4 luglio 2007

Il bilancio della Santa Sede? Un'occasione per fare inutili confronti


Vedi anche:

Rassegna stampa del 4 luglio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 4 luglio 2007 (1) [bilancio della Santa Sede]

Lo storico Agostino Giovagnoli: la lettera del Papa alla Cina è una novita' storica

Vaticano: raddoppia l'obolo di San Pietro, bilancio in attivo

Pubblichiamo l'articolo di Marco Tosatti sul bilancio (e non solo) della Santa Sede. Segue il mio commento.
Raffaella


MIGLIORANO ANCHE LE CIFRE DEL BILANCIO VATICANO: UN «UTILE» DI 2 MILIONI DI EURO RISPETTO ALLE USCITE PER LA GESTIONE ORDINARIA

Carità, Ratzinger batte anche Wojtyla

MARCO TOSATTI

CITTÀ DEL VATICANO

Che Papa Ratzinger abbia un carisma diverso, meno «accattivante» di quello esercitato da Papa Wojtyla è una tesi che affiora periodicamente; ma oltre ai numeri delle udienze, anche le cifre economiche sembrano venire in aiuto a Benedetto XVI. Parla il bilancio: nell’anno 2006 è quasi raddoppiato «l’obolo di San Pietro», che ha toccato i 101 milioni e 900 mila dollari, contro i 59 milioni e 441 mila dollari dei dodici mesi precedenti. L’Obolo di San Pietro è la colletta che viene raccolta ogni anno, in tutte le chiese cattoliche del mondo, il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo. A questo si aggiungono le offerte degli Istituti di vita consacrata, delle Fondazioni cattoliche e dei fedeli. Un fiume di denaro che confluisce in Segreteria di Stato, sotto la voce «Obolo di San Pietro - Per la carità del Papa», e di cui il Pontefice dispone in maniera indipendente. In passato, quando i bilanci della Santa Sede erano pericolanti, è accaduto che dall’Obolo venisse un aiuto; ma in genere si cerca di evitarlo.
Obolo a parte, c’è comunque un risultato positivo, per il terzo anno di seguito, delle finanze vaticane; i dettagli li sapremo venerdì, quando il «ministro del Bilancio», il cardinale Sergio Sebastiani, illustrerà ufficialmente il bilancio consultivo consolidato; ma già ora è possibile dire che questo avviene grazie alla ripresa della congiuntura dei mercati finanziari che avevano fatto parlare, dal 2000 al 2003, di un possibile crack delle finanze del Papa. La Santa Sede, che non ha tasse e non ha entrate, si basa - per pagare i sui 2704 dipendenti e le spese di funzionamento - di una sapiente gestione della «dote» che lo Stato italiano le diede nel 1929, investita sul mercato finanziario mondiale. Nel 2004 le fluttuazioni dei cambi erano costate all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, che gestisce questo «tesoretto», undici milioni di euro di perdite; un anno più tardi la fluttuazione positiva aveva portato un netto di 21,7 milioni di euro, contribuendo al risultato «record», negli ultimi otto anni, di un avanzo del bilancio di 9,7 milioni di euro.
Il 2006 non è stato così clamoroso: ma la differenza positiva di due milioni e 405 mila euro fra entrate (227.815.031) e uscite (225.409.716) consolida un trend positivo. Nelle uscite figurano le spese per gli stipendi dei dipendenti, laici e religiosi; il costo dei «ministeri», e il mantenimento delle «Nunziature», le 200 ambasciate nel mondo; e le spese per gli organi di informazione, Radio vaticana, Osservatore Romano e Centro televisivo vaticano. Un capitolo a parte è costituito dallo Stato della Città del Vaticano, che gestisce le uniche attività redditizie: Musei (4,2 milioni di turisti) e Filatelia. Il 2006 si è chiuso con un risultato positivo di 21 milioni e 849 mila euro; c’è un calo rispetto al bilancio precedente (29 milioni e 600mila euro).

© Copyright La Stampa, 4 luglio 2007

Innanzitutto una precisazione, che Tosatti non fa: il boom di entrate del 2005 era stato spiegato,lo scorso anno, principalmente con "una migliore congiuntura dei mercati finanziari dei cambi".

E veniamo al complesso dell'articolo.
E' mai possibile che si facciano, ancora (consentitemelo: che barba!!!!), confronti fra Papa anche sulla base di un semplice bilancio? Come ho detto nel post precedente, non amo i confronti anche se questa volta, stranamente, i giornali "osannano" Papa Ratzinger.
Tosatti, pero', ci mette qualcosa in piu' rispetto ai suoi colleghi e non perde occasione di scrivere che il carisma di Papa Benedetto e' meno «accattivante» di quello di Giovanni Paolo II ma che, in realta', "soccorrono" il Papa tedesco sia i dati delle udienze sia i dati economici.
Innanzitutto mi chiedo: in un articolo sulle finanze della Santa Sede si sentiva la necessita' di parlare di carismi dei Papi? Non mi pare, caro Tosatti!
Francamente non ho capito il senso della prima frase dell'articolo.
A me pare che la questione del carisma sia un tema che interessa, anzi quasi ossessiona, solo i vaticanisti. Non mi pare che i fedeli si pongano certi problemi. La verita' e' che Papa Benedetto ha un carisma tutto particolare, che i Cattolici avvertono, comprendono ed amano. Gli unici a non capacitarsi dei dati delle udienze, dell'aumento dell'obolo di San Pietro, dei 100mila fedeli presenti alla processione del Corpus Domini (di cui hanno parlato solo Socci ed Avvenire), dell'affetto che tutti proviamo per il Papa, sono proprio i vaticanisti.
E' ora di superare il "problema", cari amici della carta stampata
!
Raffaella

