14 ottobre 2008
Intervento di Benedetto XVI al Sinodo dei vescovi: "Un metodo completo per leggere e capire la Bibbia" (Osservatore Romano)
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Intervento di Benedetto XVI al Sinodo dei vescovi
Un metodo completo per leggere e capire la Bibbia
Per meglio capire la Bibbia anche dal punto di vista della fede servono esegeti con una formazione completa.
Il metodo storico-critico è positivo, ma ha bisogno di essere completato. Lo ha detto il Papa intervenendo questa mattina, martedì 14 ottobre, alla quattordicesima congregazione generale del Sinodo.
Il suo intervento si è richiamato, nella sostanza, al documento sull'interpretazione della Bibbia nella Chiesa pubblicato dalla Pontificia Commissione Biblica nel 1993, sotto la guida dello stesso Ratzinger, allora cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Attenzione ai rischi di un'esegesi esclusivamente storico-critica, ha detto il Pontefice parlando dopo l'intervallo dei lavori e quasi facendo eco a quel testo importante. Abbiamo ascoltato tutto il bene possibile che ci può derivare dall'esegesi - ha continuato - ma dobbiamo considerare anche i suoi rischi. Il metodo storico-critico aiuta a capire che il testo sacro non è mitologia, ma vera storia, aiuta a cogliere l'unità profonda di tutta la Scrittura. Con contributi spesso di altissimo livello accademico aiuta a percepire tutta la realtà del fatto, ma può portare a pensare alla Bibbia come un libro che riguarda solo il passato.
Benedetto XVI si è poi riferito al secondo punto della Dei Verbum.
Se scompare l'ermeneutica della fede - ha detto ancora - al suo posto si afferma l'ermeneutica positivista o secolarista, secondo la quale il divino non appare nella storia.
E si riduce tutto all'umano, come nell'attuale mainstream dell'esegesi in Germania, che nega la risurrezione di Cristo e la fondazione dell'Eucaristia da parte del Figlio di Dio.
Secondo il Papa non ha ragion d'essere il dualismo che attualmente separa teologia ed esegesi: una teologia che non si basa sull'interpretazione della Scrittura è una teologia senza fondamento, come non ha fondamento un'esegesi che non sia teologica.
Per venire al pratico - ha concluso Benedetto XVI - dovremmo allargare la formazione dei futuri esegeti.
I lavori del mattino sono stati inaugurati dall'intervento del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il quale si è soffermato sulla pastorale giovanile.
Presa a sé stante - ha detto - la Bibbia non riesce a suscitare agli occhi di un giovane una particolare attrazione e affezione; tra i 14 e i 19 anni, solo il 13 per cento ritiene che "se uno crede in Dio deve meditare i testi sacri". Ma se veicolati da educatori e testimoni credibili, i ragazzi mostrano una sorprendente disponibilità verso la Bibbia.
In precedenza il cardinale Delly, Patriarca di Babilonia dei Caldei, aveva parlato della situazione attuale della Chiesa irachena "sommersa da troppo dolore".
(©L'Osservatore Romano - 15 ottobre 2008)
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