patriarca di Venezia, Angelo Scola. E questa non sarà solo una visita di cortesia. Scola è stato già al castello Mirabello, esprimendo un giudizio lusinghiero sul contesto ambientale. (fdm)

© Copyright Corriere delle Alpi, 18 luglio 2007


L'incontro in Cadore

Il Papa abbraccia il parroco più vecchio d'Italia

LORENZAGO (Belluno) - «Ho studiato meno che ho potuto, lo studio non era nelle mie corde, non ho mai scritto una predica, le faccio col cuore, ho sempre riso e ho sempre cercato di fare ridere».
Don Armando Durighetto, 96 anni, il parroco in attività più anziano d'Italia, ieri ha potuto stringere la mano e scambiare qualche battuta con il Papa, durante la vacanza del santo Padre a Lorenzago di Cadore. «Faccio quello che fanno tutti i parroci, anzi di più - racconta - . Dico messa tutti i giorni, e alla domenica anche tre, vado a confortare gli ammalati, mando avanti la parrocchia».
È' parroco a Caposile, una frazione di Musile di Piave, sulla strada che va a Jesolo.
Racconta che va spesso a pesca, «a volte con la barca e a volte anche di notte, e anche con la rete».
«Ho visto cinque o sei Papi - ricorda - e sei o sette vescovi hanno tentato di mandarmi in pensione, ma io ho pensionato loro. Purtroppo so che quello attuale dovrà seppellirmi, ma sono sempre stato felice di essere sacerdote».
Cosa si sono raccontati con il Papa? Don Armando rivela: «Mi ha detto "continui, continui, e il Signore le dia ancora tanta salute, un bell'augurio. Sono alla mia 36.495 esima messa celebrata».
Dalle sue parti lo conoscono tutti, e non solo per la serena vivacità nonostante gli anni. Don Armando, durante l'alluvione del '66, dopo aver scampanato per incitare tutti a salire sui tetti delle case, andò in barca di casa in casa per cercare di strappare alle acque i suoi fedeli, per difendere le famiglie e gli animali. Andò avanti fino a notte: l'indomani disse messa per i pochi rimasti, e quella volta pianse.

© Copyright Corriere del Veneto, 18 luglio 2007

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