17 ottobre 2008
Il Papa: il cibo non manca ma deve essere condiviso. Appello deciso, quasi "spazientito", di Benedetto XVI
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Il Papa: il cibo non manca ma deve essere condiviso
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È un appello deciso, quasi spazientito, quello lanciato dal Papa perché la cooperazione internazionale sia più «generosa» e rispettosa della dignità degli ultimi, corredato da puntuali osservazioni sulle dinamiche economiche e da rimproveri contro gli «egoismi degli Stati e di gruppi di Paesi» verso «le persone più abbandonate».
Il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, aveva appena allargato le braccia, aprendo la Giornata mondiale dell'alimentazione, affermando che «nonostante le entusiastiche dichiarazioni e gli impegni finanziari fatti da diversi Paesi, soltanto una piccola porzione di quanto è stato promesso in occasione della conferenza internazionale di giugno a Roma sull'emergenza alimentare è stato mantenuto; circa il 10% di 22 miliardi di dollari».
E Benedetto XVI, che già nello scorso giugno aveva invitato a misure «coraggiose», rilancia esortazioni e speranze, affermando che «il primo impegno è quello di eliminare le ragioni che impediscono un rispetto autentico della dignità della persona».
«I mezzi e le risorse di cui il mondo dispone al giorno d'oggi – ha affermato il Papa – sono in grado di fornire cibo sufficiente per soddisfare le crescenti necessità di tutti», come dimostrano anche i primi risultati degli sforzi per aumentare il livello globale di produzione di fronte alla carestia registrata nei recenti raccolti». «Queste circostanze implicano – ha aggiunto – che tutti, insieme alla Fao, possano rispondere in termini di solidarietà, con azioni libere da ogni condizionamento e realmente al servizio del bene comune».
«Risorse amministrate male»
Il cibo c'è – sottolinea – e le ragioni di questa situazione, in cui «spesso coesistono opulenza e penuria, sono numerose». Tra queste, dice il Pontefice, «possiamo citare la corsa al consumo che non si arresta, nonostante una disponibilità inferiore di alimenti, e che impone delle riduzioni forzate alla capacità nutrizionale delle regioni più povere del pianeta, o la mancanza di volontà risoluta per concludere i negoziati e per frenare gli egoismi di singoli Stati e gruppi di Paesi o ancora per mettere fine a questa "speculazione sfrenata" che tocca i meccanismi dei prezzi e dei consumi». Senza contare «l'assenza di una corretta amministrazione delle risorse alimentari causata dalla corruzione nella vita pubblica, o gli investimenti crescenti in armi e tecnologie militari sofisticate a detrimento delle necessità primarie delle persone».
Tutti motivi – aggiunge Benedetto XVI – che «trovano origine in un falso senso dei valori sui quali dovrebbero basarsi le relazioni internazionali, e in particolare in questa attitudine diffusa nel mondo contemporaneo che privilegia solamente la corsa ai beni materiali, dimenticando la vera natura della persona umana e le sue aspirazioni più profonde». Serve allora – conclude – una nuova cooperazione internazionale, che passi anche attraverso l'accesso alle terre da parte dei contadini, condizione essenziale per aumentare il livello di produzione e garantire l'identità delle comunità indigene, e anche la pace e la sicurezza nel mondo».
«La crisi alimentare c'è ancora»
La Giornata dell'alimentazione è stata celebrata quest'anno in tono minore rispetto al passato, incentrando il suo messaggio sulla necessità di portare a termine i progetti intrapresi, nonostante il difficile momento finanziario che sta vivendo l'economia mondiale. «La crisi alimentare – ha sottolineato Diouf – esiste ancora, e se nel 2007 il numero degli affamati è salito in un solo anno di 75 milioni di persone, arrivando a quota 923 milioni, nel 2008, questo numero rischia di salire ancora».
Un'assicurazione sull'impegno del governo italiano nella lotta alla fame è stata espressa dal sottosegretario agli Affari Esteri, Vincenzo Scotti. «Il G8 – ha detto – non deve farsi trovare impreparato e per questo l'Italia manterrà tra le priorità dell'agenda internazionale la lotta alla fame e la soluzione della crisi alimentare mondiale per non farla dimenticare sotto il peso della crisi economica».
Con le risorse economiche messe a disposizione per il momento, la Fao ha avviato progetti in 76 Paesi. E molti altri programmi a livello nazionale e regionale sono stati avviati.
© Copyright Eco di Bergamo, 17 ottobre 2008
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