20 novembre 2007
Benedetto XVI: «La Chiesa accolga le donne che si pentono di avere abortito» (Il Messaggero e Libertà)
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Il Papa torna sull’aborto: «La Chiesa accolga le donne che si pentono»
di FRANCA GIANSOLDATI
CITTA’ DEL VATICANO - Il Papa incoraggia i vescovi a mostrare il lato misericordioso della Chiesa nei confronti delle donne che hanno abortito ma che si sono pentite del male commesso. Condannare l’errore ma perdonare l’errante.
Stavolta Benedetto XVI ha accompagnato il nuovo affondo su un peccato talmente grave da far scattare automatica la scomunica latae sententiae con una raccomandazione pastorale densa di compassione. « La comunità deve essere aperta ad accogliere nuovamente tutti coloro che si pentono per aver partecipato al grave peccato dell'aborto e dovrebbe guidarli, con carità pastorale, ad accettare la grazia del perdono, la necessità della penitenza e la gioia di entrare ancora una volta nella nuova vita di Cristo».
Così si è rivolto ai vescovi del Kenia ricevendoli ieri mattina per la quinquennale visita Ad Limina. All’episcopato keniota ha però raccomandato fermezza nel contrastare il fenomeno degli aborti. La «distruzione diretta di una vita umana innocente non può essere mai giustificata» per quanto possano essere difficili le circostanze che conducono tante ragazze a decidere di non portare a termine una gravidanza. I rapporti che arrivano in Vaticano dai vescovi mostrano che la pratica abortiva spesso viene utilizzata dalle donne come mezzo contraccettivo. E c’è preoccupazione persino per l’influenza della propaganda di alcune Ong filo-abortiste. Il Papa non lo ha nascosto: «la cultura secolare e globalizzata sta esercitando una influenza sempre più crescente nelle comunità locali». Sicchè spetta ai preti predicare ai fedeli che il diritto alla vita «di un essere nato o non ancora nato» è sacrosanto. Altro tema affrontato è stato quello della lotta all'Aids. Come combatterlo? Tutelando «il tesoro prezioso» della famiglia e del matrimonio perchè «le malattie che colpiscono alcune parti della società africana, come la promiscuità, la poligamia e la diffusione delle malattie sessualmente trasmesse può essere direttamente collegata alla nozione sbagliata di matrimonio e di vita familiare».
© Copyright Il Messaggero, 20 novembre 2007
«Aborto: la Chiesa accolga i pentiti»
Il Papa tende la mano, ma ribadisce: «Mai giustificata l'interruzione di gravidanza»
CITTÀ DEL VATICANO - L'aborto «non può mai essere giustificato». La diretta distruzione della vita umana non è mai ammissibile, «per quanto difficili siano le circostanze che portano qualcuno a considerare un passo così grave».
Tuttavia la comunità cristiana deve accogliere quanti «si pentono di aver partecipato» a tale grave peccato.
Il Papa ha ribadito il "no" della Chiesa all'interruzione di gravidanza, accusando l'azione delle "agenzie che promuovono l'aborto" ma raccomandando allo stesso tempo uno spirito di apertura verso chi manifesta pentimento.
Il monito di Benedetto XVI è stato pronunciato durante l'udienza ai vescovi del Kenya, ricevuti ieri nella Sala del Concistoro in occasione della loro visita Ad Limina.
«È materia di grande preoccupazione - ha detto Ratzinger - il fatto che la cultura secolare globalizzata stia esercitando una crescente influenza sulle comunità locali, come risultato delle campagne delle agenzie che promuovono l'aborto».
«Questa distruzione diretta di una vita umana innocente - ha aggiunto - non può mai essere giustificata, per quanto difficili siano le circostanze che possono portare qualcuno a considerare di fare un passo così grave».
«Quando voi predicate il Vangelo della vita - ha esortato Benedetto XVI - ricordate al vostro popolo che il diritto alla vita di ogni innocente essere umano, nato o non nato, è assoluto e si applica ugualmente a ogni persona senza eccezione alcuna».
Il Papa, a tale proposito, ha avvertito che «la comunità cattolica deve offrire sostegno alle donne che possono trovare difficile accettare un figlio, soprattutto quando sono isolate dalle loro famiglie e dagli amici».
Allo stesso modo - questa la sua sollecitazione - «la comunità dovrebbe aprirsi a riaccogliere tutti quanti si pentono dall'aver partecipato al grave peccato dell'aborto, e dovrebbe guidarli con carità pastorale ad accettare la grazie del perdono, il bisogno di penitenza e la gioia di entrare ancora una volta nella nuova vita di Cristo».
In precedenza il Papa, sottolineando l'importanza della vita familiare, aveva messo in guardia contro la «disordinata visione del matrimonio», che in Africa sta anche alla base della crescita della malattie sessualmente trasmesse, come l'Aids.
Benedetto XVI ha invitato i presuli kenyoti a «salvaguardare a tutti i costi» il «tesoro prezioso» di quello che è «l'amore devoto delle coppie cristiane sposate», da lui definito «una benedizione per la vostra nazione, tale da esprimere sul piano sacramentale l'indissolubile alleanza tra Cristo e la sua Chiesa».
Secondo papa Ratzinger, «troppo spesso i mali che colpiscono alcune parti della società africana, come la promiscuità, la poligamia e la crescita della malattie sessualmente trasmesse possono essere direttamente messi in relazione alle disordinate visioni del matrimonio e della vita familiare».
«Per questa ragione - ha concluso - è importante assistere i genitori nell'insegnare ai loro figli come vivere una visione cristiana del matrimonio, concepito come un'indissolubile unione tra un uomo e una donna, essenzialmente uguali nella loro umanità e aperti alla generazione di nuova vita».
© Copyright Libertà, 20 novembre 2007
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