15 ottobre 2008

Sei temi centrali del Sinodo sulla Parola. Bilancio dopo la prima settimana (Zenit)


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Sei temi centrali del Sinodo sulla Parola

Bilancio dopo la prima settimana

di Jesús Colina

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 14 ottobre 2008 (ZENIT.org).

Dopo i 191 interventi preparati e letti e 99 interventi liberi, risuonati tra il 6 e il 13 ottobre nell'aula del Sinodo dei Vescovi sulla Parola, ci sono temi che hanno ricevuto un'attenzione particolare.
Non sono ovviamente gli unici, ma sono alcuni dei più menzionati. Nei prossimi giorni ne esporremo altri, accompagnati dagli stessi Padri sinodali.

1. La Parola non è la Bibbia

Il Sinodo è iniziato spiegando un malinteso comune tra molti credenti: come ha osservato nella sua relazione prima del dibattito il Cardinale Marc Ouellet, P.S.S., Arcivescovo di Québec, la Parola non è un semplice testo scritto, è lo stesso amore di Dio fatto uomo in Cristo.
Per questo, la Parola è molto più della Bibbia, e di fatto il Nuovo Testamento nasce nel seno della Chiesa nascente e implica quindi la Tradizione e l'interpretazione del Magistero.
Tra il 7 e l'8 ottobre, numerosi interventi dei Padri sinodali hanno insistito su questa spiegazione.
I Padri hanno sottolineato che il Sinodo non cerca di riscrivere la Costituzione Dogmatica Dei Verbum del Concilio Vaticano II, che già spiega tali questioni dottrinali. Non si tratta dunque di un Sinodo dottrinale (anche se ricorda le verità del Magistero), ma soprattutto pastorale.
Altre questioni come l'ispirazione degli autori biblici non vengono quindi affrontate direttamente. Piuttosto, vari Padri sinodali hanno chiesto un documento della Santa Sede sull'interpretazione delle Sacre Scritture, ed è stato anche proposto che abbia il rango di testo papale in forma di Enciclica (Cardinale Ouellet).

2. Predicare con l'esempio: il problema delle omelie

La preoccupazione per il livello delle omelie in generale si è ripetuta costantemente nella prima settimana del Sinodo.
Da una parte si stanno offrendo soluzioni concrete a questo problema, al quale si è arrivati ad attribuire l'abbandono della Chiesa da parte dei fedeli.
Vari Vescovi hanno chiesto un Direttorio Omiletico, come già esiste un Direttorio per la Catechesi, con indicazioni pratiche sulla predicazione.
In questo senso, il Cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, relatore del Sinodo del 2005 sull'Eucaristia, ha confermato che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sta preparando un sussidio con materiale per le omelie tematiche che aiuti i sacerdoti a preparare la predicazione, pur non essendo un manuale di predicazione.
Numerosi Vescovi, come questo lunedì il Cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la Diocesi di Roma, hanno anche insistito sulla necessità che i seminaristi e i sacerdoti non solo studino la Bibbia, ma imparino ad assaporarla meditandola.
Molti presuli, soprattutto negli interventi liberi, hanno spiegato che l'omelia non è solo una questione di formazione retorica o accademica.
Sono state citate varie volte le famose parole di Paolo VI, che diceva che il mondo ascolta i maestri ma segue i testimoni. Se la parola del predicatore non viene seguita nella vita, perde tutta la sua credibilità, è stato constatato.
In questo senso, si è ricordata anche l'espressione di Benedetto XVI quando spiega che la Parola non è solo “informativa”, ma “performativa”, vale a dire deve conformare la vita di una persona.

3. La “lectio divina”

Una delle definizioni forse più ripetute in questa settimana è stata “lectio divina”. La meditazione orante della Parola di Dio, soprattutto in comunità (esistono diverse metodologie), sembra diventare la proposta che i partecipanti a questo Sinodo vogliono fare a ogni parrocchia.
Si può dire, quindi, che l'efficacia pratica del Sinodo di potrà misurare nell'arco di dieci anni in base alla diffusione di questa pratica, promossa da Benedetto XVI fin dall'inizio del suo pontificato.

4. Antico Testamento

Vari Padri sinodali hanno constatato la difficoltà dei cattolici di leggere e meditare l'Antico Testamento. In questo modo non possono godere pienamente della rivelazione divina. Questo fenomeno si aggrava in alcuni ambienti a causa di altri due elementi.
Nel caso delle Chiese orientali, come ha spiegato monsignor Kidane Yebio, Vescovo di Keren (Eritrea), nella sacra liturgia non si leggono praticamente mai brani dell'Antico Testamento.
Nel caso dei cristiani del Medio Oriente, a causa del conflitto tra israeliani e palestinesi e di interpretazioni sioniste della Bibbia, si rifiuta la lettura o la meditazione dell'Antico Testamento.
Questo grave fenomeno è stato constatato in particolare da due patriarchi: Sua Beatitudine Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei Latini, e Sua Beatitudine Grégoire III Laham, B.S., patriarca di
Antiochia dei Greco-Melchiti (Siria). Ques'ultimo ha spiegato, come esempio, che in una celebrazione liturgica un fedele arabo aveva cambiato l'espressione biblica “Popolo di Israele” in “Popolo della Palestina”.

5. Esegesi

Nei primi giorni del Sinodo sono stati numerosi gli interventi in cui si constatava come un'esegesi accademica della Bibbia porti a volte a dubitare della storicità stessa di Cristo o del fatto che la Scrittura sia un testo rivelato.
Questa lettura senza fede del testo rivelato avrebbe portato i cattolici a cercare un'interpretazione di fede in gruppi protestanti. Anche se questo fenomeno preoccupa profondamente il Sinodo, l'Assemblea ha anche sottolineato l'importanza dell'apporto dell'esegesi alla comprensione della Parola.
Nella relazione d'apertura, il Cardinale Ouellet ha proposto agli esegeti e ai biblisti una visione di fede e di ascolto dello Spirito, superando così dall'inizio un dibattito non necessario. Fede e scienza biblica non sono in contrasto, hanno insistito i Vescovi.

6. Traduzione e distribuzione della Bibbia

L'argomento è stato presentato davanti all'assemblea da monsignor Louis Pelâtre, vicario apostolico di Istanbul (Turchia), che ha constatato che la Bibbia non è stata ancora tradotta in molte lingue locali.
Quando queste popolazioni minoritarie sono povere, non esistono nemmeno risorse per stampare e distribuire Bibbie a prezzi accessibili.
Sono stati dunque numerosi gli interventi dei Vescovi africani, latinoamericani e asiatici per chiedere la creazione di un organismo nella Chiesa cattolica che aiuti a risolvere questo grave problema, anche dal punto di vista economico.

Atmosfera

Da quando è stata ristabilita la pratica di convocare il Sinodo dei Vescovi dopo il Concilio Vaticano II, questa assemblea è forse la più serena, segno di una nuova unità nella Chiesa dopo le divisioni dei decenni scorsi. Lo ha constatato ad esempio questo lunedì a ZENIT il Cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras).
A questa atmosfera di unità ha contribuito il tema scelto da Benedetto XVI, “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, argomento che tocca il cuore di ciascuno dei presenti.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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