22 luglio 2007

Il Papa in Cadore: cronaca della tredicesima giornata


Vedi anche:

La scommessa di Papa Benedetto sulla Cina

SPECIALE: LA LETTERA DEL PAPA ALLA CHIESA CINESE

IL BLOG "LETTERA DI PAPA RATZINGER ALLA CINA"

La lettera del Papa alla Cina? Potrebbe segnare una svolta storica

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GMG DI SYDNEY

La modernita' nel Pontificato di Papa Benedetto

Il Papa: ringraziamo Dio perche' l'Europa e' in pace

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Sulle tracce dei nonni materni di Papa Benedetto...

La conferenza stampa del cardinale Bertone raccontata da chi l'ha ascoltata

LA CONFERENZA STAMPA DEL CARDINALE BERTONE IN CADORE: LO SPECIALE DEL BLOG

IL PAPA IN CADORE: LO SPECIALE DEL BLOG


Buona domenica carissima amici :-))
Oggi parleremo di vari argomenti ma, come di consueto, iniziamo dalla cronaca delle vacanze del Papa in Cadore
:-)
Raffaella


Lorenzago. L’indimenticabile concerto di venerdì sera al castello di Mirabello

«Il vostro canto contro la guerra e le divisioni»

Un crescendo di emozioni e di intensità, fino all’esibizione dei sette cori insieme

LORENZAGO. Gli uomini della sicurezza, al posto di blocco di polizia e carabinieri proprio all’imbocco della stradina che porta al Castello, di fronte all’albergo Roma, sono gentili, ma molto severi e scrupolosi. Transita solo chi è in possesso del pass “Concerto per il Santo Padre Benedetto XVI”.
La lunga teoria dei cantori (oltre duecento, di sette diversi complessi), si incammina verso il Castello già verso le 17.30. La giornata è calda, ma per fortuna l’ascesa alla residenza papale è immersa nel bosco e quindi non particolarmente faticosa. Nel cortile del castello, sotto la loggia, è stata approntata la zona che ospiterà il concerto: un palco a gradoni in ferro, per i cantori, una serie di sedie e panchine per il pubblico. Alla loggia il tradizionale drappo rosso posto sulla balconata ove siederà il papa.
I complessi corali sono accolti dal vescovo Giuseppe Andrich e con l’aiuto del suo segretario, provano i loro canti ed i movimenti di entrata e uscita. Nulla è lasciato al caso affinchè la serata riesca nel modo migliore. Cinque telecamere sono già pronte per le riprese ufficiali. Dalle 19.30 moltissime autorità arrivano al Castello. Tra le altre il prefetto di Belluno, Provvidenza Delfino Raimondo, il consigliere regionale Dario Bond, il presidente della Provincia Sergio Reolon con l’assessore Angelo Costola, l’arcidiacono del Cadore, monsignoro Marinello, i presidenti dell’Ana Belluno, Arrigo Cadore e Antonio Cason della Sezione Cadore, il dirigente del Corpo forestale Flavio De Nicolò.
Puntualmente alle 20.15, il santo padre si affaccia alla loggia tra gli applausi del pubblico. Accanto a lui il segretario personale, padre Georg, ed il vescovo Giuseppe Andrich che prende la parola per il saluto ufficiale al pontefice, con il rinnovato ringraziamento per la scelta del Cadore come sede per il suo riposo estivo. «Queste montagne meravigliose», ha ricordato il vescovo, «possano ritemprare Sua Santità. Queste stesse montagne novant’anni fa videro la tragedia della guerra e furono simbolo di odio e divisione. Oggi sono montagne di pace che la nostra tradizione popolare ama cantare nella loro maestosa bellezza. E per questo», ha concluso il vescovo Andrich, «vogliamo offrire a Sua Santità un concerto con tutti i complessi corali che storicamente rappresentano il Cadore, come segno di lode al Signore per i doni concessi».
Con la sobria presentazione del segretario del vescovo, i cori si esibiscono inizialmente con un brano a testa. Poi il programma prevede quattro esecuzioni insieme, con un effetto notevole, visto il numero dei componenti. L’ultimo brano proposto dai cori a voci virili, “Benia Calastoria” di Bepi De Marzi, racconta una vicenda di emigrazione, con il commovente ritorno di Beniamo tra le sue montagne e le sue “contrà”: un crescendo mirabile per forza e intensità che ha chiuso in bellezza il concerto.
Dopo l’intervento del papa, evidentemente soddisfatto per la qualità delle esibizioni valutate con la sua nota competenza musicale, il momento della benedizione apostolica finale. Quindi la consegna dei doni di tutti i cori, con il saluto personale del papa ai direttori. Infine il papa è sceso dalla loggia e nel cortile del castello ha posato assieme ad ogni coro per una foto storica a ricordo di una serata memorabile.
Il tutto è durato circa un’ora e un quarto, dalle 20,15 alle 21,30.
Le armonie suggestive dei cori alpini hanno chiuso così per Benedetto XVI, una giornata segnata dal sollievo e dalla soddisfazione per l’esito positivo della vicenda di padre Giancarlo Bossi, il missionario italiano tenuto sotto sequestro per 39 giorni nel Pime, nel sud delle Filippine.

