17 ottobre 2008
Il Sinodo rilancia l’urgenza dell’annuncio (Muolo)
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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
IL MONDO IN VATICANO
I cardinali Levada e Scherer e i vescovi Turkson e Tagle hanno presentato ieri la relazione del cardinale Ouellet che ripercorre i primi dieci giorni di lavori
Il Sinodo rilancia l’urgenza dell’annuncio
«Chi non ama i poveri non sarà mai in grado di celebrare la Parola. La Bibbia chiama all’incontro tra fede e ragione»
DA ROMA
MIMMO MUOLO
«Urgenza dell’annuncio del Vangelo».
«Nuove possibilità di comunicazione » e necessità di « iniziative originali per far conoscere Cristo e le Scritture, per favorire l’unità dei cristiani e contribuire alla giustizia e alla pace nel mondo» .
Dopo diverse centinaia di interventi (tra scritti e orali) e dieci giorni di lavori, il Sinodo sulla Parola di Dio è giunto ormai al giro di boa e il cardinale Marc Ouellet, arcivescovo di Quebec, riassume così nella sua relazione dopo il dibattito quanto è finora emerso.
Dell’articolato discorso del porporato canadese è stato distribuito ai giornalisti un sunto che ripercorre lo schema utilizzato nell’Instrumentum laboris (cioè la traccia che in ogni Sinodo guida la discussione sul tema) e perciò si divide in tre parti: « Dio Parla e ascolta » , « Parola di Dio, Sacra Scrittura, tradizione » , e « Parola di Dio, missione, dialogo » . I diversi aspetti toccati dalla relazione so- no stati quindi illustrati in una conferenza stampa dai cardinali William Joseph Levada e Odilo Pedro Scherer (due dei tre presidenti delegati dell’assemblea), dal cardinale ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente della Commissione per l’Informazione, e dal vescovo filippino Louis Antonio Tagle, membro della stessa commissione.
Il cardinale Levada, ad esempio, si è soffermato sul rapporto tra teologia ed esegesi, toccato anche da Benedetto XVI nel suo intervento di martedì, quando ha parlato dei pregi, ma anche dei limiti del metodo storico- critico di interpretazione della Bibbia. « È un esempio della tensione moderna tra fede e ragione » , ha detto il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. « L’approccio fondamentalista – ha spiegato Levada – è tutta fede, mentre l’uso del metodo storico- critico nel senso liberale è tutto ragione. Il Papa cerca il giusto incontro tra fede e ragione » . « Una giusta interpretazione della Scrittura come Parola di Dio rivelata – ha puntualizzato il cardinale – non può essere limitata a un campo umano » , ma va inserita all’interno della « prospettiva di una nuova creazione, di cui Gesù è il primogenito».
L’importante, dunque, come sottolinea il Papa, è « guardare insieme i fattori razionali e un’intelligenza della fede che sta già nella rivelazione stessa e che chiama la nostra fede come risposta » . Il rapporto con la Scrittura, infatti, è sempre di tipo dialogico.
Far conoscere Cristo e la Bibbia, sostenere l’ecumenismo e il dialogo, promuovere la giustizia e la pace: questi alcuni fra i temi principali emersi finora.
L’aspetto è stato sottolineato dal cardinale Scherer. « La parola di Dio – ha detto l’arcivescovo di San Paolo del Brasile – non va presa come un testo solamente scritto: è anzi una Parola che ci mette in condizione di dialogo » . È questo per Scherer il senso dell’intervento del Papa, che comunque, ha precisato il direttore della Sa- Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, sarà pubblicato integralmente non appena Benedetto XVI lo avrà rivisto.
Numerosi altri aspetti del dibattito di questi primi dieci giorni sono stati approfonditi durante l’incontro con i giornalisti. « Nel Sinodo si è molto parlato dell’esigenza che la Chiesa possa ascoltare di più chi non ha voce, vale a dire i poveri della terra » , ha ricordato il vescovo Tagle. « Ascoltare i poveri e ascoltare Dio – ha proseguito – fa della comunità cristiana una realtà ' in ascolto' sia della realtà terrena coi suoi problemi, sia della voce del creatore. Chi non ama i poveri non sarà in grado di celebrare degnamente la Parola » .
Importanti anche gli aspetti ecumenici dell’assemblea sinodale. « I recenti gesti dell’accordo per le versioni della Bibbia e il dono della Bibbia multilingue, fanno certamente procedere tale dialogo » , ha detto il cardinale Turkson. E Scherer ha aggiunto: « Il fatto che esperti in Sacre Scritture di diverse confessioni cristiane lavorino insieme a progetti di traduzione favorirà il superamento di difficoltà di interpretazione delle stesse » . A livello popolare, inoltre, « la lettura comune della Bibbia con le Chiese evangeliche consentirà il contatto vivo tra i fedeli » .
Sul piano del rapporto con gli ebrei, infine, il Sinodo sta rilanciando interessanti prospettive. Ad esempio l’esigenza di « non tralasciare l’Antico Testamento da parte di noi cristiani » . Esso, ha sottolineato il porporato brasiliano, « non è la parte meno importante della Bibbia, ma va letto alla luce di Cristo » . Più in generale, allargando il discorso al dialogo interreligioso, i Padri sinodali intervenuti alla conferenza stampa hanno sottolineato «tutto l’interesse che nella Chiesa si nutre verso le altre religioni, dove esistono libri sacri che hanno la loro importanza per i seguaci di quelle fedi, e il grande rispetto verso questi libri sacri » . Ma naturalmente, ha detto Tagle, « perché il dialogo interreligioso funzioni, occorre che anche da parte delle altre religioni ci sia lo stesso rispetto verso la Chiesa cattolica e il nostro libro sacro » .
«Rispetto e comprensione – ha confermato il cardinale Turkson – ma le altre religioni vanno anche messe in discussione. Solo così il dialogo potrà portare frutti profondi » .
© Copyright Avvenire, 17 ottobre 2008
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