4 ottobre 2008
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No alla contraccezione, perchè essa snatura il senso ultimo del matrimonio, che è la procreazione dei figli
Rodolfo Lorenzoni
No alla contraccezione, perchè essa snatura il senso ultimo del matrimonio, che è la procreazione dei figli. A quarant'anni dalla Humanae Vitae, l'enciclica con cui Paolo VI proibì l'uso della pillola contraccettiva, Benedetto XVI è tornato ieri sul tema del controllo delle nascite attraverso metodi non naturali.
E il Pontefice ha ribadito con forza il rifiuto che la Chiesa di Roma e la dottrina cristiana oppongono a tutti i metodi di contraccezione non fondati sulla conoscenza dei «ritmi fondamentali di fertilità della donna». Anche se molti cattolici non seguono questo insegnamento; e anche se - ancora una volta - la parola della Chiesa è in controtendenza rispetto al diffuso conformismo della società moderna.
«Come mai oggi il mondo, ed anche molti fedeli, trovano tanta difficoltà a comprendere il messaggio della Chiesa, che illustra e difende la bellezza dell'amore coniugale nella sua manifestazione naturale?» ha infatti chiesto ieri Benedetto a un convegno dedicato proprio all'enciclica di Paolo VI.
«Forse perchè - ha proseguito il Papa - la soluzione tecnica anche nelle grandi questioni umane appare spesso la più facile. Ma essa in realtà nasconde la questione di fondo, che riguarda il senso della sessualità umana e la necessità di una padronanza responsabile, perchè il suo esercizio possa diventare espressione di amore personale. La tecnica non può sostituire la maturazione della libertà, quando è in gioco l'amore». Di nuovo l'accento è caduto dunque sulla contrapposizione tra lo scientismo e l'uso indiscriminato della tecnica da una parte e il rispetto della vita, delle sue ragioni e della sua bellezza dall'altra.
Anche per ciò che riguarda l'amore coniugale, la famiglia e lo stesso corpo della persona umana, esiste quindi un disegno di Dio, che l'uomo deve scoprire nel suo cuore e assecondare. Perchè l'amore coniugale ha un modo proprio e specifico di crescere e comunicarsi, che consiste nel generare dei figli. «E perciò - ha ammonito il Papa - escludere questa dimensione comunicativa mediante un'azione che miri ad impedire la procreazione significa negare la verità intima dell'amore sponsale, con cui si comunica il dono divino».
Benedetto ha rivolto le sue parole soprattutto ai giovani, nel suo costante e immane progetto dottrinale di conciliare fede e ragione nel messaggio cattolico. E ha pensato alle giovani coppie, a quando ravvisano quelle gravi circostanze che possono rendere prudente distanziare oppure sospendere la procreazione dei figli. «I metodi di osservazione, che permettono alla coppia di determinare i periodi di fertilità - ha spiegato il Pontefice - consentono di amministrare quanto il Creatore ha sapientemente iscritto nella natura umana, senza turbare l'integro significato della donazione sessuale».
© Copyright Il Tempo, 4 ottobre 2008 consultabile online anche qui.
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