13 novembre 2007
La mancanza di rispetto per i musulmani e le disubbidienze di don Aldo
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Cari amici, e' di sabato la notizia della provocazione: due esponenti leghisti hanno fatto un giretto con un maialino proprio nel luogo in cui dovrebbe sorgere la moschea di Padova.
Giustamente la curia ha condannato il gesto. E' di oggi l'annuncio di una possibile nuova iniziativa che va stigmatizzata da subito.
Leggiamo l'articolo e poi commentiamo (ce n'e' anche per Don Aldo che sabato dichiarava di ubbidire al vescovo e oggi gia' prende le distanze pensando di poter fare di testa sua):
Lo spazio sarà di nuovo a disposizione dei fedeli musulmani. Il vicegovernatore: «Quel parroco non obbedisce al suo vescovo, è un anarchico»
Venerdì la parrocchia torna moschea
Giorgio Barbieri
TREVISO. Venerdì i musulmani torneranno a pregare nella parrocchia di Paderno messa a loro disposizione da don Aldo Danieli. Di fronte alle polemiche, e al richiamo del vescovo Mazzocato, il parroco non arretra: «Ma Zaia si crede il Papa? Un mattino si sveglia e dà ordini al vescovo», ha detto don Aldo. Secca la replica del vicegovernatore: «Si poteva risparmiare tanto livore e tanto odio che sicuramente non qualificano la sua religiosità. Non siamo in chiesa dove lui predica e tutti stanno zitti».
Non accenna dunque a placarsi la polemica sulla parrocchia di Paderno. Don Aldo Danieli ieri è tornato all’attacco e nel mirino è finito il vicepresidente della Regione Luca Zaia colpevole, a suo dire, di aver invitato il vescovo a richiamare all’ordine il sacerdote. «Il vicegovernatore ha usato toni di saccenza di cui io mi vergognerei», ha commentato don Aldo che poi ha aggiunto: «Mica cambieremo direzione proprio ora? Bisogna calare le brache solo perché Zaia si è svegliato male?».
Dunque i musulmani potranno continuare a trovarsi, come ogni venerdì, all’interno dello spazio messo a disposizione dalla parrocchia di Paderno. «Non abbiamo ricevuto comunicazioni contrarie - spiega Youssef Tadil, portavoce della comunità islamica - per cui faremo come abbiamo sempre fatto».
Ma le due parole di don Aldo non sono passate inosservate ed è infatti arrivata la replica di Zaia. Il vice governatore leghista bolla don Aldo come «un chiaro esempio di prete anarchico, che vuole confondere le acque dando una sua lettura dei fatti. Innanzitutto io non ho detto al vescovo di intervenire - replica al parroco - ma di chiarire a noi cattolici questa situazione. Poi non mi sono svegliato tardi bensì don Aldo ha fatto “outing” dopo due anni, finendo in tutte le agenzie di stampa nazionali con la sua iniziativa». Per Zaia, infine, «un uomo di fede che dovrebbe portare come esempio il vangelo si potrebbe risparmiare tanto livore e tanto odio che sicuramente non qualificano la sua religiosità. Non siamo in chiesa dove lui predica e tutti stanno zitti. Forse la dittatura è la sua. Ritengo che il vescovo, che è stato tanto solerte a richiamare don Aldo, dovrebbe dirgli di non lasciarsi andare ad affermazioni tanto violente».
«Quel parroco lo conosciamo bene. Se pagato presterebbe la chiesa anche Belzebù». Anche il senatore Piergiorgio Stiffoni non arretra di un millimetro sulla questione moschea in parrocchia. Anzi, annuncia spettacolari manifestazioni nei prossimi giorni. «Tra un paio di settimana parteciperò ad una ossada (grigliata in cui si mangiano parti di un maiale ndr) non è detto che non accada qualcosa di molto simile a quanto è accaduto a Padova, dove un gruppo di leghisti ha portato un maiale fuori da una moschea. La verità è che se si raggiungono certi estremismi la colpa è di chi esaspera gli animi. Non è compito mio trovare una moschea per i fedeli musulmani. Mi auguro che quel parroco non voglia più disubbidire al suo vescovo che l’ha richiamato all’ordine».
© Copyright Tribuna di Treviso, 13 novembre 2007
Non e' colpa dei musulmani se il parroco li ha invitati nei locali della parrocchia. Perche', dunque, mancare loro di rispetto?
Questi sono atti di intolleranza che non hanno alcun senso. Si tratta di provocazioni che lasciano il tempo che trovano.
E' giusto trovare una soluzione alternativa per chi vuole pregare.
Diverso e' il discorso per don Aldo. Innanzitutto mi pare che il suo linguaggio non sia molto lontano da quello di chi vuole condannare.
Inoltre mi sembra che solo sabato scorso il parroco abbia ribadito l'obbedienza verso il vescovo il quale, applicando semplicemente le norme stabilite dalla Cei, ha ribadito che non si possono concedere locali parrocchiali a fedeli di religione non cristiana.
