10 novembre 2007

Chiesa ed ICI: tre articoli illuminanti del Sole 24 ore


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Cari amici, grazie a Roberta (che non appare ma c'e' ehehehehhe), possiamo leggere la trascrizione dei tre articoli del Sole 24 ore sull'annosa questione Chiesa-esenzione dall'ICI.
Ieri il post era intitolato Chiesa ed ICI: due articoli illuminanti del Sole 24 ore .
In realta' gli articoli sono tre. Forse chi non ha di meglio da fare che presentare denunce infondate alla Commissione europea dovrebbe riflettere sul fatto che "Il Sole 24 ore" non ha alcun interesse a difendere la Chiesa Cattolica, eppure e' stato l'unico quotidiano italiano a spiegare per le rime la pura e semplice verita' (a parte, ovviamente, Avvenire)
.
Raffaella


L’EUROPA E IL VATICANO

Tra Ici e Chiesa spunta l’ideologia

In linea di diritto ci sono ovviamente tutte le ragioni perché la Commissione europea chieda all’Italia, come ha fatto, la massima trasparenza sulle condizioni che vengono riservate ai beni sia della Chiesa italiana, in tutte le sue diverse articolazioni, sia del Vaticano, Stato sovrano a cui è riconosciuta non solo la proprietà, ma anche la condizione di extraterritorialità, di numerosi immobili in particolare a Roma.
In linea di diritto l’Italia ha tutte le ragioni per rispondere, come già ha fatto, che le agevolazioni fiscali concesse riguardano da una parte tutte le attività di interesse generale o comunque non unicamente commerciali (siano esse della Chiesa o di altre confessioni) e dall’altra la realtà propria di uno Stato con il quale i rapporti sono regolati da un trattato internazionale riconosciuto dalla Costituzione. Ma le reiterate iniziative della Commissione sono ispirate e sollecitate dalle ripetute denunce di esponenti italiani. Dietro le quali non si può non intravedere una vecchia spinta ideologica e non solo la volontà di difendere la concorrenza.

© Copyright Il Sole 24 Ore, 9 novembre 2007


Replica Cei alle lettura UE: esenzioni solo se stabilite dalla legge

“La Chiesa paga già le imposte”

Carlo Marroni

Non e’ vero che la Chiesa non paga le tasse.
Dalla Cei il messaggio che arriva all’indomani della lettera UE sulle agevolazioni fiscali è netto: molto di quello che si dice è frutto di mistificazioni. Così ha detto il segretario generale, Giuseppe Betori, e così argomentano i giuristi della Cei.
Così è una mistificazione dire che “basta una cappellina per ottenere l’esenzione per un albergo” osserva Patrizia Clementi, responsabile dell’ufficio tributario della Diocesi di Milano e membro della commissione dell’Economia che due settimane fa ha consegnato al ministro uno studio avviato un anno fa proprio sul tema delle esenzioni.

L’esenzione, dice la Cei, riguarda l’Ici per gli immobili utilizzati da un ente non commerciale e destinati totalmente ad una delle otto attività specificate dalla legge (assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive). Questo il fondamento dell’esenzione, cui si aggiunge che questi enti non devono ridistribuire gli eventuali utili – che quindi vanno reinvestiti nell’attività principale – neppure in caso di scioglimento.

L’esenzione risale al 1992 e nel 2006 si è arrivati ad un principio base: anche se l’attività svolta all’interno degli immobili ha struttura commerciale – cioè servizi contro pagamento di corrispettivi in forma organizzata, come per esempio in sanità – queste attività non vanno intese come strettamente commerciali in senso “tributario”, poiché fa fede la modalità di esercizio di ciascuna attività, e sempre senza fini di lucro.
La Cei ribatte che sulla materia si sono fatte montature, a partire dal dire che l’esenzione è riservata alla Chiesa, mentre sono esenti gli immobili di associazioni, fondazioni, onlus, associazioni sportive e partiti.
Inoltre Clementi precisa che sono esenti gli immobili della Chiesa che utilizzano totalmente l’immobile per attività sociali. Infatti ci sono librerie, ristoranti e appartamenti che pagano l’Ici che, si precisa, è l’unica imposta esentata.

