16 novembre 2007

Il Vaticano mette in riga le scuole cattoliche: coerenza e fede per i professori


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Il Vaticano mette in riga le scuole cattoliche: coerenza e fede per i professori

di Franca Giansoldati

CITTA' DEL VATICANO (16 novembre) - Il Vaticano mette in riga le scuole cattoliche. Il loro progetto educativo diventa «convincente solo se realizzato da persone profondamente motivate», vale a dire da insegnanti coerenti con la propria fede e col Magistero tanto nella vita privata come nell’esercizio della missione portata avanti quotidianamente nelle aule, da dietro una cattedra.
A giorni, dalla Congregazione dell’Educazione Cattolica - una specie di ministero dell’Istruzione vaticana dal quale dipendono seminari, istituti e università cattoliche di tutto il mondo - è prevista l’uscita di un importante documento che traccia le linee entro le quali si deve realizzare una «migliore» collaborazione tra docenti laici e docenti religiosi, ma anche un rapporto più stretto con le famiglie degli alunni ed un insegnamento decisamente più qualificato ed efficace per trasferire ai ragazzi la verità del Vangelo. In poche parole, a detta del Vaticano, servono insegnanti «accoglienti e preparati, capaci di suscitare e orientare le energie migliori degli studenti verso la ricerca del senso dell’esistenza».
Il vuoto di valori avvertito tra le nuove generazioni ha indotto la Chiesa a correre ai ripari. Dopo un paio d’anni di lavoro gli esperti d’Oltretevere mossi dalla preoccupazione di dare risposte adeguate agli effetti di un crescente relativismo ha pensato di mettere a punto un percorso di formazione scolastica non ridotto solo alla «fruizione individualistica e strumentale di un servizio solo in vista di un titolo da conseguire». L’appello alle scuole cattoliche è quello di stringere i ranghi e rafforzare la collaborazione tra insegnanti laici e religiosi vivendo il compito educativo alla stregua di una vocazione personale e «non solo come l’esercizio di una professione».
Il documento che sarà diffuso in varie lingue è intitolato «Educare insieme nella scuola cattolica» contiene l’elenco dei requisiti fondamentali richiesti per insegnare negli istituti cattolici. Non ultima la preoccupazione a che il docente sia in possesso di una solida formazione professionale dato che «la scadente qualità dell’insegnamento», causata da una insufficiente preparazione o dalla limitata attitudine all’insegnamento, finisce per ripercuotersi sui ragazzi «a danno della loro formazione integrale».

Gli insegnanti sono così chiamati ad aggiornarsi costantemente, ad essere creativi, ad adattarsi. Tuttavia l’aggiornamento professionale da solo non è ritenuto sufficiente: «la sintesi tra fede, cultura e vita che gli educatori della scuola cattolica sono chiamati a realizzare si attua attraverso l’integrazione dei diversi contenuti del sapere umano» e lo sviluppo delle virtù che caratterizzano il cristiano. Un agire cristiano, dunque, anche nella vita privata, in modo da non dare adito ad equivoci o ad esempi che potrebbero apparire fuorvianti. «Essi vivendo la loro fede nelle condizioni ordinarie della famiglia e della società possono aiutare l’intera comunità educativa a distinguere con più precisione i valori evangelici e i contro-valori che questi segni racchiudono».

© Copyright Il Messaggero, 16 novembre 2007

2 commenti:

Gianpaolo1951 ha detto...

Mossa importantissima, visti i danni che hanno prodotto e continuano a fare certi “cattivi maestri”.
Un altro tassello che va al posto giusto!

euge ha detto...

Concordo con te Giampaolo!!!!!!