10 novembre 2007

La novità del Papato di Benedetto XVI: governo della Chiesa e rapporti con il mondo


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GIANNI BAGET BOZZO

Forse un segno per comprendere la guida che Benedetto XVI imprime al suo Papato è la nuova forma dell’Osservatore Romano nella direzione di Gian Maria Vian. Prima era un comune giornale italiano, in cui comparivano gli atti della Santa Sede.
Oggi è un quotidiano papale, che parla di ciò che è proprio del Papa, dei suoi atti di magistero e di governo della Chiesa, e dà rilievo alle questioni di carattere dottrinale e spirituale nella Chiesa universale. Al tempo stesso, nel giornale l’interesse per la politica internazionale ha preso il posto della società e della politica italiana.
Vi è un altro lato dell’attività di Benedetto XVI e spiega forse la nomina di un collaboratore fidato come Tarcisio Bertone a un ruolo coperto abitualmente da diplomatici come la Segreteria di Stato. Il Papa vuole intervenire personalmente nei problemi del mondo, quindi degli Stati, con un solo principio: la libertà dei cristiani. Ciò spiega due atti fondamentali del pontificato.
Il primo è la decisione presa con il suo intervento per la libertà della Chiesa in Cina, stabilendo che la presenza ecclesiale non può essere affidata a una Chiesa sotterranea anche se fedele, ma deve essere inserita nel quadro delle istituzioni e della società cinese.
Significa che essa deve accettare il principio confuciano della «grande armonia» alla base del governo del Partito comunista cinese, in un momento paradossale in cui, rimanendo comunista, il Paese diviene una potenza capitalistica.
Solo la «grande armonia» può governare questa Cina. Perciò il Papa accetta che i vescovi cattolici abbiano il consenso del governo cinese. Può essere considerato un giusto atto di inculturazione della Chiesa in Cina, ma lo scopo è di ottenere uno stato di libertà, seppure limitato, dei cattolici cinesi.

Oggi i cristiani cinesi sono più numerosi degli iscritti al Partito comunista, ma la linea papale vuole che la Chiesa in Cina cresca nella «grande armonia» confuciana garantita dal Partito comunista cinese.
E una simile intuizione governa l’atteggiamento del Papa verso il mondo islamico.

Il discorso di Ratisbona è stato considerato da tutti un errore, invece ora appare un nuovo inizio. Non i governi occidentali, ma il Papa ha fatto sentire il problema della libertà dei cristiani come un fatto che tocca l’identità dell’Islam nel mondo. Così ora il «custode» dei luoghi santi di Medina e La Mecca viene a Roma e offre al Papa una spada, il che può essere anche interpretato come un limite alle reciproche ostilità.

Dopo Ratisbona, il problema dei cristiani diventa il vero problema dell’Islam come mai era accaduto prima.
È significativo che dopo la visita del re saudita in Vaticano venga riconosciuta dalle due parti la presenza operosa dei cristiani in Arabia Saudita.
Così è legittimata questa realtà, che pure oggi nel regno saudita è decisamente interdetta sul piano religioso. Ed è molto rilevante l’appello degli imam rivolto ai cristiani nelle loro autorità ecclesiali. È un riconoscimento che il problema dei rapporti con le Chiese cristiane è fondamentale per i dirigenti dell’Islam, in un modo che lo differenzia dal rapporto con l’Occidente. Si rivolge alle Chiese cristiane come una realtà comparabile all’Islam tanto quanto l’Occidente è altro rispetto alla realtà dell’Islam.
Il fatto che nella lettera degli imam sia ricordato anche l’Ebraismo, significa riconoscere che anche l’Ebraismo è un problema del rapporto dell’Islam con il mondo unito. Viene distinto dalla posizione di Israele come Stato ebraico in terra palestinese.

I due aspetti dell’azione di Benedetto XVI - il governo della Chiesa e i rapporti con il mondo - mostrano la novità che questo Papa ha portato nel Papato romano.

© Copyright La Stampa, 10 novembre 2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

Siamo ragazze e ragazzi della Scuola Media di Urbisaglia.
Anche quest’anno abbiamo allestito il concerto natalizio con brani esclusivamente di musica sacra.
Il concerto si terra Giovedì 20 Dicembre alle ore 21 nella Chiesa Collegiata di Urbisaglia (MC-Marche).
Il concerto di quest’anno sarà dedicato al Motu Proprio “Summorum Pontificum” del Papa Benedetto XVI.
Il programma prevede diversi canti gregoriani e la “prima esecuzione assoluta” della Messa in onore del Beato Carlo d’Asburgo composta dal giovane compositore Raimondo Mameli di Cagliari.
Invitiamo tutti gli appassionati di musica sacra ad intervenire.
Gli alunni della Scuola Media di Urbisaglia.