10 luglio 2007
Il Papa a Lorenzago: cronaca delle giornate di ieri e di oggi
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Campane a festa nelle chiese del Cadore e 200 agenti di sorveglianza Benedetto XVI ha stretto le mani alla gente assiepata lungo la strada
Michela Canova
LORENZAGO DI CADORE- Blindato in un paese sotto assedio. La vacanza di Benedetto XVI in Cadore è iniziata ieri sotto massima sorveglianza, mentre il temporale delle prime ore della mattina ha scoraggiato numerosi fedeli e fatto temere un cambio repentino nel viaggio del pontefice, con il rischio di vedere l'elicottero papale sostituito da un corteo di automobili.
L'ELICOTTERO — Invece l'Hhf3 bianco, al comando dell'areonautica militare, è atterrato come previsto nel parcheggio dei campi da tennis, dopo un lento avvicinamento. Solo con un po' di ritardo. Ieri mattina la polizia stradale preannunciava possibili code sull'Alemagna, e poi in entrata a Longarone, forse memore degli intasamenti registrati per le visite cadorine di Papa Wojtyla. In realtà il traffico si è mantenuto sempre scorrevole, fino al divieto di transito nelle vie del centro, istituito dal sindaco, e dell'affluire lungo la strada diretta al castello di Mirabello di centinaia di persone. Di fronte al municipio, nella piazza della chiesa, lungo la via centrale, le persone giunte per dare il dare il benvenuto a Papa Ratzinger si sono concentrate solo dopo le 10.30. Prima solo giornalisti, fotografi, cineoperatori e forze dell'ordine. Tra i mass media a mezzogiorno 150 pass per testate italiane in massima parte, ma anche del resto dell'Europa, Francia e Germania soprattutto. Il servizio di sicurezza, invece, ha visto impegnati oltre 200 tutori dell'ordine, a partire dalle 6 guardie del corpo a stretto contatto con la macchina che conduce Bendetto XVI in testa al corteo, fino ai tiratori scelti posizionati nei punti strategici. A mezzogiorno tutto era pronto.
LE CAMPANE Ai dodici rintocchi, dalle chiese del Cadore seguono i suoni delle campane a festa, come richiesto dal vescovo di Belluno e Feltre. L'elicottero papale però è ancora lontano, sembra sia appena decollato da Istrana. Papa Ratzinger ha fatto più volte sapere di voler passare una vacanza monastica, nella quale non saranno escluse improvvisazioni, come una visita concessa a qualcuna delle comunità che lo hanno insistentemente richiesto o l'incontro con i sacerdoti, tutte in forma privata. Qualche minuto prima di mezzogiorno e mezzo, atterra un elicottero della polizia e il corteo papale si prepara, motori accesi. Alle 12.31, l'elicottero del Papa appoggia le ruote a terra. Lo specialista scende per primo e fa segno di attendere che il motore si fermi. Poi si avvicinano cinque bambini nei costumi tradizionali con un cesto di fiori di montagna, il sindaco di Lorenzago di Cadore Mario Tremonti, il presidente della Provincia di Belluno Sergio Reolon, il vescovo della diocesi di Belluno-Feltre monsignor Giuseppe Andrich, il vicario forano monsignor Renzo Marinello e il parroco don Sergio De Martin. Dalla scaletta, scendono il vescovo di Treviso, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, il segretario padre George Gaenswein, altri accompagnatori e un boato si leva dalla folla, scandito da numerosi «viva il Papa» e «il Cadore ti saluta». E' il benvenuto a un sorridente Benedetto XVI, che stende le mani, ringrazia, rivolge saluti ai fedeli e alle autorità. Poi sale nell'auto nera e il corteo si avvia verso la residenza estiva. Sulla strada che taglia in due il paese la fila rallenta.
