13 novembre 2007

Nuovo lezionario liturgico: il commento del Corriere della sera


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di Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO - Le traduzioni - si sa - non sono mai perfette e quando vengono riviste può capitare che in una pagina si vada avanti e in un'altra indietro. Con l'aggiornamento del «Lezionario liturgico» della Cei «mammona » diventa «ricchezza» per avvicinamento alla lingua d'oggi, mentre «consolatore» — detto dello Spirito Santo — torna a essere «paraclito» per aderenza alla lingua originale. Una frase, «Ave Maria», arriva alla terza traduzione: rimasta immutata nella prima versione in italiano era poi diventata «Ti saluto, o piena di grazia » e ora cambia in «rallegrati, o piena di grazia». «Non ci indurre in tentazione» diventa «non abbandonarci alla tentazione ».

L'«orgia dei buontemponi » del libro di Amos diventa «orgia dei dissoluti». Il «mormorio» del capitolo 19 del primo «Libro dei Re» diventa «il sussurro di una brezza leggera». «Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli» diventa «Eppure l'hai fatto poco meno di Dio». I «cembali e i timpani» diventano «cimbali e tamburelli». Il mandato missionario di Cristo «ammaestrate tutte le Nazioni» diventa «fate discepoli tutti i Popoli». Il nuovo «Lezionario liturgico » (il libro che contiene le letture bibliche che si fanno nelle messe) è stato presentato ieri alla stampa dal vescovo Giuseppe Betori segretario della Cei. Potrà essere usato a partire dalla prima domenica di Avvento (2 dicembre) di quest'anno e diventerà obbligatorio dalla prima domenica di Avvento del 2010. Si compone di nove libri e ne sono pronti i primi tre, con le letture del ciclo triennale domenicale e festivo. Ne sono state tirate 30.000 copie e il cofanetto dei tre volumi viene posto in vendita a 150 euro.
I cambiamenti — ha detto Betori — sono «diverse decine di migliaia, forse più di centomila ». Per lo più si tratta della sostituzione di una parola con un'altra, sul tipo degli esempi fatti sopra. Il lavoro di revisione iniziò nel 1988 — in accoglienza a una direttiva della Santa Sede data a tutte le conferenze episcopali — e vi hanno lavorato biblisti, musicisti, liturgisti e linguisti. Il testo dell'intera Bibbia a uso liturgico era pronto nel 2000. Da allora ad oggi vi è stata la complessa supervisione dei vescovi. L'assemblea della Cei ha approvato il lavoro all'unanimità, con un solo voto contrario. Severo quando parla di «valori non negoziabili», il vescovo Betori — che di formazione è un biblista — è apparso elastico in materia filologica: «Non c'è niente di più opinabile di una traduzione e per questo chiediamo un po' di benevolenza nell'accoglienza della traduzione». Il nuovo Lezionario — ha spiegato — vorrebbe coniugare «una maggiore aderenza al tono e allo stile delle lingue originali con una maggiore comprensibilità e comunicativa ».

«Mammona» per esempio— parola di origine aramaica che vuol dire «ricchezza» — è stato ritenuto lontano dall'orecchio dei contemporanei. Ma la sua scomparsa non è poca cosa, se teniamo presente che ricorre in tutti i volgarizzamenti medievali della Scrittura, in Bernardino da Siena e in Michelangelo, per non dire altro e su su in quasi tutte le traduzioni della Bibbia fino ai nostri giorni
«Mammona — ha commentato il vescovo Betori — andava meglio tradotto con "ricchezza ingiusta" perché questo è il senso che ha nel passo in cui la parola risuona in bocca a Gesù», nel detto evangelico: «Non si può servire Dio e mammona» (che ora, appunto, diventa «ricchezza »). «Si è ritenuto — ha aggiunto il segretario della Cei — che "mammona" fosse di ostacolo alla comprensione e si è lasciato al testo nella sua completezza di connotare l'idea dell'ingiustizia». Nei Vangeli della Passione, invece, si è scelto di lasciare «ladrone » anche se sarebbe stato più appropriato «brigante», perché il cambiamento avrebbe potuto generare «confusione ».

© Copyright Corriere della sera, 13 novembre 2007

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