17 ottobre 2008
Per alzare i livelli di qualità della predicazione i padri sinodali propongono un "direttorio". Ma l'esempio vivente è Benedetto XVI (Magister)
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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
Su segnalazione di Alessia leggiamo questo bellissimo articolo di Sandro Magister.
Io penso, modestamente, che non sia necessario alcun direttorio.
Basterebbe prendere a modello le omelie di Papa Benedetto XVI e, magari, preparare i testi in anticipo e studiare di piu'.
R.
Il sinodo vuole omelie migliori. Col papa come modello
Per alzare i livelli di qualità della predicazione i padri sinodali propongono un "direttorio". Ma l'esempio vivente è Benedetto XVI. Ecco la meditazione a braccio con cui ha aperto i lavori, mentre crollavano le borse di tutto il mondo
di Sandro Magister
ROMA, 17 ottobre 2008
In nove giorni di discussione generale in aula, il sinodo dei vescovi su "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa" ha concentrato molta della sua attenzione sull'omelia.
Nel tirare le fila della discussione – che è poi proseguita nei gruppi linguistici – il cardinale relatore Marc Ouellet ha fatto notare che, in effetti, l'omelia domenicale è per la gran parte dei cattolici di tutto il mondo l'unico momento di ascolto e di riflessione sulle Sacre Scritture, proclamate subito prima nella messa.
Di qui la sua importanza cruciale. E quindi l'urgenza, sottolineata da molti interventi, di elevare la qualità dell'omelia rispetto agli standard medi attuali, notoriamente scadenti. Ouellet ha raccolto e rilanciato la proposta – fatta da vari padri sinodali – di un "direttorio" che aiuti vescovi, preti e diaconi a preparare nel migliore dei modi l'omelia nella messa. Il vescovo di Tucson, Gerald Kicanas, vicepresidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti, aveva addirittura suggerito di far seguire all'attuale Anno Paolino, nel 2009, un Anno della Predicazione.
Ouellet ha anche richiamato l'attenzione su quell'amplificazione dell'ascolto e della visione delle Sacre Scritture che è data dalla musica e dalle arti figurative, amplificazione tuttora viva nelle Chiese di rito orientale, a fronte dell'impoverimento musicale e iconico che invece penalizza oggi le Chiese di rito latino.
Nè gli interventi in aula, né la relazione finale hanno fatto riferimento a concreti modelli di omelia, da prendere come buon esempio.
Un omileta esemplare era però già lì in mezzo a loro, in persona: papa Benedetto XVI.
Le omelie liturgiche sono una vetta del pontificato di Joseph Ratzinger. La meno frequentata e conosciuta, ma forse la più affascinante. Sono quanto di più genuino esce dalla sua mente. Le scrive per la gran parte di suo pugno e talvolta le improvvisa.
Anche quei rapidi commenti sulle letture bibliche della messa del giorno che egli pronuncia quasi ogni domenica prima dell'Angelus sono dei gioielli di omiletica.
Nelle Americhe alcuni preti se ne sono accorti e le prendono come traccia per le loro omelie della stessa domenica. Quando il papa recita l'Angelus di mezzogiorno a Roma, infatti, nelle Americhe è ancora l'alba: a Città del Messico sono le 5.30 del mattino, a Miami, Lima e Bogotà le 6.30, a Caracas le 7, a Buenos Aires e Santiago del Cile le 7.30, a Rio de Janeiro le 8.30.
Agenzie cattoliche americane come AciPrensa e CNA traducono e diffondono immediatamente in spagnolo, portoghese ed inglese gli Angelus di Benedetto XVI. Che registrano un picco di accessi.
È anche così che papa Ratzinger fa scuola. E ancora più ne farà quando fra tre settimane uscirà in Italia, edito da Scheiwiller, un libro – il primo del genere – con raccolte tutte le omelie di Benedetto XVI nell'ultimo anno liturgico.
Ma tornando al sinodo, c'è soprattutto un'omelia che ha particolarmente impressionato i padri. Ed è quella che Benedetto XVI ha pronunciato nell'aula sinodale la mattina del 6 ottobre, primo giorno dei lavori, durante la recita dell'Ora Terza dell'Ufficio Divino.
Benedetto XVI l'ha pronunciata interamente a braccio. I media di tutto il mondo hanno rilanciato unicamente il passaggio nel quale il papa ha fatto cenno al "crollo delle grandi banche". Ma è l'omelia intera che va letta e assaporata.
Eccola trascritta:
"Solo la Parola di Dio è fondamento di tutta la realtà"
© Copyright www.chiesa consultabile online anche qui.
Leggo:
Nelle Americhe alcuni preti se ne sono accorti e le prendono come traccia per le loro omelie della stessa domenica. Quando il papa recita l'Angelus di mezzogiorno a Roma, infatti, nelle Americhe è ancora l'alba: a Città del Messico sono le 5.30 del mattino, a Miami, Lima e Bogotà le 6.30, a Caracas le 7, a Buenos Aires e Santiago del Cile le 7.30, a Rio de Janeiro le 8.30.
Benissimo!
R.
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1 commento:
é da tempo che lo notiamo e che lo dico su questo blog. Non ci sono molti vescovi che scrivono o pronuniciano omelie al pari di BXVI. C'è molto da fare. La migliori omelie del papa sono quelle delle celebrazioni ordinarie (natale, pasqua, giovedì santo...). Poi bellissime quando commenta il vangelo del giorno in qualche parrocchia romana alzando gli occhi dal testo preparato. Come dimenticare quella della "pillola dell'immortalità" (come l'ho intitolata nella mia mente), o quella del giovedì santo sulle vesti del sacerdote, o quella del natale 2006 sulla parola che si accorciata... ?
Sono per me indelebili! Mai da nessun celebrante ho visto un tale spessore e profondità. Marco
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