IL PAESE - Benedetto XVI appare dal finestrino e ricambia il benvenuto della popolazione, circa un migliaio le persone, secondo la stima delle forze dell'ordine. Poi avanti fino a Mirabello. «Non ricordavo di aver vissuto un'emozione così forte - confessa il sindaco di Lorenzago Mario Tremonti - è un evento straordinario che ci permette di essere orgogliosi di continuare a vivere in questo paese. Siamo un piccolo centro di montagna. La gente fatica a stare qui: 600 anime, 2-3 negozi. La presenza del Papa ci dà forza». Dall'arrivo del pontefice le campane hanno suonato ininterrottamente per mezz'ora, con un ultimo rullo a corteo passato.
«Un'esperienza emozionante - conferma il presidente della Provincia Sergio Reolon - ho sentito dalle sue parole, appena sceso dall'elicottero, il ringraziamento per quanto si sta facendo perchè il suo soggiorno possa essere il migliore possibile. Tutte le comunità hanno cercato di fare il possibile perchè l'accoglienza sia adeguata e perchè possa trovarsi bene. All'insegna di una sobrietà tipicamente nostra, della montagna».
IL TEMPORALE Il temporale della mattina aveva fatto temere un cambio di programma, invece l'elicottero papale è arrivato come previsto, solo un po' in ritardo
© Copyright Corriere del Veneto, 10 luglio 2007
Autorità e bambini, applausi e baci L'urlo: «Ciao Papa, buone vacanze»
NELLA MARCA ISTRANA (Treviso) —
Mauro Pigozzo
«Senza di lui questi tempi sarebbero vani». Gerrino Durigon ha novant'anni e gli occhi profondi di chi la guerra l'ha combattuta. Poltroncina portatile, cappello. Ieri mattina era in attesa del Papa già verso le nove. A poca distanza Valentina, tre mesi e il completino rosa della festa. La mamma la guarda. Lei dorme nel passeggino. Il papà è in divisa militare e impugna una macchinetta fotografica. «Spero la benedica». Base di Istrana, sole a picco. Un migliaio di persone ammonticchiate sulle transenne. Sono i parenti dei militari.
«Se avessimo aperto al pubblico ci sarebbero 20 mila fedeli», ipotizza il tenente colonnello Giancarlo Iannicelli. Benedetto XVI atterra alle 11,17 a bordo di un aereo Falcon 900. Pochi minuti di commozione e saluti ufficiali. Autorità, applausi. Bambini, baci. Una passerella e la partenza a bordo dell'elicottero SH-3D che alle 11,49 rimette in moto le pale. È la settima occasione che il cinquantunesimo stormo di Istrana accoglie il Santo Padre nel territorio trevigiano. La prima volta di Ratzinger. Poco dopo le undici, in anticipo di una decina di minuti sul previsto, ecco il Papa. Scende per ultimo. Il primo a baciargli l'anello è il vescovo della Diocesi di Treviso Andrea Bruno Mazzocato. A seguire le autorità. Il governatore veneto Giancarlo Galan, il prefetto Vittorio Capocelli, Giampaolo Gobbo e Marco Fighera, rispettivamente sindaci di Treviso e di Istrana e il presidente dalla Provincia Leonardo Muraro.
Tutti emozionati, almeno nelle dichiarazioni ufficiali. Benedetto XVI in silenzio sorride e saluta. Firma l'albo d'onore dei visitatori. Riceve il vaso di cristallo di Italo Varisco con la dedica. Dà un buffetto a Ludovico Biavati, figlio del colonnello Alberto, comandante dello Stormo. Otto anni, fiori gialli e bianchi in mano. Ludovico saluta in tedesco il Papa, gli dona il mazzo. È tempo del lento scivolare a stringere mani. Le transenne ondeggiano sui ganci al passare del pontefice. I bambini lo cercano. Qualche mamma applaude.
Attorno è un valzer di videofonini. Lo fotografano anche i militari più seri. Ecco, è il turno delle cinque suore salesiane oblate del Sacro Cuore. Sono arrivate da Signoressa, Pezzan e Zerman. Aspettavano sotto il sole da quasi tre ore. E poi ancora volti e mani.