C’è poi il nodo degli alberghi: l’attività alberghiera paga l’Ici, mentre è esente quella ricettiva “complementare”, che prevede che l’immobile non sia intestato a società, abbia standard inferiori agli alberghi e non possa accogliere chiunque prenoti, ma sia destinato ad un mercato di riferimento (per esempio la casa-vacanze per anziani che una parrocchia possiede al mare).

E si torna all’esempio della cappellina: “Visto che l’attività alberghiera non è esente, l’Ici si paga anche sulla cappellina”. Per coerenza, si nota, analoghe contestazioni non vengono mosse alle ong. Da qui la denuncia della “strumentalità dei ripetuti attacchi all’esenzione, dietro ai quali non pare avventato vedere un grossolano attacco all’azione sociale che la Chiesa svolge in Italia”.

© Copyright Il Sole 24 Ore, 9 novembre 2007


NON SOLO I CATTOLICI

Esenzione per tutte le religioni

La Ue si dimentica delle altre confessioni. E martella la Chiesa Cattolica sull’Ici. Nella lettera inviata al governo italiano per individuare i destinatari di agevolazioni illegittime, la Commissione europea chiede, fra l’altro, la “lista degli immobili della Santa Sede indicati dall’art. 2 del Dpr 601\1973, l’indicazione del loro valore catastale, nonché l’Ici che sarebbe annualmente dovuto per l’utilizzo di tali beni in assenza dell’esenzione di cui all’articolo 7 comma 1, lettera i, del decreto legislativo 504/1992”.
Segnala però Achille Colombo Clerici, presidente dell’Assoedilizia: “La Ue ha espresso un pregiudizio evidente, dimenticandosi che la norma riguarda tutte le confessioni e non solo quelle. L’Europa non ha evidentemente una conoscenza approfondita dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa”. La lettera “i” citata da Bruxelles, infatti, non parla di esenzione per la Chiesa Cattolica: più genericamente, fa riferimento – richiamando l’articolo 87 (ora 73) del Dpr 917/86 – ai che sono enti diversi dalle società e che non esercitano in via esclusiva attività commerciali relativamente agli immobili adibiti a scopo ricreativo, culturale, assistenziale, eccetera. (Sa.Fo.)

© Copyright Il Sole 24 Ore, 9 novembre 2007

1 commento:

mariateresa ha detto...

carissima , questi articoli sono occasione di somma soddisfazione.
Ma di altrettanta soddisfazione è questo Strillone di Korazym:
http://www.korazym.org/news1.asp?Id=26152

Della palla di Maltese non mi ero neanche accorta perchè lo leggo in diagonale, come Luisa. Il masochismo è un peccato e io cerco di non caderci.
Una strigliata simile l'ha data Allen sul National Catholic Reporter tempo fa, soprattutto alla stampa inglese. Contestare i colleghi è antipatico e non è tradizione, ha detto, ma anche lui ha stigmatizzato l'incredibile leggerezza nel dare le notizie e l'ignoranza. Notizie un tanto al chilo, notizie inventate, notizie false, documentazioni approssimative, balle vere e proprie. Un va là che vai bene che fa danni e di cui non rende conto nessuno. E nessuno tiene memoria che un giornalista farlocco darà, molto probabilemente,un giudizio farlocco e notizie farlocche.
Ora , in tutta sincerità, non credo che questo avvenga solo per l'informazione religiosa, ma siccome l'informazione religiosa mi interessa molto,mi arrabbio assai.
Quanto all'ignoranza nei credenti,debbo convenire con Korazym.ne abbiamo di strada da fare.