19 luglio 2008

A tavola col Papa, mangiando patate dolci e pere. Il venerdì di Benedetto XVI (Eco di Bergamo)


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PAPA: NELLA CHIESA RISCHI DI NUOVE DIVISIONI

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Pedofilia nel clero: le parole del Papa (video Repubblica TV). Omelia del Santo Padre: audio integrale di Radio Vaticana

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L'ecologia umana di B-XVI (Il Foglio)

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A tavola col Papa, mangiando patate dolci e pere

SYDNEY

Non capita tutti i giorni, e non capita a molti, di essere invitati a pranzo dal Papa. Ma c'è la Gmg, e i 12 giovani, sbarcati a Sydney dai quattro angoli del pianeta, si ritrovano attorno a un tavolo imbandito insieme con Benedetto XVI. Un po' sono intimiditi, ma non si perdono d'animo, e si attrezzano con qualche regalo. Papa Ratzinger non dà affatto l'impressione di essere stressato, ma saggia di buon grado la pallina arancione antistress offerta da Armando. Il ragazzo arriva da Orange, in California, lo stesso distretto di Disneyland, e porta anche un cappellino di Mickey Mouse: il Papa lo guarda e lo passa al segretario don Georg. Poi si fa mettere tre sciarpe al collo - la foto è d'obbligo - e si industria per scartare un pacchetto che non vuole saperne di aprirsi.
Dopo i regali, tutti seduti al tavolo tondo, e Crasig Ashby, australiano aborigeno si leva la pelle di canguro che porta a mo' di mantella su giacca e cravatta e la poggia sullo schienale. Si parla in inglese, un po' in tedesco perchè il coreano Wonhyong lo parlicchia, e un po' in spagnolo, ma lì, racconta Fidel, Ratzinger preferisce ascoltare. Per avviare la conversazione il padrone di casa invita i giovani a presentarsi, si rivela ottimo ascoltatore: «ci ha messo così a nostro agio - spiega Wonhyong - che non abbiamo avuto problemi a mangiare». Il menu è di tre portate: zuppa di patate dolci e pera, pollo con patate novelle e piselli dolci, torta al limone e frutto della passione, con la meringa.
I 12 attorno al tavolo del Papa sono un maschio e una femmina per ogni continente, più un ragazzo e una ragazza australiani e hanno viaggiato fino a Sydney da Stati Uniti, Nuova Zelanda, Spagna, Papua Nuova Guinea, Nigeria, Congo, Brasile, Francia, Corea. Ijeoma, dalla Nigeria, era «nervosissima, ma poi il Papa mi ha conquistato». Armando è statunitense, figlio di messicani immigrati clandestinamente, e col Papa parla di immigrazione. Wonhyong, coreano, e Jorgiana de Santana, brasiliana siedono alla destra e alla sinistra di Benedetto XVI.
Armando si guarda «continuamente intorno per vedere se sia tutto vero, e che il Papa non sparisca come un'illusione». A Helena, di Timor est, Ratzinger dice che conosce il presidente Ramos Horta, e a Jean Fabien, del Congo, chiede informazioni sul suo Paese. A Armando è sembrato di pranzare con un nonno, e che l'«entusiasmo» dichiarato da Ratzinger per la Gmg fosse assolutamente genuino. Prima di salutarsi i 12 decidono di restare amici e si danno appuntamento su Facebook.

© Copyright Eco di Bergamo, 19 luglio 2008

I falsi dei di un mondo di morte

Beni materiali, amore possessivo, potere: Benedetto XVI denuncia i rischi dei nuovi idoli L'incontro con le altre religioni: «Non si può passare frettolosamente sopra le differenze»

SYDNEY

«Beni materiali, amore possessivo e potere sono i falsi dei del mondo di oggi: comunque la gente li chiami, sono quasi sempre loro che, invece di portare la vita, portano la morte». È la denuncia del Papa. Benedetto XVI lo dice a un gruppo di giovani disadattati che seguono un programma di recupero, e che incontra nell'Università di Notre Dame di Sydney nell'ambito della Giornata mondiale della gioventù.

i falsi dei del mondo d'oggi

E spiega: «I beni materiali diventano idoli se non li condividiamo con i poveri, come quando gli alfieri della società materialistica ci dicono che la felicità si trova procurandosi il maggior numero possibile di beni e oggetti di lusso». L'amore ci fa «pienamente umani» ma diventa anch'esso «idolo se la gente pensa di amare quando in realtà tende a possedere o a manipolare l'altro e tratta gli altri come oggetti per soddisfare i suoi propri bisogni».
«Molte voci» nelle nostre società, poi, «sostengono un approccio permissivo alla sessualità, senza prestare riguardo alla modestia, al rispetto di sé e ai valori morali che conferiscono qualità alle relazioni umane». Infine «il potere, che utilizzato in modo appropriato e responsabile ci permette di trasformare la vita della gente: tutte le comunità hanno bisogno di guide capaci». Ma c'è sempre la «tentazione di sfruttare l'ambiente naturale per i propri egoistici interessi».

