20 luglio 2007
Il Papa in Cadore: cronaca dell'undicesima giornata
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Cari amici, buongiorno :-)
Anche oggi leggeremo un'ampia rassegna stampa sugli argomenti piu' vari. Iniziamo con la cronaca delle vacanze del Santo Padre.
Raffaella
Benedetto sulla strada romana
Un incontro con l’assessore «Per piacere, niente targhe»
Giuseppe Turco: «Lozzo vorrebbe ricordare così la sua visita al santuario di Loreto»
FRANCESCO DAL MAS
LOZZO DI CADORE. «Bentornato santo padre, come mai di nuovo da queste parti?», gli chiede Giuseppe Turco, assessore in Comune a Lozzo di Cadore, che sta accompagnando i due nipotini al parco giochi, lungo il sentiero verso il santuario mariano di Loreto.
«Qui è molto bello», gli risponde Benedetto XVI. Turco, 60 anni, nonno felice, si occupa del pomeriggio dei suoi nipotini, insieme alla moglie. Ed è la seconda volta che ha l’avventura di incontrare Ratzinger. «La prima volta mi sono permesso anche di suggerirgli di salire al Pian dei Buoi», racconta Turco. «Se mi ci portano», ha risposto, allargando il sorriso, papa Benedetto. «Ma è un posto adatto per le passeggiate?», si è immediatamente informato padre Georg, il segretario. «Certo che sì», ha confermato il signor Giuseppe. Santità, è stato anche il suo predecessore, e più volte. C’è una targa, alla madonnina del Ciaredo, che ricorda quelle visite».
L’altra sera, all’assessore di Lozzo è venuto spontaneo anticipare al papa che il Comune è intenzionato a ricordare, con una targa o con altro, la sua visita al santuario di Loreto.
«No, no, lasci stare, lasci stare», si è raccomandato il pontefice. E Turco di rincalzo: «Santità, è impossibile lasciar stare, soprattutto perché ci viene per la seconda volta». Giuseppe ha colto anche l’occasione di chiedere al papa come si trova a Lorenzago. «Mi hanno messo a disposizione una casetta molto bella», ha risposto Ratzinger, «e molto pulita, ordinata».
«E allora», ha insistito Turco, «speriamo che lei possa ritornare ancora in Cadore». La risposta di Benedetto XVI? Un sorriso. La prima volta, Giuseppe incrociò il papa con il nipotino. L’altra sera, con lo stesso bambino e con la nipotina. Ma la bimba, quando l’uomo vestito di bianco si è avvicinato, si è allontanata, catturata probabilmente dalla soggezione. E allora il nonno al papa: «Questo mio nipote lo baci due volte, una anche per la bimba». E Benedetto XVI s’è adeguato.
«Colpisce davvero questo pontefice», commenta Turco. «E’ capace di un’affabilità straordinaria. Ha un senso molto forte di tenerezza».
Benedetto XVI ha voluto salutare tutti i bambini che ha trovato al parco giochi, accompagnati da genitori o nonni. «E’ stato davvero commovente», sottolinea Vera Zanella. Altre donne hanno pianto dalla commozione. Caterina Da Pra ha avuto la fortuna di incontrarlo due volte, in due giorni di seguito. Martedì sera, a Lorenzago, gli ha consegnato direttamente i funghi raccolti dal marito; il pomeriggio successivo era anche lei a Loreto. Dal santuario parte una strada che sembra una mulattiera. In verità si tratta di un’antica strada romana, che all’epoca portava verso la Germania. Turco fa sapere che a Benedetto XVI ha raccontato sia della strada che degli angioletti rubati al santuario e mai più ritrovati. «E’ stato il papa stesso ad interessarsi di questo ambiente», conclude l’assessore. fdm)
© Copyright Corriere delle Alpi, 20 luglio 2007
Non fatico a credere che il Santo Padre non sia un tipo da targhe celebrative :-)
R.