Un anziano riesce a fermare il pontefice. Confabula pochi secondi, Benedetto XVI lo benedice. «Mia moglie ha un grave male. Ho chiesto conforto». Dietro il Papa scorrono lentamente i politici e gli uomini della scorta. Galan sorride con Mazzocato. Il sacerdote della politica regionale con il governatore delle anime di Marca. «Parlavano del figlio di Galan. Dei ciucci. E di quanto belli fossero i bambini », rivelerà più tardi chi era vicino loro. Magia della fede. Ormai è ora di ripartire. Sventola una bandiera polacca sul gruppo degli ultimi militari che il Pontefice saluta. Le telecamere si spengono. Si sente solo un urlo. «Ciao, Papa. Buone vacanze».
© Copyright Corriere del Veneto, 10 luglio 2007
PAPA/ INIZIO DI VACANZE NEL CADORE LONTANO DAI RIFLETTORI
Una passeggiata in area recintata, nessuna visita in paese
Lorenzago di Cadore, 10 lug. (Apcom) - Una passeggiata all'interno dell'area del Castello di Mirabello, al riparo da sguardi indiscreti. Escluse le uscite in paese per le prime settantadue ore. E poi preghiera, letture, studio e un po' di pianoforte tra le mura della villa in cui soggiornano con lui il segretario particolare, monsignor Georg Gaenswein, e le laiche consacrate che lo accudiscono anche a Roma. Passa così l'avvio di vacanze di Papa Ratzinger, giunto ieri a Lorenzago di Cadore, nel Bellunese, per un periodo di villeggiatura che durerà fino al prossimo 27 luglio.
Dopo un tour-de-force di lavoro ed impegni concluso, quest'oggi, con la pubblicazione di un documento della congregazione della Dottrina della fede sulla Chiesa e la salvezza, il periodo di riposo del Papa inizia, dunque, nella tranquillità più totale. "Il Papa sta vivendo la vacanza con uno stile che si può definire monastico, dedita alla preghiera, alla contemplazione e allo studio, e intende proseguire così per i prossimi due giorni", ha spiegato ai giornalisti don Giuseppe Bratti, portavoce del vescovo di Treviso. La notte è passata tra pioggia, lampi e tuoni, "ma il riposto del Santo padre non è stato turbato", assicura il sacerdote.
Se voleva avere un contatto diretto con il suo ospite illustre, la popolazione di Lorenzago, insomma, deve aspettare. Il parroco don Sergio de Martin, sperava di vederlo al concerto dell'organo Comelli, appena inaugurato, nella chiesa dei Santi Ermagora e Fortunato, che si svolgerà domani in occasione della festa di san Benedetto abate (onomastico del Papa), ma così non sarà. Anche le escursioni per ora sono escluse. Benedetto XVI si è sì allontanato dalla villa in cui risiede, ma è rimasto all'interno dell'area controllata dalla gendarmeria vaticana e dalla guardia forestale per una passeggiata di breve periodo. Del resto, a parte una mattinata di sole, il tempo non volge al bello e le cime dei monti Cridola, Tudaio e Marmarole si sono coperte, nella notte, di un velo di neve.
Anche sulle possibili visite nei dintorni il riserbo sinora è massimo. "Il Papa ha ricevuto molti inviti, ma per ora non vi è nulla in agenda", ha affermato don Bratti. L'unico fuori programma è avvenuto ieri. Arrivando in Cadore, il suo elicottero ha deviato per permettere a Ratzinger di vedere la diga del Vajont, dove una frana, nel 1963, provocò un'onda che cancellò il villaggio di Longarone. Non è esculso che il Papa vada a visitare il locale cimitero - dove in passato si recò Giovanni Paolo II - ma per ora non vi è alcuna certezza".
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