18 maggio 2008

Savona: "Sotto gli ombrelli un popolo pronto ad accettare la sfida" (Giorgi)


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Tra la gente

Sotto gli ombrelli un popolo pronto ad accettare la sfida

Prima l’attesa preoccupata per le avverse condizioni meteo, poi l’arrivo entusiasta di migliaia di fedeli: un abbraccio che ha ricordato alla città il suo antico legame con Pietro

DA SAVONA

ANTONIO GIORGI

Si temeva una scarsa affluenza di gen­te da rifocillare. Dietro i manifesti ap­piccicati alle vetrine «Savona saluta il Santo Padre» si profilavano espres­sioni preoccupate, corrucciate.
I capricci del meteo (pioggia in­tensa durante la notte, piovaschi in mattinata, scrosci guastafeste proprio all’atterraggio dell’elicottero papale al Santuario della Misericor­dia) non hanno reso necessaria l’a­dozione del piano due, la variazione di programma che avrebbe compor­tato un diverso trasferimento di Be­nedetto XVI dall’aeroporto di Sestri a Savona, non esclusa l’ipotesi di un percorso via autostrada.
L’opzione u­no (quella originale, elicottero fino al Santuario, poi papamobile fino alla città) si è confermata praticabile no­nostante le nuvole basse e il vento te­so e fastidioso che ha messo a dura prova – assieme alla pioggia – la vo­lontà delle migliaia di savonesi di pre­senziare alla celebrazione liturgica in piazza del Popolo, il grande spiazzo antistante la sede dell’Amministra­zione provinciale trasformato nella navata di una chiesa all’aperto, cuo­re di una città nella quale «storia re­ligiosa e storia civile si sono incon­trate spesso», ha sottolineato il sin­daco Federico Berruti accogliendo Benedetto XVI.

Savona ha risposto alla attese. Ri­sposto bene. Venti­mila i pass distribui­ti per l’accesso al piazzale, che a con­celebrazione inizia­ta era sostanzial­mente gremito, al pari delle aree adia­centi. Gremita la via Paleocapa al passag­gio della papamobi­le. Nonostante la pioggia. Vero, la pioggia ha disturba­to, intralciato, creato problemi, alimenta­to disagi più avverti­ti dai primi arrivati all’appuntamento già all’inizio del pomeriggio, quando sembrava che la cappa di nuvole fos­se prossima a sollevarsi. Singoli e gruppi. Giovani e meno giovani. Lai­ci e religiosi.
Associazioni e confraternite. Parroc­chie e comunità. Di Savona e delle altre diocesi del Ponente. Ombrelli alla mano, impermeabili e cerate sul­le spalle. Sarebbero diventati indi­spensabili di lì a poco, quando anche per il venditore senegalese piazzato strategicamente sotto i portici di via Paleocapa ha esaurito in breve il suo stock di mercanzia.
È andata bene anche per i venditori di bandierine vaticane da sventolare al passaggio del Papa. E dire che in mattinata tra i baristi e i ristoratori del centro imperversava il mugugno, pioggia. Poi il Papa è arrivato, e prima di lui si sono mosse verso la città migliaia di persone. Paziente l’opera dei volon­tari mobilitati per l’evento, un centi­naio della protezione civile, oltre 300 delle associazioni ecclesiali. Sotto gli ombrelli ondeggianti la comunità diocesana ha accolto la presenza del Santo Padre come un riconoscimen­to del ruolo che Savona vuole vede­re riconosciuto, quella di città dei pa­pi. Non solo per aver ospitato Pio VII prigioniero di Napoleone, ma so­prattutto per aver dato i natali a Giu­lio II e a Sisto IV. Adesso – si ammet­te negli ambienti della curia dioce­sana – con Benedetto XVI «si colma una lacuna», perché erano due seco­li che un successore di Pietro man­cava dalla città, ed è sincera la grati­tudine nei confronti di monsignor Domenico Calcagno che nella sua qualità di vescovo della diocesi di Sa­vona- Noli tanto si era prodigato per sollecitare una visita del Pontefice, «proprio nel nome e nel ricordo di Pio VII». Per il suo successore monsi­gnor Vittorio Lupi la visita è dunque «una festa e un dono di grazia per una co­munità nella quale sono vivaci i fer­menti del bene».
In una Savona che il sindaco dice capace di «unire laici e cat­tolici, fiducia nel progresso scientifico e consapevolezza dei limiti umani» e in grado di affrontare le sfide della rinascita economica, demo­grafica e culturale, anche il presidente della Provincia Marco Bertolotto ha sottolineato davanti a Joseph Rat­zinger «il forte e intenso legame esi­stente tra il territorio savonese e il Pa­pa quale capo della Chiesa».
Libere dall’ufficialità e spontanee le parole dei 30 mila di Piazza del Po­polo stretti sotto gli ombrelli. Lascia­no la spianata al termine della Mes­sa e sono fradici, la stanchezza è pal­pabile ma non c’è rammarico per l’at­tesa e la fatica. Il grido ritmato «Be­ne- detto, Bene-detto» riempie l’aria. Qualcuno parla di giornata storica, ed è facile data la circostanza ecce­dere in retorica. Certo per Savona quello di ieri è stato un pomeriggio da non dimenticare. Bagnato sì, ma fortunato.

© Copyright Avvenire, 18 maggio 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io non conosco bene Don Gallo, ma lessi qui che è un sacerdote genovese, ma ieri pomeriggio era ad una trasmissione su RAI2 (Scalo 76) che parlava di De Gregori dicendo che lui ha il quinto vangelo canonico che sono le sue canzoni... Boh, non ho parole! Cioa, Bellissimi incontri oggi soprattutto con i giovani! ciao, Marco