21 novembre 2007

Berlusconi incontra il cardinale Bertone...e la notizia dov'è?


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Il Cavaliere e la Chiesa Incontri per la svolta

Prima di Bertone ha visto anche Ruini Da Oltretevere: i partiti nascono e muoiono

Gian Guido Vecchi

MILANO — Oltretevere il tono è distaccato, quasi disincantato, «sa com'è, in Italia i partiti nascono e muoiono piuttosto in fretta...». L'indiscrezione di un incontro fra Silvio Berlusconi e il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, lunedì sera, è ormai filtrata oltre le Mura, pur trovando soltanto conferme «ufficiose». Il cardinale, arrivando ieri sera a un concerto benefico a sostegno dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù, ha liquidato la faccenda con un sorriso: «L'incontro con Berlusconi? Stasera di politica non parlo». E pazienza se dagli ambienti di Forza Italia si faceva intendere che lo stesso cardinale Bertone avesse chiesto al Cavaliere un colloquio per sapere che stava succedendo. Cosa che appariva un po' stravagante, considerata la prassi diplomatica della Santa Sede. In realtà non è andata proprio così: da un mese, si fa sapere in ambienti vaticani, Berlusconi aveva domandato un incontro con il segretario di Stato. Proprio come aveva già fatto con il cardinale Camillo Ruini, con il quale ha parlato in via riservata giusto un mese fa.
Che il Cavaliere avesse fatto i suoi calcoli sui tempi o semplicemente programmasse un incontro all'indomani della Finanziaria, in fondo non è essenziale. Del resto è naturale che, accompagnato da Gianni Letta, abbia colto l'occasione di parlare del nuovo partito appena annunciato e accreditare in qualche modo il suo progetto presso la Santa Sede.
Altrettanto naturale è che in Vaticano si faccia notare come «un incontro con il capo dell'opposizione rappresenti una sorta di par condicio» visto che un mese fa il cardinale Bertone, durante la visita di Benedetto XVI a Napoli, ha pranzato con il premier Romano Prodi.
A ben vedere, però, tutto questo dice qualcosa di importante sulla nuova fase della Chiesa da quando il cardinale Camillo Ruini non è più presidente della Cei. Non è un caso che Berlusconi, dopo aver incontrato il cardinale Vicario, abbia chiesto di parlare al segretario di Stato e non al successore di Ruini, il cardinale Angelo Bagnasco. Un po' dipende dall'indole del nuovo presidente della Cei, più «pastorale» e meno incline ad intervenire sulle faccende politiche di casa nostra. E molto dalla svolta che lo stesso Bertone annunciò il 25 marzo nella lettera inviata a Bagnasco in occasione della sua nomina: «Per quanto concerne i rapporti con le istituzioni politiche, assicuro fin d'ora a Vostra Eccellenza la cordiale collaborazione e la rispettosa guida della Santa Sede, nonché mia personale», scriveva.
Il segretario di Stato, insomma, rivendicava a sé la «guida» di ciò che il cardinale Ruini aveva sempre gestito in modo autonomo, «negli ultimi mesi ho potuto apprezzare ancor meglio il compito che i Pontefici hanno affidato a questa Segreteria, d'intessere e di promuovere le relazioni con gli Stati e di attendere agli affari che, sempre per fini pastorali, debbono essere trattati con i governi civili».
Nello stesso testo Bertone indicava ai vescovi gli «urgenti bisogni» della «pastorale» italiana, citando evangelizzazione, catechesi, vocazioni e così via. Quanto alla politica, la Chiesa non firma cambiali in bianco a nessuno e starà attenta «a ribadire i principi non negoziabili », come ha ricordato lo stesso Bagnasco.
Il tutto in linea con ciò che il Papa ha ricordato ancora il 18 ottobre, nel suo messaggio alla «Settimana sociale » dei cattolici: la Chiesa ha un compito «mediato», quello «immediato» spetta «ai fedeli laici»; e «se da una parte riconosce di non essere un agente politico», dall'altra «non può esimersi dall'interessarsi del bene dell'intera comunità civile».

© Copyright Corriere della sera, 21 novembre 2007

Il cardinale Bertone, essendo Segretario di Stato di Suà Santità, è una sorta di "primo ministro" vaticano. Che cosa c'e' di strano se incontra esponenti della maggioranza e dell'opposizione? Fra l'altro, cio' non accade solo per i politici italiani, ma anche per quelli stranieri...
R.

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