© Copyright Corriere delle Alpi, 22 luglio 2007


«Difendete così i valori dell’Europa»

La memorabile serata insieme con il papa vissuta dal palco

IL RACCONTO Le emozioni di un corista

LORENZAGO. «Che la strada sia lieve e il vento sia dietro di te, che la luce del sole riscaldi il tuo viso e la pioggia ti bagni dolcemente...»: inizia così la “Benedizione irlandese” di J.H. Moore, un brano intenso, coinvolgente dove le varie parti si fondo mirabilmente. Lo sguardo del corista abbandona per qualche attimo le indicazioni e i cenni del maestro Luciano Casanova e si alza verso la loggia del Castello, verso quell’uomo vestito di bianco che ascolta con attenzione.
Il volto è sereno, riposato. Talvolta si asciuga la fronte con un fazzoletto nella serata calda, perfino a Lorenzago di Cadore. Pochi minuti e il brano finisce senza toni altisonanti, ma con un accordo armonioso: “O Dio tienila nel palmo della mano questa nostra vita”. L’applauso è convinto da parte di tutti. Sono tante la autorità salite al Castello per assistere al concerto. Sette complessi corali (di cui due a voci miste) in rappresentanza di tutto il Cadore, per celebrare la bellezza di queste montagne, ma anche la tradizione di un popolo che ama cantare. Ogni coro fa del proprio meglio. Poi, nella seconda parte della serata, il momento ancor più emozionante con la voce di più cori insieme. I cinque, a voci virili, Cadore, Comelico, Cortina, Oltrepiave e Peralba che eseguono la “Montanara” diretti da Luciano Casanova e “Benia Calastoria” di De Marzi, diretti da Gabriella Genova. E poi i due cori a voci miste San Vito e Rualan con “Signore delle Cime” e “Laila oh”.
Quando Benedetto XVI si alza e si avvicina al microfono, è la volta degli oltre 200 coristi ad applaudire. «Voglio ringraziarvi tutti», dice il papa, «maestri, coristi, e quanti hanno contribuito a realizzare questo concerto meraviglioso». Le ombre della sera ormai sono scese, il monte Miaron non si vede più, una luce tenue illumina la loggia. «Mi viene in mente una frase di Sant’Agostino secondo cui cantare è espressione d’amore. Il canto corale aiuta ad educare l’udito esteriore, ma anche e sopratutto l’udito interiore. L’attenzione per gli altri coristi, il rispetto delle indicazioni del direttore, la comprensione della musica, tutto serve a far crescere l’amore e la pace dentro di noi. Come ha ricordato il vescovo di Belluno, 90 anni fa queste montagne hanno visto la tragedia della guerra, oggi ringraziamo Dio perchè queste vette sono simbolo di pace e collaborazione. E questo anche grazie al canto».
Poi il papa ha ricordato il valore del canto popolare espressione dei valori e delle tradizioni dell’Europa. «Il canto popolare è una delle forme più alte di espressione dei valori e delle tradizioni. Ringrazio tutti quelli che si impegnano affinchè questa forma di espressione venga tramandata e possa diffondersi sempre di più». In chiusura il momento più solenne. «Il mio ringraziamento giunga su di voi con la benedizione apostolica».
Resterà indimenticabile per il direttore Luciano Casanova e per i suoi colleghi la salita alla loggia per il saluto personale del papa e la consegna del dono del Coro Comelico, il volume “La nostra storia” edito per il 40º. Poi l’ultimo momento di una giornata eccezionale: la foto che il pontefice ha voluto fosse scattata assieme a ogni coro. Con l’ultimo grazie al direttore e ai coristi. (l.o.)

