2 luglio 2007

Un articolo su cui riflettere sulla Messa tridentina (Maria Giovanna Maglie)


Vedi anche:

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO CHE LIBERALIZZA LA MESSA IN LATINO

LA LETTERA DEL PAPA ALLA CHIESA CINESE: LO SPECIALE DEL BLOG

Rassegna stampa del 2 luglio 2007

Messa tridentina: due importanti articoli di Introvigne e Rodari

Le ragioni della liberalizzazione della Messa tridentina secondo Antonio Socci

Messa in latino, ritorno al futuro

di Maria Giovanna Maglie

Da non cattolica attenta a quel che fa Papa Ratzinger sulla scena mondiale e nello spirito dell’Occidente, ho notato alcune sciocchezze dette negli ultimi giorni sul ritorno alla messa in latino, il motu proprio.

La Messa in latino nessuno l'ha mai tolta. Il Concilio Vaticano II non ha mai eliminato la Messa in latino, ma ha permesso che venisse celebrata nelle varie lingue, e così è stato. Con Paolo VI si fecero i nuovi messali, che contenevano le indicazioni del rinnovamento liturgico conciliare, e tra queste c'era anche quello in latino, che lo stesso Papa Giovanni Paolo II ha rinnovato con la «Editio typica» nel 2002.
Ciò che non era più permesso usare era invece il messale, il libro con le indicazioni di «rubrica», i gesti, i movimenti, le posizioni, di Pio V. La riforma liturgica aveva infatti sfrondato molte cose, aveva rivolto l'altare al popolo, aveva semplificato alcuni passaggi, anche se sostanzialmente la Messa non cambiava.

Per usare il messale di Pio V era necessario uno speciale indulto della Santa Sede. Perché? Dopo il Concilio, la corrente contraria alle riforme, che riteneva questa svolta della Chiesa un danno, aveva preso come paradigma proprio l'uso del messale di Pio V e della messa secondo il vecchio stile «con le spalle girate», proprio per girare le spalle al Vaticano II. Basti un nome: Mons. Lefebvre. Ciò che dice il documento di Benedetto XVI è che chiunque lo desideri, può usare ancora il messale di Pio V, senza dover chiedere l'indulto della Santa Sede. Tutto qui.

Il documento di Benedetto XVI va dunque letto come un documento «moderno» e non come un'inversione di marcia: basta avere il coraggio di guardare e di conoscere le cose prima di parlarne. Innanzitutto, dopo quaranta anni dal Concilio, la corrente che si schierava e si dichiarava totalmente contraria al Concilio Vaticano II si è ormai spenta: lo spirito della riforma non viene intaccato. L'uso del messale di Pio V, invece di quello di Paolo VI, in questi quaranta anni ha assunto una valenza totalmente diversa: dall'essere gesto simbolico di rifiuto del Concilio Vaticano, all'essere una rivalutazione della tradizione dentro lo spirito del Concilio, affinché la ricchezza del passato non vada persa nella modernizzazione. Questo Papa, da grande e fine teologo quale è, fa fare un passo avanti a tutti, e a un livello profondo. Se la Messa è un mistero, non ci si può perdere in una mentalità pop alla Harry Potter. Non si può dire che con un determinato libro «di formule» è valida, e con le formule vecchie invece l'incantesimo non funziona più. La mentalità «magica» non ha nulla a che vedere con la liturgia. Il mistero della presenza di Dio, per chi ci crede, è una cosa molto più seria.

Questo è un grande passo all'interno della Chiesa, perché chiude uno «scisma» che si era aperto dopo il Concilio: l'arroccamento della tradizione contro lo spirito della riforma. Si rimettono le cose al loro posto, e la modernità e la tradizione tornano a dialogare. Resta solo un piccolo accenno, che sembra puramente di stile, ma in realtà è portatore di una verità profonda. Oggi il pericolo più grosso della Chiesa è esattamente opposto a quello del dopo-Concilio: è la sciatteria mascherata da «rinnovamento conciliare», è la banalità mascherata da modernità. Come ama dirmi un amico sacerdote e intellettuale, perché le chiese «moderne» devono essere così brutte, le chiese antiche così disordinate, e quelli che frequentano la parrocchia devono presentarsi tanto male, così infagottati e dimessi? Perché sacro è tanto spesso sinonimo di sdolcinato, la misura di banalità, l'ordine di rigidità, la semplicità di noia? Perché essere moderni vuol dire essere condannati alla sciatteria? Solo una modernità che stia ben salda sulle sue radici, può guardare in faccia il futuro.

Attenti allora alle sottigliezze che va introducendo il pianista Ratzinger, è molto più moderno di quanto sembri!

Forse non lo sarà come immagine, ma lo è come contenuto. Cosa serve di più oggi alla Chiesa che deve sfidare i Mostri, l'immagine o il contenuto?

