21 aprile 2008

Dolcezza e compassione: così Benedetto ha convinto gli americani (Pompetti)


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Dolcezza e compassione: così il Pontefice tedesco ha convinto gli americani

di FLAVIO POMPETTI

NEW YORK - Nel pomeriggio di sabato, dopo aver celebrato la messa nella cattedrale di San Patrizio al centro di Manhattan, Papa Benedetto XVI è stato portato al seminario di San Joseph, al nord della città, dove ha incontrato tra l’altro un gruppo di bambini che soffrono di malattie come l’autismo e la sindrome di Down.
I bambini e i loro accompagnatori aspettavano da ore, e la mamma di Lauren Kurts, una ragazzina di 11 anni che pronuncia appena poche parole, temeva che l’attesa li riempisse di tensione. Ma quando il Papa è passato tra loro a benedirli, tra la evidente commozione dei genitori, Lauren si è alzata, ha baciato le sue mani, e gli ha toccato la veste con tenerezza, prima di tornare a sedersi al comando della mamma. Il momento di pacata intimità è stato uno delle centinaia di piccoli incontri che accompagnano il bagno di folla di una visita papale, eppure è profondamente emblematico dell’immagine che il pontefice ha lasciato dietro di sé nel corso della sua visita negli Usa.
Gli americani aspettavano l’arido esegeta della dottrina cattolica che era stato descritto alla vigilia del suo arrivo, quando i media presentavano già il confronto tra la sua presunta rigidità, e lo stile affabile del suo predecessore. Si sono ricreduti fin dal primo giorno, quando sono trapelati i dettagli dell’incontro con alcuni dei fedeli che sono stati vittime degli abusi sessuali da parte di preti. A porte chiuse e senza spettatori, Benedetto ha pronunciato le sue scuse di fronte ai suoi ospiti commossi, poi tutti insieme, mano nella mano, si sono inginocchiati a pregare. Anche quelli tra loro che erano giunti all’incontro dominati dallo scetticismo e dalla rabbia, hanno ammesso a fine seduta di aver riconosciuto l’uomo, e la sua compassione.
In pubblico Ratzinger non dispone di un sorriso radioso e accattivante, e la sua voce è flebile. Ma chi lo conosceva per la sequenza di “no” intransigenti che ha pronunciato in passato, contro l’aborto, le unioni tra omosessuali, il sacerdozio dei preti gay, è rimasto sorpreso dal sentirlo ripetere gli inviti all’amore e alla felicità. «Onestamente, non penso che avrebbe potuto far di meglio nel ridisegnare la sua immagine» ha commentato Paul Lakeland, direttore del Centro di Studi cattolici dell’università di Fairfield, in Connecticut. Molti osservatori hanno apprezzato il fatto che il Papa si sia mantenuto lontano dall’esprimere giudizi, sia in campo politico (ci si aspettavano parole di condanna alla guerra irachena, che Ratzinger non ha pronunciato), sia in quello della morale religiosa. Invece di sanzionare i tanti comportamenti non ortodossi della comunità dei fedeli americani, il Papa ha promosso nei suoi discorsi la fede e la ragione, due concetti di larga presa sulla base.
“Una immagine addolcita” titolava ieri l’influente quotidiano Christian Since Monitor; “I giovani festeggiano il messaggio del Papa” commentava il Washington Times dopo la visita al seminario di Yonkers dove 20.000 persone hanno salutato il suo arrivo. Tra i tanti successi, quello registrato tra i giovani è forse il più importante dell’intera visita, in un paese afflitto dalla crisi delle vocazioni e dalla chiusura di tante parrocchie.

© Copyright Il Messaggero, 21 aprile 2008 consultabile online anche qui.

Bello questo articolo ma io osservo (Lapis prepara la conta!):

Gli americani aspettavano l’arido esegeta della dottrina cattolica che era stato descritto alla vigilia del suo arrivo, quando i media presentavano già il confronto tra la sua presunta rigidità, e lo stile affabile del suo predecessore

Ecco! Lasciamo che i media presentino cio' che piu' a loro fa comodo, ma la societa' civile e quella religiosa sono ben altro.
Infatti sono i media ad essere caduti dal pero per il troppo peso e non i fedeli
:-)

In pubblico Ratzinger non dispone di un sorriso radioso e accattivante...

Questa e' buona....
R.

9 commenti:

brustef1 ha detto...

Questo è niente, cara Raffaella, rispetto alla ennesima zizolata di sabato scorso sul Sole 24 Ore. Una analisi dei tre anni di pontificato desolante, faziosa e contradditoria, in cui contemporaneamente si rimprovera a Benedetto di fare troppo il papa e di farlo troppo poco. La carità e l'amore vengono interpretati come "ripensamenti e riparazioni", la cultura come aridità, e, naturalmente, la messa in latino un rito che dà le "spalle alla storia". Persino l'intelligenza diventa un difetto. Cose da pazzi, insomma. Mi non vorrei stimolare ancora l'interesse per il più triste dei vaticanisti...

mariateresa ha detto...

