10 agosto 2007

Messa tridentina: Don Farinella contro il motu proprio del Papa


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Spuntano gli “obiettori di coscienza” sulla liturgia. Lettera al Papa

Messa in latino: io, prete, dico no

di FRANCA GIANSOLDATI

«SANTO Padre, per molti motivi teologici, storici, pastorali e liturgici, io Paolo Farinella prete, incardinato nella chiesa particolare di Genova, per le mani del mio vescovo nonché presidente della Cei, Angelo Bagnasco, con cuore rattristato, ma con ferma determinazione dichiaro di non potere dare attuazione al Motu Proprio “Summorum Pontificum”, per cui mi dichiaro obiettore di coscienza per questo singolo atto magisteriale».
La lettera aperta indirizzata a Benedetto XVI appare in calce ad un pamphlet contro il ripristino della messa in latino secondo il rito antico, appena pubblicato da una piccola casa editrice lombarda, che già sta acquistando una certa notorietà al di là del Tevere. Autore dello scritto polemico è un sacerdote genovese, biblista, autore di diversi libri, in passato più volte bacchettato dall’autorità ecclesiastica per le sue intemperanze verbali. Stavolta però l’amaro sfogo di don Farinella non sembra voce isolata e c’è già chi teme che potrebbe addirittura aprire il fronte dei preti obiettori della messa tridentina.
«Il suo Motu Proprio - scrive il sacerdote rivolgendosi al pontefice - è irricevibile. Siamo in tanti disposti a subire qualunque conseguenza, materiale e spirituale, ma non possiamo tradire la Chiesa degli apostoli, del concilio di Trento, del concilio Vaticano II di Paolo VI. Non possumus». Parole durissime, indubbiamente insolite sulla bocca di un ecclesiastico ma inequivocabili. A condividere la sostanza ma non lo stile ed il linguaggio è padre Rinaldo Falsini, uno dei massimi liturgisti viventi, testimone del Concilio che firma la prefazione del libello. «Le osservazioni sul contenuto mi trovano consenziente, anzi oso dire di avervi ritrovato alcune mie precedenti annotazioni, essendomi occupato a lungo e continuando ad occuparmi della riforma liturgica, ultimamente rimessa in discussione anche da persone di rilievo».
Tre i rilievi mossi all’indulto ratzingeriano. Il primo fa riferimento all’applicazione del Concilio nei due messali: «Se il messale di Paolo VI deve giustamente essere usato con fedeltà alle prescrizioni, quello di Pio V come può garantire che i fedeli partecipino all’azione sacra consapevolmente, pienamente e attivamente?». La domanda resta aperta mentre viene rilevata la seconda falla: il Motu Proprio non dice mai espressamente «che il ripristino del Messale di Pio V (edizione 1962) deve essere subordinato all’accettazione formale e sincera del Concilio e del magistero papale che ne ha attuato la riforma». Senza questa «adesione del cuore», argomenta padre Falsini, «si rischia di mettere in contrapposizione il Concilio di Trento e il Vaticano II anche contro le intenzioni e il volere del Papa».
La terza osservazione riguarda gli intoppi sul fronte dell’ecumenismo e la sproporzione esistente delle letture bibliche nei due messali, quando il Concilio, a tal proposito, chiarisce che nelle celebrazioni la lettura della Sacra Scrittura deve essere «più abbondante, più varia e meglio scelta». La conclusione è che sarà difficile «se non impossibile» armonizzare queste due visioni - quella conciliare e quella tridentina - in un’unica pastorale come chiede Benedetto XVI. Indubbiamente più tranchant nei giudizi don Farinella, primo obiettore dichiarato in campo liturgico, angosciato da una parte per gli «inevitabili» effetti causati dal rito tridentino sulla comunità di fedeli (divisioni e spaccature), dall’altra per il timore che possa passare il principio che «il Vaticano II rappresenti una rottura rispetto al passato». Sicché il tanto contestato Motu Proprio viene definito sic et simpliciter un «attacco diretto al cuore del Concilio e al suo frutto più maturo, la riforma liturgica». Nato con l’intento di recuperare i lefebvriani e sanare lo scisma del 1988, l’indulto promulgato da Papa Ratzinger lo scorso 7 luglio continua a sollevare interrogativi e a fare riflettere. Due settimane fa dalle colonne del domenicale del Sole24ore il cardinale Carlo Maria Martini esprimeva i suoi dubbi e nonostante l’amore da sempre nutrito per il latino faceva sapere che lui la messa tridentina non l’avrebbe proprio celebrata. Proprio come don Farinella. «Non posso non risentire quel senso di chiuso - scriveva il cardinale - che emanava dall’insieme di quel tipo di vita cristiana così come allora si viveva, dove il fedele con fatica trovava quel respiro di libertà». Poi si diceva «grato al Concilio» per avere «aperto porte e finestre per una vita cristiana più lieta e umanamente più vivibile».