© Copyright Il Giornale, 2 luglio 2007

Cara Maglie, siamo perfettamente d'accordo: l'immagine non conta nulla, e' eterea e sparisce non appena sparisce il "personaggio". Papa Ratzinger ci da' dei contenuti da cui la Chiesa del futuro non potra' prescindere :-)
E' bello vedere come Benedetto riesca a stimolare la testa di chi ha, di per se', una grande intelligenza (come la Maglie).
Raffaella

14 commenti:

Cristiano ha detto...

Mi pare notevole che una persona che si professa "non cattolica" sia riuscita ad afferrare così bene l'aspirazione verso l'unità che è alla base della concessione del Santo Padre! A spingersi oltre gli aspetti esteriori della questione e a comprendere come sia impossibile per la Santa Chiesa, che è fondata sulla Tradizione, "tagliare" col proprio glorioso passato...

euge ha detto...

Condivido il tuo punto di vista cara Raffaella e soprattutto, sostengo la tesi della Maglie; in effetti, soltanto chi ragiona facendo funzionare la propria materia grigia, riesce a comprendere che tutto ciò che Benedetto XVI sta facendo, non è un tornare indietro ma, è secondo me un passo grande in avanti anche per superare certe incomprensioni e divisioni che sono di ostacolo al suo obbiettivo di pontificato ovverosia l'ecumenismo!!!!!!!!
Purtroppo, c'è chi pur potendo capire non vuole capire; perchè non si vuole ammettere che questo è il Papa giusto al momento giusto!!!!!!!!!!!!!
Sempre con Benedetto XVI - Eugenia

Luisa ha detto...

È interessante, avvincente osservare come tanti laici non credenti,hanno un`analisi, una visione chiara, oggettiva della storia della Chiesa e degli avvenimenti che l`hanno percorsa e la stanno attraversando.
Penso anche allo storico Paul Veyne, al suo libro "Quand notre monde est devenu chrétien".
L`analisi di M.G.Maglie è molto interessante, certo solleverà le ire di tutti i fondamentalisti che erano e sembrano essere ancora nel rifiuto, arrogante e intollerante, puro e semplice di coloro che sono restati fedeli alla tradizione.
Spero di tutto cuore nell`onestà di tutti coloro, i preti innanzitutto, che dovranno, dopo aver letto il motu proprio e la lettera d`accompagnamento, trasmettere l`informazione ai fedeli con la dovuta chiarezza, e così spiegare loro che niente cambierà per coloro che seguono la messa secondo il rito ordinario, e desiderano continuare a farlo.
Dunque niente passo indietro per loro come per nessuno!!
Penso sopratutto ai preti e vescovi che sembrano avere obiezioni , spero che saranno onesti e sapranno mettere le loro opinioni personali a tacere, per mettersi al servizio della Chiesa nell`ubbidienza alla quali si sono impegnati.
È la condizione sine qua non per la buona applicazione del Motu Proprio .
Nel caso contrario, i preti e vescovi che sarebbero tentati di fare ostruzione porterebbero una grave responsabilità, e un colpo terribile all`unità della Chiesa.
Il Santo Padre va nel senso della conciliazione e dell`unità, è realmente un passo in avanti, speriamo che abbia il sostegno di tutto il clero!

Luisa ha detto...

PS:
Onestà...chiarezza...ubbidienza...mi sembrano le tre doti fondamentali che sono richieste al clero, nella trasmissione e applicazione del Motu Proprio di Benedetto XVI.

euge ha detto...

Cara Luisa è proprio il sostegno del clero il punto dolente secondo me......... visto che già c'è stato modo di verificare la cieca contrarietà a questo Motu Proprio!!!! Per quanto e come potrò spiegherò con le mie piccole conoscenze come stanno davvero le cose perchè non vorrei che qualche parroco " progressista" porga questo Motu Proprio ai fedeli nel modo più sbagliato e confuso possibile!!!!!!!!!!!!!!
Quindi, chiedendo il permesso a Raffaella, vorrei fare una raccomandazione a tutti coloro che leggono questo blog cercate di leggere voi stessi il documento scritto dal Papa visto che molti avranno intenzione di proporvi lucciole per lanterne. Sicuramente il testo verrà pubblicato sul sito del Vaticano quindi è leggibile per tutti!!!! fatelo!
Eugenia

mariateresa ha detto...

