8 ottobre 2008

Il rabbino: no a Pio XII beato, non fece nulla per salvare gli ebrei: lo "strano" articolo di Politi


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Il rabbino: no a Pio XII beato non fece nulla per salvare gli ebrei

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Il religioso di Haifa, all´uscita del Sinodo: impossibile il perdono
Il cardinale Ouellet critica il Codice da Vinci, "fenomeno mediatico"


MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO - Parte con uno schiaffo a papa Ratzinger il Sinodo dei vescovi di tutto il mondo. Benedetto XVI ha appena respinto pochi giorni fa le accuse sul «silenzio» di papa Pacelli, proclamando la necessità di riconoscere l' impegno di Pio XII «a favore degli ebrei perseguitati», ed ecco che l' esponente ebraico invitato al Sinodo per la primissima volta, il rabbino capo di Haifa Shear Yesuv Cohen, afferma apertamente: «Crediamo che non dovrebbe essere beatificato o preso a modello, perché ha mancato di salvarci o di levare la sua voce, anche se ha cercato segretamente di aiutare». Non sono parole pronunciate nell' aula sinodale, dove Cohen ha descritto la sua presenza come un segnale di speranza e di «amore, coesistenza e pace per le nostre generazioni e per quelle future». Ma benché pronunciate all' uscita, conversando con i giornalisti, costituiscono un duro attacco. «Non siamo contenti - ha detto - dei tentativi nella Chiesa di dimenticare questo triste capitolo nella vita di un grande papa, che sentiamo di non poter perdonare e che non può essere perdonato». Proprio dopodomani papa Ratzinger celebrerà nell' ambito del Sinodo una messa solenne per celebrare il 50° anniversario della morte di Pio XII. All' agenzia Reuters Cohen ha dichiarato che se lo avesse saputo, forse avrebbe rinunciato a venire a parlare in Vaticano. «Ecco perché mi sono astenuto dal fare il suo nome durante il Sinodo». In aula il rabbino capo ha colto invece l' occasione per un appello politico.
Evocando le «terribili e brutali» minacce di Ahmadinejad contro Israele, Cohen ha auspicato che non si ripeta mai più la minaccia dell' Olocausto e ha chiesto l' aiuto dei vescovi per difendere Israele. Il Sinodo appena iniziato si preannuncia come un giro di vite nei confronti dei teologi che studiano la Bibbia, ma soprattutto i Vangeli, con il metodo storico-critico. La prima giornata è stata un crescendo di polemiche nei confronti degli studiosi cattolici che negli ultimi decenni hanno portato alla luce le contraddizioni e gli interrogativi non risolti della vita di Cristo, della sua auto-comprensione e del formarsi delle prime comunità cristiane. Ha cominciato uno dei presidenti dell' assemblea, il cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, scagliandosi contro ogni tipo di «interpretazione soggettiva o puramente esperienziale o frutto di una analisi unilaterale». Ha proseguito, alla presenza del Papa che ascoltava attentamente, il relatore generale cardinale Marc Ouellet del Quebec, denunciando un «clima di tensione, spesso malsano, tra teologia universitaria e Magistero ecclesiale». Secondo il porporato, invece di un' interpretazione spirituale della Sacra Scrittura si è affermato un modello interpretativo «spesso polemico sotto l' influenza di errori da combattere e di scoperte storiche, filosofiche e scientifiche». Putroppo, ha incalzato, non è stato bloccato l' impatto negativo dell' esegesi razionalista». La posta in gioco - si è capito da queste prime battute - è l' interpretazione storica e scientifica della costruzione dei Vangeli. Dopo avere imposto il silenzio nel ventennio trascorso ai teologi della liberazione e ai teologi, che si occupano di questioni etiche riguardanti la sessualità e la concezione della natura nel senso più ampio, il papato vuole mettere in riga gli specialisti dell' indagine biblica. Infatti, rispetto alla tradizione apologetica, per cui era oro colato ogni rigo della Scrittura, l' ultimo secolo di studi ha demitizzato i testi biblici ed anche evangelici attraverso un lavoro scientifico, che non è annullabile. Papa Ratzinger, pubblicando il suo libro «Gesù di Nazareth», è partito con il progetto di dimostrare definitivamente l' unità tra il Gesù storico e il Gesù dei Vangeli. E benchè lui non abbia voluto presentare il libro come documento dell' autorità papale, ieri è già iniziata la manovra per farne il testo supremo di riferimento. Il Gesù, come l' ha scritto Ratzinger, ha affermato il cardinale Ouellet è un «faro che protegge dagli scogli e dai naufragi». Un potente antidoto anche per dissipare la «confusione propagata da alcuni fenomeni mediatici», ha soggiunto il porporato citando il bestseller «Codice da Vinci» dello scrittore Dan Brown. Anticipando uno degli esiti possibili del Sinodo, Ouellet ha ipotizzato un' enciclica sull' interpretazione della Bibbia. Al tempo stesso ha ammesso che fra i cattolici c' è grande ignoranza della Scrittura e una «fuga» dalle brutte prediche dei preti.