© Copyright Il Messaggero, 10 agosto 2007

Giansoldati...Giansoldati...visto che e' "andata" fino a Genova per scovare Don Farinella, Le consiglierei di recarsi anche da Mons. Bagnasco per sentire che cosa ne pensa del motu proprio :-)
Inoltre si rechi anche vicino a Roma, precisamente a Frosinone, e si accorgera' che non tutti la pensano come Don Farinella.
Come mai, Giansoldati, Lei e' cosi' ostile a Papa Benedetto? Noto che cita sempre il cardinale Martini come principale "oppositore" del Pontefice felicemente regnante. Pensa che l'arcivescovo di Milano ne sia felice? Chissa'...nessuno sa rispondere a questa domanda a parte il diretto interessato.
Quanto a Don Farinella ha gia' detto la sua tempo fa, ma ora ha trovato spazio anche sulle colonne del Messaggero.
Beh, ha tutto il diritto di parlare come io di rispondere.
Non so se Don Farinella sia un parroco. Se non lo e', non avra' alcun problema: si tranquillizzi! Nessuno lo obbliga a celebrare la Messa secondo il rito antico. Potra' continuare a celebrare, in pubblico e in privato, con il rito ordinario. Nessuna giardia svizzera gli puntera' l'alabarda sulla tonaca...
Se, invece, e' un parroco, dovrebbe avere piu' fiducia nei suoi parrocchiani. Sono sicura che con loro ha un rapporto eccellente per cui dubito che qualcuno, sapendo della sua "obiezione di coscienza", Le chiedera' mai, caro Don, di celebrare la Messa tridentina. O sbaglio?
Si tranquillizzi! Cio' che piu' mi da' da pensare e' questo continuo attacco al Papa da parte di alcuni membri del clero che non hanno alcuna remora ad usare i giornali per i loro scopi.
Questo si' che meriterebbe una "obiezione di coscienza"!
Non e' il motu proprio che rischia di spaccare la Chiesa ma la mancanza di umilta' di certi fedeli e di certi sacerdoti.
Dovremmo cercare di capirci gli uni gli altri proprio come auspicato dal Papa!
Infine non penso proprio che si possa fare obiezione di coscienza sul singolo provvedimento magisteriale. Sarebbe troppo comodo...una sorta di religione "fai da te".

Raffaella

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma guarda chi si è rifatto vivo l'obiettor3e di coscenza!!!!!!!!!!!

Mio Dio Don Farinella mi sa che lei ha dimenticato cosa ha promesso quando purtroppo è stato ordinato sacerdote!!!!! di certo non ha promesso di fare l'obiettore di coscenza le voglio ricordare che lei non è un militare e non è chiamato a partecipare a nessun conflitto Lei è solo chiamato all'ubidienza al Papa e la invito a riflettere sulle parole di San Luigi Orione che forse lei conoscerà, riportate nella preghiera di fedeltà al Papa:
" Concedici la grazia di seguire sempre in tutto e per tutto gli insegnamentei di lui ( riferito al Papa così le è più chiaro ) non solo per quanto il Papa decide in materia di fede e di morale,
ma, in ogni cosa che egli come Papa insegna e comanda.
Preservaci o Signore dalla stolta superbia di farci giudici dei pronunciamenti del Papa".
Ecco Don Farinella prenda esempio e mediti su queste parole sembrano proprio scritte per tutti quelli come lei...................
Rifletta Don Farinella e torni a fare il sacerdote non il paladino della falsa libertà!

Cristiano ha detto...

A dire la verità, caro anonimo, i sacerdoti sono proprio dei militari e sono pure chiamati a partecipare a un ben preciso conflitto!!!
Compongono infatti la CHIESA MILITANTE, distinta dalla chiesa sofferente e dalla chiesa trionfante.

La lotta è quella contro la POTESTAS TENEBRARUM.
L'obiezione di coscienza di don Farinella è quindi particolarmente significativa.

E si badi che non fu certo l'ultimo dei creduloni a parlare del "fumo di satana" esalato nel Tempio del Signore!!!

Giova ricordare che il Vetus Ordo prevede espressamente numerosi riferimenti a questa lotta contro la potestas tenebrarum, ed è anche una riproduzione del "Iudicium saeculi per ignem".

Il perchè e il percome potrà scoprirlo chi lo praticherà!!!
SEMPRE CON BENEDETTO XVI

Anonimo ha detto...

Caro cristiano, posso passare sulla spiegazione che hai dato tu del militare ma, non è la stessa che intendevo io....... comunque a me risulta che il sacerdote non può essere obiettore di coscenza verso un Motu Proprio del Papa almeno che non ci sia un'articolo del codice di diritto canonico che lo preveda se c'è vorrei che tu lo citassi........ Perdipiù Don Farinella ha già più volte tentato in varie occasioni di screditare Benedetto XVI addirittura tentando una misera raccolta di firme contro la messa in latino che è per giunta naufragata miseramente!!!!!!!!!!! Io non condivido questo atteggiamento anche perchè se si promette in sede di ordinazione sacerdotale l'obbedienza e la fedeltà al Papa, non si può e non si deve per partito preso, contravvenire a detta promessa!!!!!! Invito anche te caro Cristiano di leggere cosa dice San Luigi Orione nella sua preghiera che nel mio post ho riportata!!!!!!!!!!!!!!! Ti dico anche che se tutti facessero come Don Farinella, assisteremmo ad un ammutinamento di cui sinceramente la chiesa non ha bisogno...... Vorrei anche che tu mi elencassi una serie di validi motivi per ritenere significativa tale decisione motivi che peraltro non riesco a vedere se non nel costante remare contro sempre e comunque.

Cristiano ha detto...

Caro anonimo/a, ti invito a leggere bene il mio commento!!!
Io non ho scritto che don Farinella fa bene a fare l'obiettore di coscienza!!!
Ho scritto che il suo atteggiamento è rivelatore...
per chi non l'avesse capito: sono a favore del provvedimento del Papa riguardo al rito tradizionale!!!

Anonimo ha detto...

Scusa cristiano se ti rispondo solo adesso - grazie per la tua chiarificazione mi dispiace ma, il tuo messaggio, si prestava facilmente ad una falsa interpretazione. Sono anch'io a favore del rito in latino e questi estenuanti attacchi senza motivo, mi danno molto fastidio e non li comprendo!!!!!!!!!!!!!!