10 ottobre 2008

Da Benedetto XVI l’invito – rivolto anche agli storici – «a porre in luce tutti gli aspetti del poliedrico pontificato di Papa Pacelli» (Mazza)


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MEMORIA VIVA

il fatto

Benedetto XVI, alla Messa con i Padri sinodali per il 50° anniversario della morte di Papa Pacelli, ha invitato tutti i fedeli a pregare affinché «prosegua felicemente» la causa di beatificazione del Pontefice che, dopo la Seconda guerra mondiale, venne ringraziato pubblicamente dai leader ebraici per quanto fatto negli anni della Shoah

«Così Pio XII salvò tanti ebrei dallo sterminio»

Da Papa Ratzinger l’invito – rivolto anche agli storici – «a porre in luce tutti gli aspetti del poliedrico pontificato di Pacelli»

DA ROMA SALVATORE MAZZA

La preghiera del Sinodo, e di tutti i cristiani, è in questo giorno affinché «prosegua felicemente» la sua causa di beatificazione. Perché Pio XII, che gridò al mondo «nulla è perduto con la pace. Tut­to può esserlo con la guerra», che si adoperò a favo­re di tutti i perseguitati, e che con il suo magistero fu «precursore» del Concilio, visse dav­vero fino in fondo uomo di Dio, a­vendo sempre «santità» come «suo ideale». Aspetto, questo, che «il di­battito storico» sulla sua figura, di­battito «non sempre sereno», ha «tralasciato di porre in luce».
Sono le parole con cui ieri mattina, Benedetto XVI, presiedendo nella basilica di San Pietro la celebrazio­ne a 50 anni dalla morte di Papa Pa­celli, ha voluto ricordare la figura e l’azione del suo predecessore. Da­vanti ai Padri sinodali e a migliaia di fedeli, il Ponte­fice è partito nella sua omelia sottolineando la di­mensione ascetica di Pio XII, a cominciare dalle pa­role della lettura del Siracide, che avvertono «quanti intendono seguire il Signore» a «prepararsi ad af- frontare prove, difficoltà e sofferenze».
Parole, ha sottolineato, che «ci aiutano soprattutto a comprendere quale sia stata la sorgente da cui egli ha attinto coraggio e pazienza nel suo ministero ponti­ficale, svoltosi negli anni travagliati del secondo con­flitto mondiale e nel periodo susseguente, non me­no complesso, della ricostruzione e dei difficili rap­porti internazionali passati alla storia con la qualifi­ca significativa di 'guerra fredda'». Dall’aver colto «fin dal suo sorgere il pericolo costituito dalla mostruo­sa ideologia nazionalsocialista con la sua perniciosa radice antisemita e anticattolica», quando era ancora nunzio in Germania, fino agli anni del pontificato di Pacelli, Benedet­to XVI ha ripercorso in quella chia­ve la vita di Pio XII.
La Seconda guerra mondiale, ha detto tra l’altro, «mise in evidenza l’amore che nutriva per la sua 'di­letta Roma', amore testimoniato dall’intensa opera di carità che promosse in difesa dei perseguitati, sen­za alcuna distinzione di religione, di etnia, di nazio­nalità, di appartenenza politica. Quando, occupata la città, gli fu ripetutamente consigliato di lasciare il Va­ticano per mettersi in salvo, identica e decisa fu sem­pre la sua risposta: 'Non lascerò Roma e il mio posto, anche se dovessi morire'».
E «come dimenticare il radiomessaggio natalizio del dicembre 1942? Con voce rotta dalla commozione – ha proseguito il Papa – deplorò la situazione delle 'centinaia di migliaia di persone, le quali, senza ve­runa colpa propria, talora solo per ragione di nazio­nalità o di stirpe, sono destinate alla morte o ad un progressivo deperimento', con un chiaro riferimen­to alla deportazione e allo sterminio perpetrato con­tro gli ebrei. Agì spesso in modo segreto e silenzioso proprio perché, alla luce delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, egli intuiva che so­lo in questo modo si poteva evitare il peggio e salva­re il più gran numero possibile di ebrei».
Benedetto XVI non ha mancato di ricordare, a que­sto proposito, le parole dell’allora ministro degli Esteri israeliano Golda Meir alla morte di Pio XII: «Quando il martirio più spaventoso ha colpito il nostro popo­lo, durante i dieci anni del terrore nazista, la voce del Pontefice si è levata a favore delle vittime. Noi pian­giamo la perdita di un grande servitore della pace». Testimonianze, questa come innumerevoli altre, che «il dibattito storico non sempre sereno» sembra aver dimenticato, impedendo anche «di porre in luce tut­ti gli aspetti del suo poliedrico pontificato» e la sua vastissima opera magisteriale.
Un’azione «ancora oggi» di «straordinaria attualità», «un punto di riferimento sicuro». E non a caso «Pao­lo VI, che fu suo fedele collaboratore per molti anni, lo descrisse come un erudito, un attento studioso, a­perto alle moderne vie della ricerca e della cultura, con sempre ferma e coerente fedeltà sia ai principi della razionalità umana, sia all’intangibile deposito delle verità della fede».