© Copyright Corriere delle Alpi, 22 luglio 2007


Tutto pronto per l’appuntamento con i fedeli provenienti da Belluno, Treviso e Friuli

Per l’Angelus attesi a Lorenzago in diecimila

Maxischermo per chi non riuscirà a entrare. Tremonti c’è già, forse arriva anche Bossi
I servizi e gli orari Parcheggi predisposti attorno al paese il più lontano è a tre chilometri

FRANCESCO DAL MAS

LORENZAGO. Il papa non è uscito per la quotidiana passeggiata serale. Lo attendevano in mille sulle strade di Lorenzago, di Vigo e di Laggio, dove indiscrezioni più o meno autorevoli lo davano per presente. Lo incontreranno oggi a mezzogiorno.
E non saranno 6 mila, ma 10 mila: dal Cadore, dal Bellunese, dal Veneto e dal Friuli. Molti di loro saliranno a piedi, perché la strada statale sarà chiusa dalle 8, altri in navetta. Un migliaio i posti macchina predisposti a valle e a monte del paese. I ritardatari si preparino a farsi tre chilometri a piedi: questa la distanza massima.
La piazza. Due gli appuntamenti: alle 10 la messa concelebrata dai vescovi Andrich di Belluno e Mazzocato di Treviso (che è arrivato già ieri sera guidando la propria auto). A mezzogiorno l’Angelus in diretta televisiva. Piazza Calvi è stata suddivisa in 10 settori. Quattromila i pass. Per chi sarà costretto a rimanere alle spalle della chiesa, è stato installato un maxischermo.
Sessanta cinesi. Anche 60 cinesi di Hong Kong in piazza a Lorenzago. Accompagneranno il cardinale Zen che sarà a fianco di Benedetto XVI, all’Angelus. Non mancherà il patriarca di Venezia, Angelo Scola. Tra i vescovi: Andrich, Mazzocato, Ducoli.
Bossi e Tremonti. Il “senatur”, prima annunciato, poi non confermato, viene dato presente, insieme alla moglie, fra le 160 autorità, le uniche ad avere posto a sedere davanti alla tribuna pontificia. Però gli amici lorenzaghesi di Umberto Bossi ieri sera non davano per scontato il suo arrivo fra le Dolomiti. Nell’elenco delle autorità, invece, ci sono Giulio Tremonti e la moglie. Tremonti s’è affacciato ieri mattina, in accappatoio, sulla porta di casa, ad una signora che bussava. Era sorridente. La presenza di Bossi e Tremonti è stata confermata anche dal prefetto. Per la Regione ci sarà l’assessore Oscar De Bona, che inviterà di nuovo il papa a Lorenzago per l’anno prossimo. Annunciata anche Elena Donazzan, assessore alla protezione civile. Indiscrezioni danno presente anche Luca Zaia, vicepresidente della Regione. La Provincia sarà rappresentata, fra gli altri, dal presidente Sergio Reolon e dall’assessore Angelo Costola. I sindaci del Cadore ci saranno tutti. Li porterà con una navetta la Magnifica Comunità, rappresentata dal presidente Callisto Fedon e dall’arcidiacono Renzo Marinello.
Tremonti con bandiera vaticana. Una nuovissima bandiera del Vaticano sventola dal balcone della casa di Giulio Tremonti, la prima che i 10 mila pellegrini di oggi incontreranno all’inizio del paese.
Servizio sanitario. In via Centa saranno dislocate l’ambulanza vaticana, con i medici di Benedetto XVI e un “punto medico avanzato”, una specie di ospedale da campo con medici e infermieri. Altra ambulanza in via Costola. La terza in via Cesarol. Tutte con personale medico e infermieristico. Inoltre 30 volontari della protezione civile saranno dislocati nei vari settori della piazza. «All’Angelus di domenica scorsa, al castello Mirabello», riferisce Costola, «abbiamo realizzato una cinquantina di interventi, per fortuna tutti di poco conto».
Gdf abbatte sbarra. Un’auto della Guardia di finanza ha abbattuto ieri pomeriggio la sbarra vigilata (dai carabinieri) all’ingresso principale del castello Mirabello. In soccorso sono arrivati gli uomini della protezione civile.

© Copyright Corriere delle Alpi, 22 luglio 2007

Nessun commento: