16 luglio 2007

Messa tridentina: "l'obiezione di coscienza" di Don Farinella (solite argomentazioni, soliti attacchi al Papa)


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Pubblichiamo una lettera aperta di Don Paolo Farinella a Don Balletto, in risposta all'articolo che quest'ultimo ha scritto per "Repubblica" del 13 luglio 2007. Trovate il testo qui.
Alla fine potete leggere il mio commento anche se sicuramente non sara' all'altezza di Don Farinella, l'unico, il solo, uomo al mondo che abbia veramente capito la logica del motu proprio "Summorum Pontificum
".
Raffaella


LE IDEE

Caro Balletto sulla messa tridentina farò l´obiettore

Non è una banale questione di liturgia ma uno scontro di culture

DON PAOLO FARINELLA

DISPIACE che una delle «teste ordinate e ben fatte» come don Balletto abbia fatto cilecca d´un colpo, scrivendo dotte considerazioni filosofiche sul «Messa in latino» e sull´estetica della lingua latina. Questo modo di presentare il documento pontificio «Summorum Pontificum» è deformante, falso e purtroppo ci cascano tutti forse perché è un modo innocuo per far passare scelte destabilizzanti, mistificatorie e sbagliate.
No, caro don Antonio Balletto! Io non ci sto a questo irenismo di un colpo al cerchio e uno alla botte proposto alla fine dell´articolo. Il motu proprio di Benedetto XVI non restaura la «messa in latino», ma autorizza i fedeli a chiedere la celebrazione della «Messa tridentina», detta di Pio V, ritoccato più volte da Clemente VIII, Urbano VIII, Pio X, Benedetto XV e Pio XII. E´ una questione totalmente differente. Che la Messa di Pio V sia in latino o in greco o in siriano o in genovese è ininfluente perché puramente accidentale, ciò che invece è tragico, antistorico e dubbio da un punto di vista dottrinale, riguarda la restaurazione pura e semplice della teologia e della ecclesiologia che sottostanno al rito tridentino. Teologia ed ecclesiologia che configgono con il magistero successivo (potrei portare in qualsiasi sede ampia facoltà di prova) e specialmente con il magistero di Giovanni XXIII, Paolo VI e del Concilio, la cui Messa riformata da sempre si può dire in latino, se occorre la necessità. Io stesso l´ho utilizzata con amici polacchi.
I nostalgici lefebvriani hanno fatto della Messa la loro bandiera, ma dietro c´è un esercito di motivi teologici che essi contestano. Essi rifiutano a piè di lista il concilio ecumenico Vaticano II, definiscono Paolo VI papa demoniaco, i papi da Paolo VI a Giovanni Paolo II papi scismatici e senza autorità. Hanno formulato negli anni ´80 la tesi teologica detta di «Cassiaciacum» con cui dimostrano che questi papi pur essendo stati eletti legittimamente, non hanno ricevuto la potestà apostolica per cui non hanno autorità sulla chiesa. I fedeli non sono tenuti ad ubbidirgli, altro che latino!
Il papa non si limita a concedere «la Messa in latino», ma concede il «messale di Pio V», contrabbandato come «messale di Giovanni XXIII» che è un falso storico, dal momento che questi si è limitato ad aggiungere il nome di San Giuseppe nel canone e a togliere l´espressione «pro perfidis Iudaeis», editando il messale precedente in tutto e per tutto perché ancora non era giunta la riforma conciliare. Accanto al messale tridentino concede l´uso del «sacramentario» cioè la celebrazione dei sacramenti (battesimo, cresima, matrimonio, ecc.) secondo i riti preconciliari.
Addirittura a chi ne ha l´obbligo concede l´uso dell´antico breviario, azzerando in un solo colpo la riforma di Paolo VI che parlava di «Novum Messale» e di «Liturgia delle Ore».
Non è una questione banale di lingua che non interessa nessuno, è uno scontro titanico di culture e di teologie. Dietro Pio V c´è la teologia della Chiesa senza popolo: attore del culto divino è solo il prete che parla da solo come e scandisce in forma magica le parole consacratorie; c´è l´antigiudaismo viscerale, c´è la visione del mondo come «cristinairìtà», ecc..
Dietro Paolo VI c´è la chiesa popolo di Dio che è il soggetto celebrante, c´è la Chiesa «nel mondo»; c´è il popolo ebraico «fratello maggiore»; c´è la coscienza come termine ultimo di decisione, ecc. Dietro a tutto vi sono due ecclesiologie, due modi di concepire il mondo, l´uomo, le relazioni con gli Stati, la libertà religiosa e di coscienza. Altro che latino, lingua bella e formatrice di teste pensanti! Se questi sono i risultati, significa che il latino ha costruito teste fragili e pensieri deboli e sensibilità bambine.
Don Balletto vuole la prova? Il Capo degli scismatici lefebvriani: Bernard Fellay ha già dichiarato che questo è solo l´inizio perché ora si tratta di affrontare tutti i problemi che stanno dietro la Messa di Pio V e cioè i problemi dottrinali incompatibili con il Vaticano II. Questo motu proprio, un vero blitz del papa tedesco contro il parere della quasi totalità dei vescovi e dei cardinali, è solo l´inizio di una valanga. Infatti, coerentemente, ad esso è seguito l´ultimo documento della Congregazione della fede che ancora una volta sconfessa Paolo VI e il Concilio e chiude definitivamente il dialogo ecumenico. Non mi meraviglia questo secondo documento perché è in pieno nella logica della teologia e dell´ecclesiologia tridentina espressa nel messale di Pio V, sia che sia in latino sia che sia in genovese.
Il papa è ossessionato dal concilio e intende metterlo in soffitta. Non ci riuscirà perché anche i papi sbagliano e questo cammino antistorico all´indietro gli si ritorcerà contro, come sta già avvenendo.
La Lega di Bossi ha già mobilitato i suoi xenofobi a pretendere dai parroci la «Messa del passato» e il ritorno alla teologia di ieri, l´abolizione del concilio e il ripristino del magistero di sempre. Don Balletto è servito anche in lingua padana. Per quanto mi riguarda in quanto prete io mi dichiaro obiettore di coscienza in nome e per conto di Paolo VI e per fedeltà al Concilio ecumenico vaticano II.

