16 ottobre 2008

Sinodo dei Vescovi: la relazione del cardinale Ouellet e la conferenza stampa per fare il punto sui lavori (Radio Vaticana)


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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Sinodo dei Vescovi: la relazione del cardinale Ouellet e la conferenza stampa per fare il punto sui lavori

Un elenco di 19 quesiti su cui il Sinodo dei Vescovi dovrà riflettere nei prossimi giorni: questa la missione affidata ai partecipanti all’assise sinodale dal cardinale Marc Ouellet. Il Relatore generale del Sinodo ha infatti pronunciato in latino ieri pomeriggio la sua Relatio post disceptationem, a conclusione degli interventi dei padri sinodali e in vista dell’avvio dei lavori dei Circoli minori. I particolari da Isabella Piro:

Come far comprendere meglio ai fedeli che la Parola di Dio è Cristo? Come elaborare un compendio per la stesura delle omelie? Come conciliare dialogo interreligioso e affermazione dogmatica sull’unicità di Cristo? Come formare i fedeli, e non solo, alla Lectio divina? Non sono domande semplici quelle poste dal cardinale Ouellet, ma sono quesiti che fotografano gli spunti più rilevanti emersi finora dal Sinodo. Nella sua Relazione dopo la discussione, il porporato ha ribadito la necessità di collegare Parola di Dio, Liturgia ed Eucaristia: il carattere dialogico della Parola trova, infatti, il suo fondamento nel mistero della Trinità. Allo stesso modo, il Relatore generale ha sottolineato l’importanza dell’ascolto di Dio e dell’uomo come missione primaria della Chiesa, così come la necessità del silenzio per fare posto, in noi stessi, al Verbo vivente. Sull’esempio di Maria, quindi, che contemplava e meditava le parole di suo Figlio - ha detto il cardinale Ouellet – così noi siamo chiamati a soffermarci sulle parole delle Sacre Scritture, valorizzandone qualche versetto, magari attraverso la memorizzazione. E ancora, l’arcivescovo di Québec ha ricordato il ruolo dei carismi, che permettono di vivere il Verbo divino in modo creativo, in tempi diversi e in culture diverse. Fondamentale, inoltre, la capacità del Vangelo di sanare le ferite dell’uomo contemporaneo che vive come se Dio non esistesse e si allontana dalla Grazia, aprendo le porte a nuove schiavitù. Ribadita anche la profonda sintesi tra Scritture, Tradizione e Magistero, poiché la Bibbia presuppone la Chiesa e da essa ne deriva la sua interpretazione autentica. Centrale, poi, la necessità di passare da un’omelia moralizzante ad una predicazione più missionaria, che guardi anche ad altre forme di comunicazione come le iconografie e il canto, e l’invito a superare le tensioni tra esegesi biblica e teologia, in modo da cogliere adeguatamente il legame tra il senso storico e quello spirituale della Scrittura. Quindi, l’importanza della Lectio divina, che il cardinale Ouellet ha definito “una forma di orazione che purifica il desiderio e produce una disponibilità in armonia con la Volontà di Dio”. Poi, il tema del dialogo: che sia ecumenico, interreligioso o interculturale, il codice comune – ha detto il cardinale Ouellet – rimane sempre la Bibbia, terreno di unità per sormontare le divisioni, anche in zone dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina in cui sono forti le tradizioni locali. In particolare, il Relatore generale del Sinodo ha fatto riferimento al dialogo con gli ebrei e gli islamici: il rapporto con i primi – ha detto – tocca l’interno stesso della Chiesa e del mistero della fede, mentre il dialogo con l’Islam deve basarsi sui principi comuni, come la resistenza alla secolarizzazione e l’affermazione dell’importanza sociale della religione. In tutti i casi, comunque, ha ribadito il porporato, vale la “regola d’oro” del rispetto reciproco:

"Verbum Dei locum essentialem pariter obtinet cum culturis modernis… "

Un paragrafo speciale è stato dedicato, inoltre, al rapporto tra Parola di Dio e culture moderne: la prima – ha detto il porporato – può e deve essere il fermento delle altre. Il compito dei cristiani, allora, sarà quello di alimentare il legame tra scienza e fede, di restare attivi sulla scena pubblica e di testimoniare il loro Credo con le parole e con i fatti.

"Nobis sucurrit interrete, itaque accessus ad Sacram Scripturam pervulgatus est…"

Quanto all’accesso alle Sacre Scritture, l’auspicio dell’arcivescovo di Québec è stato che il Sinodo incoraggi la diffusione della Parola di Dio tramite le moderne tecniche di comunicazione, come Internet, e favorisca la traduzione della Bibbia anche nelle lingue poco diffuse:

"Sub hoc respectu, optari videtur recognitio ad longum tempus lectionarii…"

Infine, due proposte da valutare: la revisione a lungo termine del lezionario, forse in sinergia con i “fratelli orientali”, e l’organizzazione di un Congresso internazionale sulla Parola di Dio. Toccherà ora ai Circoli minori valutare il tutto e scegliere quali di questi temi entreranno a far parte delle Proposizioni finali del Sinodo. Sinodo che è entrato, dunque, nella sua seconda fase e del quale è possibile tracciare un primo parziale bilancio. Come ha fatto stamani, in conferenza stampa, il cardinale Odilo Scherer, presidente delegato dell’assise sinodale:

"Mi pare che lo scopo del Sinodo sia proprio questo: risvegliare un rinnovato interesse verso la Sacra Scrittura, verso la Parola di Dio che non per noi cattolici non è solo Sacra Scrittura, è più della Scrittura. E poi un altro elemento, forse, è proprio questo: che la Chiesa è ascoltatrice della Parola, prima di essere missionaria della Parola: perciò è importante che si formino gli ascoltatori della Parola più che specialisti della Parola: servono infatti discepoli della Parola, che poi la portino anche con gioia e speranza agli altri".

Il Sinodo, si è detto inoltre, è anche un messaggio esplicito al mondo protestante, poiché attesta l’importanza e l’interesse della Chiesa cattolica per la Bibbia.

Quanto alle domande dei giornalisti sulla possibile pubblicazione dell’intervento del Papa ai Padri sinodali, pronunciato a braccio martedì scorso, il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi ha risposto così:

"Non c’è nessun motivo di non pubblicarlo. E’ stata fatta una trascrizione del testo, che è stato inviato al Papa perché potesse verificare se andava bene o no. Non è ancora tornato, tutto qua: però si spera che torni e sia poi pubblicato".

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Strano questo interesse da parte dei giornalisti...ignorano i lavori del Sinodo e aspettano la pubblicazione del discorso del Papa?
Mah...

R.

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