7 luglio 2007

IL MOTU PROPRIO CHE LIBERALIZZA LA MESSA TRIDENTINA

IL TESTO DEL MOTU PROPRIO (in italiano)

LA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI PER PRESENTARE IL MOTU PROPRIO.

Mi sono permessa di sottolineare le parti che ritengo fondamentali. Consiglio a tutti lo studio della lettera perche' straordinariamente profonda. Commenteremo fra poco le disposizioni del Santo Padre.
Raffaella

12 commenti:

Anonimo ha detto...

io il latino l'ho letto tranquillamente... sicchè

non mi fermo a lodare la saggezza e la prudenza del motu proprio che sono esemplari!!!
ma pongo l'attenzione su qualche nodo "problematico" su cui sarà bene riflettere

* un rito con due "usi"... è una novità nella storia liturgica, o sbaglio? altre forme precedenti rispondevano piuttosto a consuetudini diverse di piccoli gruppi... qui è universale: la lex credendi trova due usi nella lex orandi del rito latino
* la questione della non abrogazione (e la conseguente lettura storica soggiacente) mi pare l'elemento più debole dei documenti... secondo me l'idea generale negli anni settanta fosse che il "nuovo" messale fosse in così piena continuità con il "vecchio" che non c'era bisogno di un'abrogazione formale... e comunque exusatio non petita accusatio manifesta...
* molto bene l'idea della sperimentazione: la palla ora passa a chi usa la forma più antica...
* mooooolto, ma mooooolto importante il riconoscimento delle omissioni che spesso hanno prodotto delle fratture nel corpo ecclesiale: una pietra miliare per il modello di governo della Chiesa non solo universale ma anche locale... una perla ecclesiologica e pastorale
* commovente - fino alle lacrime!!! non si fa così, caro benedetto!!! - il riferimento a gregorio magno e alla vita monastica romana... sto ancora asciugandomi le lacrime...

francesco

Anonimo ha detto...

Caro Francesco, mi sembra che la tua sia una valutazione positiva (salvo, ovviamente, alcune questioni di cui ci hai gia' parlato).
Pensi che sia posssibile che si crei una sorta di "competizione" (lo dico in senso assolutamente positivo) che puo' portare al miglioramento di entrambi i riti (tridentino e conciliare)?

Anonimo ha detto...

Era evidente che il suo commento fosse questo....... l'unica cosa positiva che riconosco è il suo riconoscimento della saggezza e della prudenza del Motu Proprio ( ammesso che quello che ha scritto sia la sua vera idea) Le ricordo ma, spero che lei abbia letto la lettera cosa che dubito fortemente, che il Papa dice chiaramente che è improprio parlare di due riti trattandosi di un uso duplice del medesimo rito ( rilegga la lettera con più attenzione grazie ). La invito di usare meno battutine simili a frecciate avvelenate ed a leggere ancora una volta il testo!!!!!!!!!!
Guardi che con un pò di pazienza lo può comprendere anche un bambino di sei anni tanto è semplice e chiaro. Volere è potere!!!!!!!!

mariateresa ha detto...

io ribadisco una cosa: meglio di così non poteva agire per venire incontro alle legittime domande , attese e dubbi di tutti. Io lo trovo molto equilibrato, ma io non sono nessuno.
Qualsiasi tipo di problema possa sorgere, e quando si cambia può succedere, io credo che da parte di tutti ci possa e ci debba essere lo sforzo di operare per la "riconciliazione" come dice il Santo Padre.
vedo che tutta la disputa sui "perfidi giudei" è andata a farsi benedire. A dimostrazione che quando si vuole polemizzare per partito preso si usa tutto, anche il pattume.
Domanda sinceramente curiosa per Francesco: perchè si deve asciugare le lacrime per il riferimento a Gregorio Magno e alla vita monastica romana? Abbia pazienza, io non sono astuta e in più ci sono 40 gradi.

euge ha detto...

Cara Mariateresa anch'io sono soddisfatta della lettera accompagnatoria al Motu proprio riguardo alla collaborazione ed al pattuma sono d'accordo con te!!!!!! anch'io non ho ben compreso per quale motivo francesco debba asciugarsi le lacrime francamente questa espressione mi lascia alquanto perplessa!!!!!!!!!! o forse come hai detto tu mariateresa non siamo volpi e con 40 gradi forse non abbiamo compreso la finezza delle sue osservazioni!!!!!!!
Eugenia - Grazie Benedetto

Cristiano ha detto...