© Copyright Repubblica (Genova), 15 luglio 2007

Non mi dilungo piu' di tanto nel commentare questa specie di lettera aperta di Don Farinalla perche' non fa altro che riproporre stereotipi mediatici e le solite, scontate, affermazioni: Papa Benedetto e' anticonciliare, medievale, oscurantista e bla bla bla.
Certo e' facile sparare accuse contro il Papa quando si hanno tutti i mass media a favore, vero Don Farinella? Peccato che a Benedetto XVI (o ai suoi collaboratori) non sia concesso lo stesso spazio.
E' quantomeno strano che tutti questi fautori della democrazia nella Chiesa siano poi cosi' spaventati, direi terrorizzati, dalla possibilita' concessa ad alcuni fedeli di assistere alla Messa tridentina. E' proprio vero il detto di manzoniana memoria: "fate quello che dico ma non quello che faccio".
Ah, a proposito, caro Farinella: il documento della Congregazione della dottrina della fede che Lei tanto contesta non e' basato sugli scritti dei fantomatici tradizionalisti ma sulla Lumen Gentium del Concilio Vaticano II. Trova qui il testo
.
Raffaella

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Accidenti che argomentazioni originali!!!!!!!! Non li avevo mai sentiti questi commenti così profondi e pieni di spessore teologico e soprattutto, privi di retorica, arroganza ed al solito offese a non finire.............
Don Farinella vada a commentare le partite di calcio Con Don Mazzi magari chissà avrete molti punti in comune!!!!!!!!!!!!
Ma per favore siamo seri...... ma questo dove vive??????????

mariateresa ha detto...