Don Aldo, quindi, dovrebbe evitare di polemizzare con i politici perche' non e' questo il suo compito, ma mettere in pratica quanto promesso al vescovo.
Raffaella
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8 commenti:
Ma allora a che servono gli incontri di Benedetto XVI per arrivare ad una convivenza rispettosa tra cristiani e musulmani se poi ci troviamo a combattere con certi episodi???????
Vediamo di non buttare alle ortiche quello che il nostro Pontefice sta facendo per questo.......
sarebbe meglio che tutti si dessero una calmata perchè, chi più, chi meno,nessuno ci fa una bella figura.Ha ragione Euge, è lunga la strada....
ma da quello che si legge a me pare che i locali in questione sebbene della parrocchia sono dati in affitto...
se questa è la situazione non si tratta di locali destinati al culto e alla pastorale e come tali possono essere concessi anche ad altri culti... e allora don aldo sarebbe nel giusto e la protesta sarebbe pretestuosa...
inoltre mi pare che il Vescovo non abbia fatto nulla diretto "contro" il parroco, ma ha solo richiamato le norme della CEI e il portavoce della curia ha detto che c'è collaborazione con don Aldo...
per esperienza so che certe persone (e spesso politici o politicanti) certe espressioni te le tirano proprio di bocca... e magari non tutti sanno usare le armi della diplomazia...
se poi c'è qualche giornalista poco attento alla Chiesa il gioco è fatto!
Cara Raffaella, sul blog di Tornielli questa discussione è aperta da sabato e prosegue ancora in questo momento. Tra i tanti commenti che ho potuto leggere, mi ha colpito l’affermazione di qualche blogger sul fatto che i luoghi adibiti a Moschea, o anche solo alla preghiera islamica (il caso di Ponzano appunto), diventano automaticamente territorio dell’Islam. Ti risulta vera una simile eventualità o è solo frutto di “un sentito dire”?
La stessa domanda la porrei anche al nostro don Francesco il quale, limitandosi a richiamare in modo alquanto vago le norme della CEI invocate dal Vescovo di Treviso, non ha chiarito cosa esse prevedano nello specifico, anzi, dicendo che se si tratta di un normale “affitto di locali” l’operato di don Aldo è nel giusto, sembra condividerne le scelte, cosa che io personalmente,non approvo affatto!
Un conto è dare in affitto un capannone di un ex qualsiasi attività commerciale, altro è farlo con un oratorio che ex non è, se non per mancanza di giovani e su questo fatto – se fossi in don Aldo – mi farei un bel esame di coscienza sulle responsabilità!!!
Poi mi domando, perché mai tanta attenzione da parte di certi sacerdoti per i fedeli di Maometto, e così poca disponibilità nei confronti di quei cattolici che chiedono solo di poter assistere a una messa secondo il Vetus Ordo?!? In fin dei conti siamo in Italia, il paese che ospita il Santo Padre e non in Arabia…!!!
Ciao Gianpaolo, cio' che dici trova conferma in alcune affermazioni di Mons. Betori. Cito da "Avvenire":
Nel pomeriggio di ieri, il segretario della Cei, Giuseppe Betori , è intervenuto sulla vicenda dell’oratorio di Ponzano nel Trevigiano, che veniva 'prestato' il venerdì ai musulmani per gli incontri di preghiera, finché il vescovo di Treviso, Bruno Andrea Mazzocato, non ha deciso di interromperli. Per Betori «il vescovo non ha fatto altro che richiamare norme che nascono da indicazioni della Santa Sede e della Cei, che prevedono non di proibire la preghiera ai musulmani ma di non dare luoghi che appartengono all’esercizio della pastorale» per la preghiera islamica, «visto il significato che viene dato dai musulmani stessi all’occupazione di un luogo per un’espressione di culto. Ci sarà un altro modo di aiutarli a pregare, non è necessario che sia una Chiesa o un luogo di una pastorale ecclesiale ad essere destinato a questo».
io credo che chi è stato finora ospitato non possa essere mandato improvvisamente a pregare in strada. E' anche una questione di parola data a chi comunque crede in Dio. Si aiutino i fedeli musulmani a trovare un luogo alternativo ma nel frattempo mi pare sbagliato creare precedenti di odio, se finora la convivenza è stata rispettosa. Se non vogliamo costruire ora le basi di future eterne guerre di religione, sarebbe meglio evitare le "maialate", in tutti i sensi.
«io credo che chi è stato finora ospitato non possa essere mandato improvvisamente a pregare in strada. … … …»
Giusto Gemma, giusto e corretto! Tengo solo a ricordarLe che i cristiani che vivono in Arabia Saudita e paesi similari, pur di poter pregare, si accontenterebbero di una semplice strada, ma ciò è vietato in qualsiasi luogo anche nella propria casa!!! Non ho altro da aggiungere!!!
Brava Raffa. Condivido.
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