© Copyright Repubblica, 7 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

Sono stupefatta, caro Politi!
Lei parla di duro attacco del rabbino al Papa, ma non scrive una sola parola di critica!
Ma e' proprio Lei, caro Politi? Lei e' lo stesso giornalista che scrisse editoriali durissimi contro il Papa dopo il discorso di Ratisbona accusandolo di attentare al dialogo interreligioso (ammesso che, allora, fosse vero diaologo e non cortesia di facciata)?
Che cosa sarebbe accaduto se a pronunciare certe frasi fosse stato il Papa?
Sarebbe stato cosi' tenero, caro Politi?
La domanda e' retorica...
Io non esalterei la teologia della liberazione considerando la situazione in cui versa l'America Latina a causa di certe interpretazioni del Vangelo.
Strano che non si critichi questo tipo di teologia che coniuga il Cristianesimo con la politica.
Mah...

R.

7 commenti:

Luisa ha detto...

Dire poi che sono stati zittiti i teologi in questi ultimi anni, mi fa ridere, bisognava lasciare liberamente esprimersi, senza correggerli, i vari biblisti, teologi, che andavano diffondendo teorie contrarie alla dottrina cattolica?
E che ci sta a fare la CDF?
Sono al contrario stupita della grande liberalità non intervenzionista della CDF, perchè quando io ascolto o leggo certi teologi, come Mancuso, ma non solo, senza leggere contraddittori validi , mi dico che visto l`enorme ignoranza diffusa fra i cattolici, la confusione non può che aumentare.
Quando vedo come la Bibbia è strumentalizzata da certi gruppi cattolici, con una lettura soggettiva o intuitiva guidata da persone non competenti, mal formate, che si servono dei testi biblici per deformare la coscienza e non formarla, per colpevolizzare, mi dico : ben venga una direttiva chiara dal Sinodo !
Sperando poi nel testo definitivo scritto dal Papa, sperando ancora che sarà letto e applicato, perchè se osserviamo in che vuoto è caduta la Sacramentum Caritatis, il dubbio è legittimo.
Ma voglio restare positiva e ottimista.
Anche se diventa sempre più difficile.

mariateresa ha detto...

credo che nei confronti di Politi possiamo risparmiare il fiato.
Il fiato può sempre fare comodo ed è meglio non sprecarlo.
Lo strabismo fazioso dei suoi giudizi è così evidente che in certi momenti si prova tenerezza.
Andare in brodo di giuggiole per la teologia della liberazione è segno di atteggiamento mentale chic. Qui in Europa non c'è niente e nessuno che vi si ispiri a parte qualche gruppetto onanista, però è indicata come il massimo per i popoli.Mistero.

Anonimo ha detto...

Modestamente penso che l'articolo, sia più che altro una "cronaca" di quanto avvenuto. Infatti non troviamo ne critica e ne elogi. Giusto cosi. Poi non capisco cosa ci entrino gli articoli scritti precedentemente.
Questo è un articolo a se, e il giornalista è libero di dire cio che vuole, cosi come si è liberi di criticarlo.
E' un giornalista, non un teologo.

Raffaella ha detto...

Ne riparliamo la prossima volta che non si limitera' alla "cronaca"...

Anonimo ha detto...

"Ne riparliamo la prossima volta che non si limitera' alla "cronaca"..."

Quindi se, a suo avviso, per una volta l'autore dell'articolo fa una semplice cronoca invece di dare un giudizio allora sbaglia?
Della serie "due errori fanno una cosa giusta"?

Raffaella ha detto...

Il problema e' che si limita alla cronaca quando l'articolo riguarda esponenti di altre religioni e fa commenti pungenti quando si parla del Papa.
Perche' questi due pesi e due misure?
L'articolo citato e' il classico esempio: cronaca delle parole del rabbino, critiche al Papato che "limiterebbe" la parola dei teologi.
Ma quando mai?
Tutti possono parlare e tutti trovano eco sui media.
R.

Anonimo ha detto...

Ringrazio la gestice del sito, che approfitto dell'occasione per salutare, per avere ospitato il mio commento, complimentandomi oltretutto per il suo commento al mio commento.