Un rito con due usi è una novità perchè fu una novità l'istituzione attuata in pochi anni di un rito "avventizio". Esso, pur non discostandosi dalla perenne lex credendi, mise in luce nella sua lex orandi alcuni aspetti già presenti nel rito precedente(es.l'aspetto "memorialistico" della celebrazione), accantonandone definitivamente altri (es.il rinnovamento del sacrificio del Calvario). In questo senso fu un adattamento per riduzione. Manifestò poi anche dei connotati che si possono definire "nuovi" nella lex orandi. Ora poichè essi in alcun modo sostituiscono o annullano i connotati del rito precedente, si dà oggi questa anomalìa, del tutto sopportabile, dei due usi di un medesimo rito, che manifestano ciascuno a suo modo una sola lex credendi.
Saluti!

Cristiano ha detto...

Care Mariateresa e Eugenia, credo di rispondere interpretando il sentire di Don Francesco se dico che certi riferimenti "leggendari" e "agiografici" sono indegni degli uomini moderni e dei "cristiani adulti" del mondo di oggi... semmai dell' ingenua, barbara plebaglia vissuta nei secoli passati. Oggi il mondo è andato avanti, si è lasciato alle spalle certe cose;-)

Luisa ha detto...

Quanto sono toccata( si dice?) dall`umanità della lettera di Papa Benedetto. Si sente attraverso tutto il testo la sua preoccupazione di pastore, la sua attenzione, la sua bontà.
E anchi`io mi sono commossa, ma nessuna ironia nelle mie parole, leggendo il passaggio dove il Papa parla delle deformazioni liturgiche al limite del sopportabile che hanno ferito tanti fedeli.
Io ho fatto parte di quei fedeli, è a causa di quelle deformazioni che mi sono allontanata dalla pratica della mia fede, come in stato di legittima difesa, sì io sono stata ferita e mi sono difesa allontanandomi.
Grazie a Dio, 2005 ha segnato il mio ritorno nel gregge. e ritrovare la mia famiglia mi ha riempito e mi riempie di gioia.

Luisa ha detto...

Quanto sono toccata( si dice?) dall`umanità della lettera di Papa Benedetto. Si sente attraverso tutto il testo la sua preoccupazione di pastore, la sua attenzione, la sua bontà.
E anchi`io mi sono commossa, ma nessuna ironia nelle mie parole, leggendo il passaggio dove il Papa parla delle deformazioni liturgiche al limite del sopportabile che hanno ferito tanti fedeli.
Io ho fatto parte di quei fedeli, è a causa di quelle deformazioni che mi sono allontanata dalla pratica della mia fede, come in stato di legittima difesa, sì io sono stata ferita e mi sono difesa allontanandomi.
Grazie a Dio, 2005 ha segnato il mio ritorno nel gregge. e ritrovare la mia famiglia mi ha riempito e mi riempie di gioia.

francesco ha detto...

x anonimo... legga più attentamente lei... io ho tradotto letteralmente il latino e ho parlato di un rito con due "usi"
x gli altri... gregorio magno e la vita monastica romana sono forse la mia devozione più forte: un vero colpo al cuore che il papa ne parli così!!! solo don milani, e forse qualcosa di giussani possono arrivare a tanto!
x raffaella... la mia valutazione è molto positiva e le osservazioni che faccio sono più in prospettiva per il lavoro teologico che può scaturire da questi documenti
non penso che si inneschi il meccanismo virtuoso che dici, anzi... sarebbe buono, ma mi sembra che non ci siano le condizioni di base... il senso della liturgia è così basso nella chiesa, anche tra il clero (e tra i vescovi!!!) non so... ma spero che abbia ragione il papa per il bene della chiesa
però questa idea mi sa tanto di hegelismo... tesi, antitesi, sintesi... diciamo che il documento è importantissimo come esempio di governo: non affossare i problemi, ma governarli, gestirli... come se dicesse ai vescovi: "non teniamo i tradizionalisti fuori della chiesa, ma poniamoci come guide, accompagnamoli a vivere la loro devozione al messale precedente all'interno della teologia liturgica attuale della chiesa!" e sapessi come ogni prete sognasse un vescovo che avesse questa capacità di governo
e qui il riferimento a gregorio magno (e a basilio!!! mercoledì scorso) trova la sua collocazione più vera... abbiamo bisogno di vescovi che prendono a cuore la chiesa, che la accompagnano e con la gestiscono soltanto!!!
vabbè perdonami mi son lasciato andare un po'

Luisa ha detto...

.....Vabbè, Francesco, si lasci andare un pò più sovente...a me va benissimo così .

Anonimo ha detto...

Concordo con Luisa: caro Francesco, la tua devozione per Gregorio Magno e San Basilio traspariva da ogni parola. Hai espresso un pensiero veramente molto bello :-)