19 settembre 2007
Chiesa e pedofilia: intervista al cardinale Tonini
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Cari amici, anche oggi, violando il segreto istruttorio, qualcuno fa sapere ai giornali che l'arcivescovo di Siena sarebbe (il condizionale e' d'obbligo) accusato di estorsione. Anche in questo caso il blog tacera' sulle indagini visto che non siamo avvoltoi e considerato il fatto che tutti sono innocenti fino a sentenza definitiva.
Era doveroso, pero', accennare all'indagine di Firenze e a quella di Siena perche' il cardinale Tonini ha rilasciano un'intervista che possiamo leggere di seguito.
Raffaella
Intervista
“Non è un complotto contro la Chiesa
Facciamo autocritica”
GIACOMO GALEAZZI
Cardinale Ersilio Tonini, la Curia di Firenze e le associazioni ecclesiali gridano alla «gogna mediatica» e all’«attacco alla Chiesa» per lo scandalo a luci rosse che coinvolgerebbe il vescovo ausiliare Claudio Maniago. E’ in atto una campagna anti-cattolica?
«La mia esperienza mi porta ad escludere un accanimento contro la Chiesa. Non siamo pregiudizialmente nel mirino dei mass media. Quando ci sono in ballo cose poco simpatiche, emergono informazioni e se ne viene a conoscenza, nessuno gioisce o pensa di approfittarne. Non vedo una manovra contro la Chiesa, un’operazione anti-cattolica o una campagna dei non credenti. Questi scandali sono motivo di sofferenza per tutti. Non vedo né da parte laica la voglia di approfittarne né da parte cattolica quella di occultare e voler nascondere. Sono cose che sono amare per tutti. Non credo per nulla che ci sia accanimento o intenzione di rifarsi contro la Chiesa. Anzi c’è dispiacere per il sospetto che diventa realtà».
Meglio, quindi, attendere le indagini, distinguere caso per caso e valutare le singole responsabilità?
«Sì. Può sempre capitare che un pastore scivoli. Ma non è il caso che io come cardinale entri troppo nella vicenda di Firenze. In generale laddove la notizia venga comprovata non si può non provare amarezza. Le miserie ci sono e ci saranno sempre».
Oggi, in una società secolarizzata, sono maggiori le tentazioni?
«Assolutamente no. Conta la preparazione personale. Il percorso interiore dal seminario in poi. Più alta è la missione, più grande è la grazia. Il celibato è sempre impegnativo ma non è occasione di maggiori peccati. Le tentazioni però non bisogna andarsele a cercare».
Tra le accuse al vescovo Maniago c’è quella di aver coperto il prete pedofilo Don Cantini. Lei come si comporterebbe con un sacerdote che gli confessa i propri abusi?
«Gli direi di non farlo più e lo guiderei. Un vescovo non è come il prefetto. Deve convivere con Dio. Le persone deve vederle come creature affidategli da Cristo, non come un rischio di cadere. Prima di accettare qualcuno in seminario, vanno chieste informazioni, il parroco e la comunità devono conoscerne il comportamento. I superiori hanno modo di controllare, devono avere gli occhi aperti. Serve rigore».
© Copyright La Stampa, 19 settembre 2007
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