10 ottobre 2008

A Roma il VII Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra: "Da Bach a Bach passando per i Wiener" (Osservatore Romano)


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A Roma il VII Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra

Da Bach a Bach passando per i Wiener

Il 12 ottobre si inaugura nella basilica di San Giovanni in Laterano il vii Festival internazionale di musica e arte sacra. Pubblichiamo il testo di presentazione del presidente generale della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra.

di Hans-Albert Courtial

Il VII Festival di Musica e Arte Sacra si presenta quest'anno come una densa partitura, suddivisa in alcuni atti, nella quale trovano idealmente posto l'arte della musica e l'arte della vita. Il tempo del Festival, infatti, si stende per la prima volta nell'arco di due mesi - ottobre e novembre - essendosi arricchito di proposte che spaziano nei secoli e toccano i generi, dall'antico al romantico, dal classico al contemporaneo. E la dedica del Festival all'Apostolo delle genti, in questo speciale e ricco Anno paolino, lo rende un particolare luogo di incontro e riflessione aperto a tutti i popoli e le culture.
Il nostro primo atto si apre il 12 ottobre nella basilica di San Giovanni in Laterano, nel nome e nel segno di due fra le più complesse e potenti figure della storia musicale di tutti i tempi: Johann Sebastian Bach - che idealmente fa da cornice a tutto il Festival poiché spetta ancora al suo genio chiuderlo il 30 novembre - e Anton Bruckner, la sera successiva nella basilica di San Paolo fuori le Mura. Siamo nel cuore della cultura e della civiltà europee, sull'onda di un anelito sofferto, mai doloroso, di ricerca del sacro e di Dio, di quesiti sul mistero della vita, della nascita e della morte. Siamo ai vertici della musica sacra. Speculazione ardita e somma quella dell'Arte della fuga bachiana, presentata dall'ensemble che ne porta il nome - formata da eccelse prime parti dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia - diretto da un violoncellista, Hans-Eberhard Dentler, che ne dà un'interpretazione personalissima: immagine dell'armonia di antica, filosofica memoria, fuga come ritorno dell'anima a Dio. Più introspettiva, improntata a quel misticismo possente che configura la sua natura di cattolico - come lui stesso la definì - "infiammata", è l'immagine dell'uomo dinanzi a Dio rappresentata da Bruckner nella sua Sesta Sinfonia, eseguita dai Wiener Philharmoniker diretti da Christoph Eschenbach nella basilica di San Paolo fuori le Mura, offerta con sentimenti di filiale rispetto a Benedetto XVI e all'Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che si tiene in Vaticano in questi giorni.
Successivamente, nella seconda metà del mese di novembre, anticipando le proposte classiche distese sui quattro giorni che a ogni edizione sono il momento più atteso, il Festival propone un secondo atto di riflessione offerto da un giovane compositore americano, Stephen James Edwards, prolifico autore di colonne sonore per il cinema e la televisione, che nel 2005, all'indomani della scomparsa di Giovanni Paolo ii e della grave malattia che contemporaneamente stava spegnendo anche la vita della mamma, le ha dedicato un Requiem - la cui prima mondiale ha avuto luogo nel 2006 - che per la prima volta viene eseguito in Italia, sabato 22 novembre, nella chiesa di Sant'Ignazio diretto da Candante Wicke, giovane direttore d'orchestra americano. L'organista e clavicembalista tedesco Johannes Skudlik ci ha dato poi la possibilità di organizzare un piccolo festival nel festival dedicato al principe degli strumenti sacri, l'organo, con quattro concerti.
Questo ideale percorso di musica e arte culmina con il terzo atto, che si apre il 26 novembre pomeriggio con la tradizionale celebrazione eucaristica nella basilica di San Pietro presieduta dal suo arciprete, il cardinale Angelo Comastri, nostro presidente onorario, e che sarà accompagnata dall'esecuzione musicale offerta dalla Youth Orchestra of the Americas, con l'Harmoniemesse di Haydn incorniciata da due rare esecuzioni mozartiane. Ecco poi le diverse anime che attraversano la musica e si pongono in dialogo con l'infinito e il trascendente: la solennità mistica della polifonia rinascimentale nella perfezione acustica della basilica di Santa Maria Maggiore con il National Shrine of the Immacolate Conception Choir diretto da Peter Latona nella stessa serata del 26 novembre; la compostezza classica e quasi liturgica di Haydn, che ritorna il 27 novembre nell'abside della basilica di San Giovanni in Laterano con l'esecuzione delle Sette ultime parole di Cristo sulla Croce nella versione per quartetto d'archi e qui quello dei Wiener Philharmoniker; il Deutsches Requiem di Brahms eseguito il 28 novembre ancora una volta a Santa Maria Maggiore dall'Orchestra della Suisse Romande diretta da Marek Janowski, opera con la quale si entra nell'austero e complesso mondo protestante in cui Dio è prima di tutto absconditus e giudice; il 29 novembre, si torna nella basilica paolina, con un omaggio alla civiltà musicale europea: Leo Krämer, più volte ospite del Festival, propone una antologia dedicata alle grandi partiture composte dai maggiori maestri di cappella per le più importanti cattedrali disseminate nell'Europa cristiana. E, come detto, chiusura con Bach e la sua Offerta Musicale nella chiesa di Sant'Ignazio, che il musicologo Hans-Eberhard Dentler propone in una nuova edizione critica e strumentazione con I Solisti del Thema Regium, arricchendo di significati universali una già importante partitura specchio di un genio e dell'anima.

(©L'Osservatore Romano - 10 ottobre 2008)

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