© Copyright Avvenire, 10 ottobre 2008

L’INTERVENTO

Padre Lombardi: il Pontefice non si è espresso sui tempi del cammino verso gli altari

«Con le parole pronunciate nell’omelia a proposito della causa di beatificazione del servo di Dio Pio XII attualmente in corso, il Papa ha inteso manifestare esplicitamente la sua unione spirituale e un auspicio diffuso nel popolo di Dio » . Lo ha detto il direttore della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi dialogando con i giornalisti al termine della Messa presieduta ieri mattina in San Pietro da Benedetto XVI per i 50 anni della morte di papa Pacelli. « Tuttavia – ha aggiunto padre Lombardi – non si è espresso sui passi successivi della causa e i loro tempi, cioè la firma del decreto sul riconoscimento delle virtù eroiche, che è a sua volta la premessa per introdurre la successiva pratica per il riconoscimento del miracolo » .
Nella riunione dell’ 8 maggio 2007 i membri della Congregazione delle cause dei santi hanno riconosciuto all’unanimità l’eroicità delle virtù di Pio XII.

© Copyright Avvenire, 10 ottobre 2008

LE VOCI DEI TESTIMONI

Pio XII, sul sito «H2Onews» un video con le interviste agli ebrei salvati

A cinquant’anni dalla morte di Pio XII, il sito «H2Onews» presenta un video realizzato con la rivista «Inside the Vatican», che raccoglie le testimonianze di ebrei scampati alle leggi razziali grazie al contributo dei cattolici. Il video, della durata di circa cinque minuti, è già disponibile in nove lingue e contiene le interviste ad alcuni ebrei salvati a Roma.
Nel video si mostra come l’intervento di Pio XII risultò decisivo per la loro salvezza.
«Avevamo perso tutti i diritti civili. Non avevamo neanche le tessere per mangiare – racconta uno degli intervistati –. E a Roma aprirono le porte tutti i conventi. Il Vaticano era pieno. C’era gente che dormiva anche nei corridoi». Il video si trova sul sito «www.h2onews.org», che presenta anche altro materiale su Pio XII, gli ebrei e l’olocausto.

© Copyright Avvenire, 10 ottobre 2008

2 commenti:

euge ha detto...

Ma era il caso di fare questa puntualizzazione? Io la trovo eccessiva. Del resto, se qualcuno avesse ascoltato le parole del Pontefice, si sarebbe accorto come dice del resto l'articolo, che il Papa ha espresso una sua speranza ed ha invitato tutti, soprattutto gli storici, dal groppo dei quali non sono esclusi di certo quelli del Concilio, di analizzare i vari aspetti del pontificato di Pio XII; possibilmente senza condizionamenti ideologici e di odio. Trovo che in certi casi, la Chiesa dia troppe spiegazioni anche quando non richieste.
Attenzione! troppe spiegazioni non richieste, protrebbero dar luogo ad ammissioni di colpevolezza!

Anonimo ha detto...

Giusto!


"Scusatio non petita accusatio manifesta! "