personalmente sono abbastanza ottimista sull'accoglienza del Motu proprio. Anche perchè, obiettivamente, non provoca sfracelli, almeno sulla base delle notizie che abbiamo. Dò per scontato che non tutti siano d'accordo e che anche dei sacerdoti possano mugugnare, ma questo è avvenuto a suo tempo anche per la riforma post-conciliare. Molti ci rimasero male anche allora, mio padre mi raccontava che l'obiezione più diffusa era che "non sembra neanche più una messa". Insomma ogni cambiamento necessita di tempo per essere accettato. Poi ci saranno sempre quelli che seguono l'ideologia del "benaltrismo" e cioè che "di ben altro" c'è bisogno,ecc.ecc. Credo che siano posizioni fisiologiche.
Le obiezioni che girano, quelle di Melloni e di Bianchi, per intenderci, sono sempre quella minestra che conosciamo e che oramai avrebbe bisogno di un po' di sale per non sembrare stantia o insipida.
Io credo che tra gli oppositori un timore sia che l'iniziativa possa avere un successo pratico, cioè molte richieste, perchè allora la faccenda si farebbe, come dire, imbarazzante.
Penso che la cosa migliore per tutti sia stare sereni e lasciare ad ognuno di fare quello che crede opportuno senza lanciare anatemi e lezioncine con toni supponenti. Come nel caso di Alberto Melloni, per non fare nomi.

Anonimo ha detto...

Grazie per i vostri commenti!!! E' assolutamente vero: il motu proprio non provochera' sconvolgimenti. Certo! Se le richieste fossero molte, ci si dovrebbe interrogare sulla ragione per cui in molti, a parte la curiosita', prediligano l'antico rito.
Sono assolutamente d'accordo con Mariateresa quando lamenta il fatto che le critiche (di Melloni, Bianchi ed altri) dovrebbero un tantino (queste si') rinnovarsi.
Ciao
Raffaella

euge ha detto...

Cara Mariateresa, hai ragione quando dici che molti oppositori temano a parte un periodo di curiosità una alta adesione alla richiesta del rito latino e ciò non è da escludere anzi; forse proprio il meccanismo contorto per chiedere tale celbrazione in vigore fino all'uscita del Motu Proprio, poteva essere un deterrente......Aspettiamo con fiducia il Motu Proprio del Santo Padre e vediamo.......
P.s riguardo a Melloni e Bianchi non spreco neanche il mio tempo a leggere conosco bene il loro stile!!!
Eugenia

francesco ha detto...

no comment
francesco

Luisa ha detto...

Caro don Francesco, i suoi no comment mi divertono.....si riconoscono al loro gusto, un sapore molto pronunciato! ;)
Spero solo, e lo dico senza ironia , che il giorno in cui toccherà a lei, e questo giorno è molto vicino,rispondere alle domande dei suoi fedeli , lei non risponderà con un : "no comment" !

francesco ha detto...

no comment
francesco

euge ha detto...

Si Don Francesco spero che se da lei verranno le famose trenta persone lei non solo le istruisca sul Motu Proprio senza distorcerlo come fa la maggior parte della stampa ogni qual volta il Papa presenta un suo documento ma, non risponda in questo modo che sinceramente mi scusi fa cadere le braccia per terra poichè da l'idea di una persona che non sa dove andare a parare.
Scusi di nuovo ma questa è l'impressione che si ricava dai suoi commenti.
Eugenia

Luisa ha detto...

Sa che cosa le dico Francesco...sto dubitando seriamente che lei sia prete. Invece, ciò di cui sono sicura è che lei ama provocare per provocare, con uno spirito di contraddizione spinto alla massima potenza, e... complimenti in questo è molto dotato. Si vede che è allenatissimo!
Voglio veramente prendere le sue reazioni sul comico, e con il senso dell`humour, perchè se tutto fosse vero e serio...ci sarebbe da preoccuparsi.....o forse da ridere comunque.
Salvo se mi metto al posto degli eventuali fedeli...
La ringrazio sin d`ora per il suo prossimo così delicato "no comment".

Cristiano ha detto...

Messa da parte una parziale differenza di vedute, va a Padre Francesco tutta la mia solidarietà per la sua situazione di pastore di anime; sua e di molti altri. Il problema infatti è che "non c’è un fedele che non sappia che la liturgia tradizionale non è stata più usata dalla Chiesa per espressa volontà del Concilio. Non c’è predica e non c’è esortazione pastorale che non ricordi che il rinnovamento liturgico, e quindi l’accantonamento della liturgia tradizionale, è stato voluto dal Concilio.
I fedeli, presto o tardi, penseranno che se si è ripristinata la liturgia tradizionale è perché si è tradito il Concilio.
Inevitabile." (In http://www.unavox.it/ArtDiversi/div065_Aspett_Motu_Pror.htm). E adesso sono loro che ci devono mettere una pezza, e i progressisti in prima fila...
per fortuna che ci sono molti fedeli, come voi tutte che scrivete, serie, moderate e soprattutto col senso della Tradizione, che non vedono fronti aperti ovunque e hanno rispetto del Magistero!