Fa troppo caldo, la passeggiata è breve
LORENZAGO. Troppo caldo anche sulle montagne del Cadore. Addirittura 33 gradi verso le 17, a Lorenzago. «Sempre meglio dei 40 circa che ho incontrato stamani a Venezia», commentava ieri sera il sindaco Mario Tremonti. E’ per l’alta temperatura che Benedetto XVI ieri sera non è uscito dalla sua casa, tra gli abeti ed i larici di Mirabello, per la consueta passeggiata delle 18, con preghiera del rosario. Ratzinger ha cercato sollievo camminando all’esterno del parco domestico, uscendo dalla rete di protezione e salendo leggermente verso il sentiero Giovanni Paolo II che si sviluppa per alcune centinaia di metri in modo pianeggiante, per poi fiondarsi verso il passo della Mauria.
Soffiava sul colle un leggero vento, proveniente dalla valle del lago. In paese, a Lorenzago, lo attendeva più gente del solito, almeno 500 persone. Che per circa due ore hanno atteso invano il passaggio del papa.
C’erano mamme con bambini, anziani sorretti dai familiari, intere comitive di giovani accompagnate dai preti, ragazze in vistosa minigonna, residenti e villeggianti. Esattamente come ai tempi di Wojtyla. In piazza Calvi, alla mitica curva del municipio, a Villapiccola (tenuta a bada da un sacco di poliziotti e carabinieri). Solo verso le 19, quando dal bosco è arrivato un boscaiolo col proprio trattore, si è avuta comunicazione della camminata interna: “Sono stato bloccato per qualche minuto”, ha fatto sapere. Il Papa ha passeggiato per tre quarti d’ora, dopo una giornata di intenso lavoro, di studio e di pianoforte. L’altra sera, quando è ritornato al santuario mariano di Loreto, a Lozzo di Cadore, il papa aveva confidato ad alcuni residenti, che lo avevano incrociato, che gli piacciono i boschi del Cadore anche perché sono molto ariosi. (fdm)
© Copyright Corriere delle Alpi, 20 luglio 2007
Ho una notizia per voi giornalisti: essendo in ferie, ieri non ho messo il naso fuori da casa mia proprio per l'eccessivo caldo.
Potete anche scriverlo sui quotidiani... :-)
Raffaella
La richiesta al papa
Un appello: «La Sindone è reliquia»
LORENZAGO. «Molti studiosi e fedeli della Sindone si aspettano che anche Benedetto XVI, come il predecessore, riconosca che la Sindone è una reliquia». Ad affermarlo è Giulio Fanti, del dipartimento di Ingegneria di Padova, che ieri sera a Lorenzago ha tenuto un incontro con Gertrud Wally di Vienna e Francesco Lattarulo del Policlinico di Bari sul tema “La Sindone: vangelo scientifico da rivalutare”. Una copia della Sindone è esposta nella chiesa di Lorenzago, dove Benedetto XVI si recherà in preghiera domenica prossima, prima della recita dell’Angelus in piazza, davanti a 5 mila fedeli (non ci sarà Bossi ed è incerta anche la presenza di Giulio Tremonti). Nonostante il pronunciamento dell’allora arcivescovo di Torino Ballestrero, nel 1988, che faceva risalire la sindone al Medioevo, sulla base degli studi condotti all’epoca, papa Wojtyla se ne uscì poco dopo sostenendo che «reliquia lo è certamente». Da allora sono continuate le ricerche, che non hanno smentito - a sentire Fanti - nulla degli studi che confermerebbero l’autenticità di quel lenzuolo e dell’immagine di Cristo. «Ratzinger ha fatto un cenno alla Sindone durante la via crucis al Colosseo, ma non ha mai espresso specifico riconoscimento. Eppure è una testimonianza di sua proprietà». Fanti si augura che il gesto di domenica prossima «sia un passo avanti». (fdm)
© Copyright Corriere delle Alpi, 20 luglio 2007
Con calma: il Papa non e' tipo da annunci choc!
L'allora cardinale Ratzinger accenno' alla Sindone durante le meditazioni della via crucis del 2005 (undicesima stazione).
Da Papa visito' anche il Volto Santo di Manoppello senza pero' accreditare l'autenticita' della reliquia.
Raffaella
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