5 settembre 2008
Milleottocento anni di storia: "Da Ponziano a Benedetto, i Papi in terra sarda" (Osservatore Romano)
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Milleottocento anni di storia
Da Ponziano a Benedetto
i Papi in terra sarda
di Pietro Meloni
Vescovo di Nuoro
Papa Callisto, poco più d'un secolo dopo il martirio di san Pietro, aveva conosciuto la Sardegna nel suo esilio prima di divenire vescovo di Roma nell'anno 217. Papa Ponziano, inviato anche lui ai lavori ad metalla, morì martire nell'isola, o forse nell'isoletta di Molara, nell'anno 235. E dalla Sardegna, loro terra natale, erano partiti per Roma Papa Ilaro (461-468) e Papa Simmaco (498-514). La testimonianza dei martiri faceva crescere nella nostra isola la fede in Cristo e la devozione alla Madre di Dio. Papa Gregorio Magno ravvivò la vita della Chiesa di Sardegna con i messaggi delle sue lettere millequattrocento anni fa, raccomandando ai sardi l'amore a Maria, che oggi è testimoniato dalla viva fede del popolo e dalle centinaia di chiese a Lei dedicate nell'isola.
La visita in Sardegna di Benedetto XVI desidera convocare tutti i credenti per ringraziare il Papa San Pio x, che cento anni fa proclamò la Madonna di Bonaria "Patrona massima della Sardegna". Nel cinquantesimo anniversario dell'avvenimento, Pio xii incoraggiò il nostro popolo dicendo nel suo messaggio radiofonico che "la Sardegna si può considerare eredità e dominio di Maria Madre e Regina".
E Paolo VI, celebrando la messa sul colle di Bonaria il 24 aprile 1970, riconobbe che la Sardegna è un'isola mariana e ricordò a noi credenti che "se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani".
La commovente attesa di Benedetto XVI fa tornare alla mente soprattutto la visita di Giovanni Paolo II, che si fece pellegrino al santuario di Nostra Signora di Bonaria e per tre giorni - dal 18 al 20 ottobre 1985 - volle abbracciare con il suo paterno affetto l'intero territorio della nostra isola. Tutti potevano vederlo da vicino ed esultavano osannanti per la grande festa dell'incontro. La sua parola, proclamata con voce calorosa e squillante, raggiunse tutte le famiglie e tutti gli ambienti civili ed ecclesiali, attraverso i 18 discorsi ufficiali e i colloqui più familiari: salutò i minatori e tutti i lavoratori, i malati e gli operatori sanitari, gli studenti e i docenti della scuola e dell'università, gli animatori dell'impegno politico e del volontariato sociale, i detenuti delle carceri, i sacerdoti e le persone consacrate, i laici dei gruppi ecclesiali, i genitori e gli educatori, e infine i giovani della Sardegna, che lo acclamarono dinanzi al mare del porto di Cagliari.
Il suo messaggio alla gioventù può essere la sintesi e l'emblema di tutti gli altri messaggi: "Prendete in mano la vostra vita e fatene un autentico e personale capolavoro".
Benedetto XVI, "umile lavoratore nella vigna del Signore", rinnoverà il suo appello alla vita, all'amore e alla speranza con lo stesso entusiasmo di Giovanni Paolo II, e porterà ai giovani della Sardegna la freschezza del suo messaggio alla gioventù di tutto il mondo, che è risuonato a Sydney nella Giornata mondiale della gioventù. Il mondo è cambiato, e anche la Sardegna non è più la stessa del tempo della visita di Giovanni Paolo II, poiché nuove nubi di insicurezza e di scoraggiamento avvolgono il cielo della nostra gente e dei nostri giovani. Ma i giovani e gli uomini del nostro tempo hanno ancora sete di speranza. Papa Benedetto, additando in Maria madre di Gesù la "stella della speranza", farà volgere il nostro sguardo al vento dello Spirito e dal golfo degli Angeli guiderà i nostri cuori alla luce della speranza. E riaccenderà in Sardegna la fiamma della concordia, del progresso e della pace.
(©L'Osservatore Romano - 6 settembre 2008)
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