Zizola ormai si parla da solo e si dà ragione da solo . Quando vuole scriverle ancora più grosse va a pubblicare a Ginevra, chissà forse vuol farsi calvinista e trasferirsi là 8ma non facciamoci illusioni). Sono articoli biliosi, pretenziosi, supponenti.
E possono essere usati per incartarci il pesce.

Raffaella ha detto...

Ho letto...ho letto ma non vale la pena leggere certe considerazioni.
Per di piu' il nostro Zizola non e' molto fortunato perche' ha parlato di incapacita' del Papa di comunicare proprio nel giorno del bagno di folla senza precedenti a New York.

brustef1 ha detto...

Non facciamoglielo sapere, se no vien fuori che il bagno di folla è reazionario e conservatore e che una papa ecumenico avrebbe fatto, semmai, la doccia di folla

Raffaella ha detto...

:-)))))))))))))))

gemma ha detto...

A proposito di vaticanisti "amici" di Papa Benedetto
l'"amico" Paolo Francia, sul Resto del Carlino, dice:

E' stato questo di Benedetto XVI negli Stati Uniti, un viaggio da Papa 'vero'......

....."forte salto di qualità, finalmente, di un pontificato che nei suoi primi tre anni era parso non rispettare le premesse di una rapida e larga votazione in Conclave e le aspettative di un'autorevole transizione post-wojtyliana legittimata dal carisma e dalla profondità intellettuale di colui che da arcivescovo di Monaco di Baviera era diventato il più stretto collaboratore del Papa polacco".

Io quasi preferisco Zizola, nelle sue critiche, sicuramente meno velate e meno viscide (come le famose quintalate di pesce che ormai mariateresa è costretta a incartare, per smaltire i giornali su cui costoro scrivono).... lo sento più 'vero'

Luisa ha detto...

Care amiche e amici, da buona ginevrina le zizolate le conosco molto bene, ci sono servite regolarmente dal quotidiano "Le Temps" e dalla sua responsabile per le questioni religiose..Zizola è il suo vaticanista di riferimento...di un grandissimo rigore intellettuale come essa ama ripetere!
Un rigore così grande che ha detto, nello stesso articolo di Sole 24 ore che è stata Comunione e Liberazione a spingere Magdi Cristiano Allam a convertirsi e che lui si è lasciato convincere...con grande coraggio vedo che ha soppresso questo passaggio nella versione italiana lasciando il suo exploit da vero rigore intellettuale nella versione francese!
Non so se figura nella versione italiana,ma ha anche affermato che il Papa si è lasciato influenzare dalla destra cattolica italiana per il battesimo di Allam....che rigore !

Per ritornare all`articolo qui sopra riprendo questo passaggio:
"....avrebbe potuto far di meglio nel ridisegnare la sua immagine»

Di quale immagine si parla? Di quella che i media hanno cucita ben stretta a Papa Benedetto?
È incredibile come certi giornalisti funzionino in circuito chiuso, autoriferenziali !
Forse sarebbe meglio e tempo che finalmente loro ridisegnino l`immagine che LORO si sono fatti del Papa !
Perchè sedurre, convincere, farsi amare dagli Americani...questo in tanti non se l`aspettavano ...pensavano che questo viaggio sarebbe stato lo scivolone sul quale il Papa si sarebbe "cassé la figure"...errore !

gemma ha detto...

non vorrei essere fraintesa col post di poco fa, non sono una fan di Zizola, ma almeno è un nemico dichiarato. Ci sono personaggi invece che con presunto candore e su quotidiani solitamente non anticlericali, scrivono cose che mi fanno cascare le braccia....Il fatto di non riuscire ad elaborare il lutto per un Papa che è stato importante nella propria vita e in un dato momento storico, non dovrebbe portare a denigrarne continuamente un'altro, permettendosi di giudicare quando è papa vero e quando no. C'è modo e modo di criticare un uomo diventato Papa e non è necessario erigere continui confronti con un Papa che sta per essere proclamato beato e santo, improponibili appunto.

mariateresa ha detto...

guardate, io ho buona memoria in genere. E ricordo un articolo di Paolo Francia, forseera solo un anno di pontificato, forse meno, in cui si compiaceva che papa Benedetto "non sbagliava un colpo". Non è mia abitudine conservare gli articoli di Francia e incorniciarli nel tinello , quindi non saprei dove andare a recuperalo. Ma al 98% ve lo dò per sicuro. Cosa voglio dire? Che le opinioni di costui, variano a seconda dell'aria che tira.
E non solo di costui.
Quanto al povero Zizola, bisogna dire la verità, non ha mai avuto parole di lode sperticata nemmeno per GPII.
Forse è lui stesso che vuole fare il pontefice.