6 commenti:

mariateresa ha detto...

cara Raffaella, credo che l'articolo di Tosatti serva, dal suo punto di vista,a dare spiegazione del fatto ai lettori di un giornale eroicamente laico, così originale che a volte ha persino i titoli uguali a Repubblica, chissà, forse un unico poveretto lavora per entrambe le testate, così si risparmia. Dopo avere usato il melenso confronto fra i due papi fino allo sfinimento (non solo lui,era in numerosa compagnia), con testi simili a quelli delle segreterie telefoniche , ora, di fronte ai numeri, cosa dovrebbe dire? ma non ci sono solo le udienze, o i dati di bilancio, ci sono anche i libri venduti, libri stupendi ma nonsemplicisssimi, che vengono apprezzati. Questo lo constato non da credente, perchè anche se il Papa non avesse udienze affollate, il bilancio fosse andato così così e non vendesse molti libri, per me rimarrebbe il Papa, non sono criteri di riferimento per me che appartengo alla Chiesa.
Sono criteri per i media e sono proprio i media che ci hanno scassato la pazienza con la faccenda del carismatico o meno.E potrei anche prenderla in scioltezza se non fosse per un'altra faccenda: lo stravolgere i discorsi e gli interventi del Pontefice sempre adattandoli alla povera politica italiana come se se l'Italia e la sua scalcinata classe dirigente fossero l'ombelico del mondo e non un gruppone di modesti omarini avvinghiati alle cadreghe. E non ce l'ho solo con la Stampa. Mettergli in bocca quello che fa comodo.
Questa è la cosa che mi rende idrofoba.
Poi mi passa.

Anonimo ha detto...

Grazie Mariateresa :-)
A me da' molto fastidio anche un altro dato: i vari giornali (emblematico "Il Corriere" che non ha scritto una parola sulla lettera alla Cina) ignorano completamente il Magistero del Papa salvo poi perdersi nei meandri dei dati di bilancio o dei numeri piu' o meno elevati in questo o nell'altro viaggio apostolico. Personalmente non amo i numeri ed i confronti, ma se i giornalisti amano usare il pallottoliere si accomidino purche' lo facciano sempre e non solo quando fa comodo...
Ciao

lapis ha detto...

ciao Raffaella, dopo una breve vacanza sono tornata a leggere il tuo sempre aggiornatissimo e accuratissimo blog! E mi complimento per la visibilità che hai dato alla lettera di Papa Benedetto ai cattolici in Cina per venire in aiuto dei nostri fratelli cinesi, i quali possono incontrare non poche difficoltà nel reperirne il testo nel web.
L'articolo di Tosatti? Banale, anche se ammetto che l'argomento economico non si prestava a particolari voli pindarici, tant'è che il giornalista ha pensato bene di ravvivarlo ricordando, niente meno, che il carisma di Ratzinger è meno accattivante di quello di Wojtyla: davvero originale, non c'è che dire...
Insieme al balletto delle cifre spunta poi un (apparente) riconoscimento a Papa Benedetto: in effetti stupisce questa facile e insolita concessione, quando invece vengono regolarmente sottostimati i dati di affluenza alle udienze e agli Angelus oppure gli stessi vengono attribuiti al bel tempo, al turismo, al fatto che le comitive sono in piazza San Pietro per visitare le tombe dei Papi e i Musei Vaticani e chi più ne ha più ne metta. Qualcuno ha una risposta? Io ho solo un'ipotesi che, ammetto, è cattiva, e cioè penso che sia più facile concedere a Papa Benedetto, da parte di chi non lo ama, di essere un bravo businessman, capace di attirare denaro in Vaticano, piuttosto che ammettere la misura della sua umanità, capace di suscitare in molti cuori il desiderio della conversione: un tesoro ben più prezioso e inestimabile di qualunque obolo e che i media rifiutano di voler attribuire a chi, appunto, continuano a vedere come "meno accattivante".
Penso male, lo so, e a pensar male si fa peccato, però (spesso) ci s'indovina...
; )

Anonimo ha detto...

Bentornata Lapis :-)
Ci sei mancata moltissimo!!!
Che cosa dirti se non un sonoro BRAVA? :-)))
Grazie per i complimenti.
Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Per Lapis la tua ipotesi sarà anche cattiva ma, temo che sia molto, molto veritiera nella mente di certa gente come Tosatti.

Anonimo ha detto...

Per Lapis la tua ipotesi sarà anche cattiva ma, temo che sia molto, molto veritiera nella mente di certa gente come Tosatti.