1 settembre 2007

Mons. Forte: i giovani cercano qualcuno che dica la verità della sua vita mettendo in gioco se stesso


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IL TEOLOGO

Forte: «La politica li ha delusi Vengono qui per essere ascoltati»

di Gian Guido Vecchi

DAL NOSTRO INVIATO
LORETO (Ancona) — «Chi giudica i giovani come vuoti, superficiali, distratti, non ne conosce il cuore». Bruno Forte, grande teologo stimatissimo da Papa Benedetto XVI, è anche arcivescovo di Chieti e Vasto, una delle 32 diocesi che negli ultimi giorni hanno accolto quasi centomila ragazzi.

Eccellenza, come sempre tutti si chiedono: chi sono, e perché accorrono dal Papa?

«Penso alle migliaia di ragazzi che ho incontrato, soprattutto nelle scuole, lì dove tu vedi anche i tanti che non vanno parrocchia: è stata una esperienza bellissima perché ha rivelato, attraverso le loro domande sempre vere, che c'è nel profondo di questi ragazzi una nostalgia di senso, di verità, di bellezza, di amore, enormemente più grande di quella che dall'esterno può apparire».

Se ne parla come di un «problema».

«Loro non vogliono gente che li indottrini, ma testimoni. Prima di dare risposte l'importante è accendere le domande. Credo che i ragazzi abbiano bisogno di essere ascoltati e di uno che non li giudichi, ma che ascoltandoli li accolga, li ami, e dica mettendo in gioco se stesso la verità della sua vita, non una verità astratta. E poi ci stupiamo del loro disinteresse per la politica...».

Lei no?

«La ragione è che nella politica non riescono a vedere testimoni. C'è stata una stagione, il Dopoguerra, in cui molti politici lo erano come De Gasperi».

E adesso?

«E adesso c'è questo teatro, il gioco delle parti, in cui si sa già quello che uno uno dice; e dove è il ruolo, l'etichetta, la maschera a definirti, e non la verità del tuo cuore.
Questo rende i giovani disillusi e delusi dalla politica. E spiega la forza straordinaria della Chiesa, capace di ascoltare le loro domande».

© Copyright Corriere della sera, 1° settembre 2007

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