5 ottobre 2008

Tra il Papa e Napolitano dialogo sul bene dell’Italia (Mazza)


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il fatto

Un incontro in cui le parole e i gesti hanno sottolineato molti motivi di sintonia. Cerimoniale ridotto all’essenziale per esaltare la «sostanza»

Collaborazione

Tra il Papa e Napolitano dialogo sul bene dell’Italia

DA ROMA SALVATORE MAZZA

I gesti dicono sempre un sacco di co­se. Spesso molto più delle parole. E se quelle pronunciate ieri al Quiri­nale da Papa Ratzinger e dal presidente della Repubblica sono molte, e impor­tanti, a sottolineare una sintonia quasi perfettamente speculare nel sentirsi, Stato e Chiesa, ugualmente coinvolti nell’impegno per la costruzione del be­ne comune, i gesti che le hanno ac­compagnate mostravano come quella sintonia non sia solo la formale costru­zione partorita da buoni rapporti bila­terali. Ma va oltre. Davvero, insomma, Quirinale e Vaticano «non sono colli che si ignorano o si fronteggiano astiosa­mente », come ha detto Benedetto XVI, ma due entità tra cui esiste «reciproco rispetto» e «feconda collaborazione».
I gesti di cui si parla sono i sorrisi, le ma­ni non solo strette ma trattenute, quei piccoli, impercettibili quasi, cenni ca­paci di trasformare la cordialità in fa­miliarità, come quando il Papa ha pre­so per un braccio la signora Clio per spiegarle il dono che aveva portato. Ge­sti che hanno accompagnato ogni mo­mento della visita di Benedetto XVI, an­che grazie a un cerimoniale ridotto al­l’essenziale che, senza nulla togliere al­la solennità del momento, è stato mi­surato per esaltare la sostanza – l’in­contro e il dialogo – piuttosto che l’e­vento in sé. Fin dall’esecuzione degli in­ni nazionali, ridotti a una sola strofa, al­l’arrivo del Papa; fin dall’issare la ban­diera pontificia sulla Torretta del Quiri­nale quando già i due ospiti, lasciato il cortile, stavano entrando nel Palazzo.
In un momento di sereno nel corso di una mattinata flagellata da temporali a ripetizione, Papa Ratzinger è arriva­to al Palazzo presidenziale attorno al­le 11, dopo una breve sosta lungo il per­corso dal Vaticano, a piazza Venezia, per salutare il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
La Lancia Thesis decappottabile del Pontefice, scortata da due drappelli di corazzieri a cavallo, è entrata nel Corti­le del Quirinale, dove Napolitano a­spettava Benedetto XVI sulla soglia del­la Vetrata. Una prima stretta di mano e poi, fianco a fianco, hanno ascoltato gli inni, prima quello pontificio e poi quel­lo italiano, eseguiti dalla banda dell’e­sercito, affiancata dai picchetti d’onore della Marina e dell’Aeronautica.
Entrati all’interno mentre, come detto prima, la bandiera vaticana veniva issa­ta sul terzo pennone della Torretta, i due ospiti hanno salutato per primi nella Galleria della Vetrata il cardinale Segre­tario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, e il Segretario generale della presiden­za della Repubblica Donato Marra. Quindi, saliti al piano nobile, nella Sala degli Arazzi hanno ricevuto il saluto de­gli ex capi di Stato Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi (era assente Francesco Cossiga per motivi di salute), dei presidenti del Senato, Renato Schi­fani, della Camera, Gianfranco Fini, e della Corte Costituzionale Franco Bile, del presidente del Consiglio Silvio Ber­lusconi, e dei componenti la Missione straordinaria del Governo italiano: i mi­nistri degli Esteri e dell’Interno, Franco Frattini e Roberto Maroni, il sottosegre­tario alla presidenza Gianni Letta e l’am­basciatore d’Italia presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi.
Subito dopo Benedetto XVI e Napolita­no, da soli, seduti su due poltrone do­rate, hanno tenuto il loro colloquio pri­vato nello studio della Vetrata, durato trentacinque minuti, alla fine del quale per pochi minuti s’è aggiunta la con­sorte del Presidente, la signora Clio. Contemporaneamente, nella Sala Na­poleonica, si è svolto l’incontro tra il se­guito papale, del quale faceva parte an­che il presidente della Conferenza epi­scopale italiana, cardinale Angelo Ba­gnasco, e la Missione governativa.
Al termine, prima di raggiungere il Sa­lone delle Feste, dove a mezzogiorno sa­rebbero stati pronunciati i discorsi uffi­ciali, come già fece durante la visita al Quirinale nel 2005, Benedetto XVI s’è fermato per qualche minuto in pre­ghiera nella Cappella dell’Annunziata. E sempre nel Salone delle Feste è avve­nuto infine lo scambio dei doni: una mappa incisa e stampata della Civitas Vaticana, da parte del Papa, ricambiata da una scatola in argento raffigurante il portale del Quirinale.

© Copyright Avvenire, 5 ottobre 2008

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