5 settembre 2008
Lucetta Scaraffia: "Non volevo modificare la dottrina ma quanta violenza contro di me" (La Rocca)
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Lucetta Scaraffia, autrice dell´articolo: il mio era un invito al dialogo tra scienza e fede
"Non volevo modificare la dottrina ma quanta violenza contro di me"
L´intervento di padre Lombardi è legittimo, mi hanno fatto male le reazioni dei medici
CITTÀ DEL VATICANO
«Non pensavo proprio di scatenare un putiferio simile. Volevo solo suscitare una pacata discussione sulla morte cerebrale, ma senza cambiare la dottrina cattolica. Non mi aspettavo reazioni così violente. Peccato, perché le polemiche hanno vanificato il confronto».
La storica Lucetta Scaraffia, autrice dell´articolo sull´Osservatore, non nasconde la delusione. Ma - assicura - non ce l´ha col portavoce papale Lombardi, che ha precisato che si è trattato «solo di un articolo e che la dottrina della Chiesa non cambia».
Professoressa Scaraffia, si è sentita delegittimata dalla precisazione del portavoce di papa Ratzinger?
«No, nessuna delegittimazione. L´intervento di padre Lombardi è stato legittimo e ovvio perché ha precisato una verità indiscutibile e cioè che la dottrina della Chiesa non può cambiare sull´onda di un editoriale. Mi ha fatto male, invece, la violenza che si è scatenata su di me da una parte del mondo medico-scientifico, anche se ci sono stati studiosi, come Lorenzo D´Avack, vice presidente del Comitato nazionale di bioetica, che hanno accolto il mio invito alla riflessione».
Ma chi le ha commissionato un editoriale su un tema così scottante? Il direttore dell´Osservatore o la Segreteria di Stato vaticana?
«Sono una storica e per me è un grande onore essere una collaboratrice del giornale del Santo Padre. Nessuno mi ha commissionato nulla. Come ho fatto altro volte, sono stata io a proporre al direttore Vian, che è anche uno storico come me, di fare un articolo in occasione dei 40 anni del Rapporto di Harvard. Non è la prima volta che ho affrontato temi di bioetica dal punto di vista storico. Questo volta, oltre alla ricorrenza dei 40 anni, mi è sembrato opportuno recensire, all´interno dell´editoriale, due importanti libri come "Morte cerebrale e trapianti di organi" del filosofo del diritto Paolo Becchi e "Finis Vitae" di Roberto de Mattei. E per questo ringrazio il direttore Vian di avermi dato spazio».
Lei, però, invita la Chiesa a rivedere la sua posizione sulla morte cerebrale. Non è poco.
«Dopo 40 anni, mi è sembrato giusto sottolineare anche i progressi scientifica fatti in questo campo, come, ad esempio, è avvenuto in tanti altri ambiti come l´aborto, il feto e altri aspetti della vita umana. Non volevo di certo puntare a far cambiare la dottrina morale della Chiesa che ben conosco. Era solo un invito al dialogo tra scienza, difesa della vita e fede. Peccato che sia andata così. Ma non è colpa dell´Osservatore Romano. La vita però continua».
(o.l.r.)
© Copyright Repubblica, 4 settembre 2008
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2 commenti:
La scienza che pretende di spiegare anche l'inspiegabile!!!!
Un pò di umiltà davanti ad episodi che malgrado tanti polveroni sollevati la scienza non è riuscita e tutt'ora non riesce a spiegare, non guasterebbe!
Eccola qui l'arroganza e la presunzione dell'uomo che si illude nella sua " piccolezza" di spiegare cose molto più grandi di lui!
Certo, la vita continua... Non quella di chi morirà in attesa di un organo grazie alla confusione sulla morte cerebrale che è stata creata.
L'unica arroganza che vedo non è quella della scienza, ma quella di chi pretende di dare lezioni su argomenti che NON conosce.
Sono contento perlomeno che più secca ancora delle critiche dal mondo scientifico, sia arrivata la smentita del Vaticano. Quando ci vuole ci vuole!
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