Dialogo vero per l'ecumenismo

L'incontro con i ragazzi disadattati ha concluso una giornata fitta di impegni, nella quale Papa Ratzinger ha incontrato le autorità locali e – in due distinti appuntamenti: prima con 16 rappresentanti di Chiese cristiane e poi con una quarantina di esponenti di ebrei, musulmani, buddisti, induisti, zoroastriani e sabei – ha chiarito il proprio pensiero sul «punto critico» in cui si trova l'ecumenismo e sul ruolo di pacificazione che le religioni devono esercitare insieme.
A proposito dell'ecumenismo ha esortato a non rinunciare al dialogo sui contenuti per paura di scoprire troppe differenze: bisogna «non passare frettolosamente sopra alle differenze e trovare soluzioni concrete per una collaborazione fruttuosa», anche se occorre «continuare pazienti discussioni sui punti teologici di divergenza».
Ai rappresentanti delle altre religioni ha detto: «In un mondo minacciato da sinistre e indiscriminate forme di violenza le religioni stimolano le nazioni e le comunità a risolvere i conflitti con strumenti pacifici nel pieno rispetto della dignità umana, creano amicizia, insegnano un atteggiamento non consumista rispetto all'ambiente».
Incontri, discorsi, invito a pranzo a 12 ragazzi: Papa Ratzinger non si è risparmiato, ma è «entusiasta» dell'andamento del raduno. Decine di migliaia di ragazzi armati di zainetto rosso e arancione hanno conquistato la città.

La via crucis leonardesca

Il centro storico di Sydney si è trasformato in un gigantesco spazio teatrale all'aperto, per la Via Crucis vivente rappresentata da un cast di 100 interpreti, con il 27enne italo-australiano Alfio Stuto nel ruolo di Cristo, sotto la direzione artistica di padre Franco Cavarra, ex regista di opere liriche.
Oltre 200 mila pellegrini raccolti in sei località attorno alla baia di Sydney hanno assistito in un commosso, surreale silenzio, alle 13 stazioni della Via Dolorosa. Molti altri l'hanno seguito sui maxischermi in diversi luoghi di Sydney. L'evento è stato trasmesso in diretta tivù globale con una audience di almeno 500 milioni di persone. La prima stazione, un'«Ultima Cena» reminiscente del capolavoro di Leonardo, è stata inscenata sulla gradinata della Cattedrale di St. Mary's, e al termine Benedetto XVI ha pronunciato la preghiera per seguire poi le altre stazioni in tivù nella cripta della Cattedrale.

dopo la preghiera, tanta musica

La Via Crucis è proseguita in alcuni dei più punti panoramici di Sydney, dal giardino del Domain (il Getsemani) alla Galleria d'Arte (il Sinedrio), fino alla scalinata dell'Opera House dove Gesù è stato portato davanti a Ponzio Pilato e flagellato. Quindi a Darling Harbour dove Simone Cireneo lo ha aiutato a portare la croce. La crocifissione, la morte e la calata dalla croce nel parco di Barangaroo. Le scene erano mimate con sfondo musicale e senza dialogo. Il commento consisteva della lettura di passaggi delle Scritture e di spunti di meditazione.
La Via Crucis si è conclusa verso le 18 (le 10 in Italia) e i giovani si sono trattenuti per un altro concerto del Festival della gioventù, l'evento parallelo che sta presentando più di 165 concerti gratuiti, offrendo di tutto purchè sia cristiano, dal prete rapper Stan Fortuna alla band siciliana di heavy metal Metatrone, dal Messia di Haendel al gruppo folk indiano Rexband. Per i gusti più raffinati, l'orchestra sinfonica di Sydney diretta dal maestro Gianluigi Gelmetti ha eseguito presentato la «Missa solemnis» di Beethoven.

© Copyright Eco di Bergamo, 19 luglio 2008

1 commento:

brustef1 ha detto...

Ribadisco il mio concetto che bisogna aggiornare il concetto "fare una vita da Papa", dal momento che il Papa è costretto a mangiare, magari lodandole, schifezze come queste...