Lascia che dica, Raffaella, è un poveretto. Ha provato a raccogliere le firme per fermare il Motu proprio e ha fatto la figura del bertoldo non riuscendoci, in un'altra occasione ha fatto un casino perchè Benedetto non ricevesse Berlusconi dentro a una delegazione del PPE,attività pastorale molto strana, e mossa suggerita e sostenuta da Micromega, adesso la sua preoccupaione più grande è la Lega, non come rispondere come sacerdote a una richiesta del Papa parlando da prete e non come gli editoriali dell'Unità.
Anche in passato ho letto degli interventi suoi al confronto dei quali persino Politi sembrava Cavour.
Non prendiamocela, con costui dialogare è come darsi delle martellate nelle parti molli.
Fa l'obiezione di coscienza lui, che eroe..............
Ma mi colpisce il senso di panico che traspare da tutto il delirio, come qualcuno che per fermare l'Apocalisse invochi un grande fuoco riparatore.
Goditi invece il Magister di oggi sull'Espresso, anche se farà arrabbiare don Francesco.

mariateresa ha detto...

caro anonimo, in vena di espiazione ho letto Don Mazzi che commentava il provvedimento del Papa su Liberazione (scrive infatti come è noto su stampa rigorosamente indipendente), ma nonostante la testa che ha non è riuscito a eguagliare Farinella. Pareva persino un articolo serio, a parte il fatto che sembrava scritto da un protestante. Tuttavia Don Mazzi ha ammesso, udite udite, che l'intenzione del Papa di arrivare a una riconciliazione è "apprezzabile".
Beh, meglio di niente.

Anonimo ha detto...

bene Mariateresa allora ci sono delle speranze!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! almeno per don Mazzi ......he,he,he,he

Anonimo ha detto...

A parte gli errori (es. confusione tra lefebvriani e sedevacantisti), l'articolo è utile perchè esprime apertamente quello che una parte del clero pensa.
Credo che, se potesse, forse lo sottoscriverebbe mons. Plotti, arcivesovo di Pisa, e anche molti come lui.
E' molto utile perchè rende a tutti lampante, che cosa è stato insegnato nei seminari e nelle facoltà teologiche, nei quarant'anni che sono seguiti alla chiusura del Concilio.
Per questi signori nel 1965 è stata fondata una nuova chiesa, una chiesa che deve annientarsi nell'incontro con il mondo, non più gerarchica, ma democratica, dove l'identità, l'originalità di essa deve sparire (concetto del "subsistit in"), per diluirsi in un ecumenismo folle che nega le diversità, e quindi la verità, non ci si pone più il problema di discernere la volontà di Dio, ma esiste la coscienza, soggettiva in quanto tale, come referente ultimo delle proprie azioni.
E' l'ermeneutica della discontinuità e della rottura nella ricezione degli insegnamenti del Concilio Vativcano II, che è il XX° concilio della Chiesa Cattolica, e non il primo di una nuova pseudo-chiesa.

Luisa ha detto...

Mi cascano ancora una volta i calzini!

Scusate la mia ignoranza: da dove esce questo Don Farinella ?

Non sapevo che la Messa di Pio V era senza popolo, a me sembrava essere presente e ben presente quando andavo all Messa da piccola e adolescente! Sono completamente sconvolta, non sapevo di non esserci!
Ma allora mi domando: se non c`ero , dov`ero?
E con me tutti coloro che assistevano con attenzione e pregavano con il prete?
In realtà oggi don Farinella mi dice che tutto ciò non era che illusione, il prete era solo e i fedeli azzerati.....nemmeno considerati come popolo, allora come cosa, delle pecore belanti?
I propositi di questo prete si auto-distruggono, allora...passiamo più lontano e constatiamo solo sino dove può andare l`intolleranza, l`arroganza, con un zesto di ignoranza di certi membri del clero.

mariateresa ha detto...

cara Luisa, don Farinella non fa cadere solo i calzini o le braccia.
Tutto quello che pende può cadere ascoltandolo.
D'altra parte , chi lo conosce è impensabile che possa chiedergli di celebrare in latino amenochè non voglia fargli uno scherzo per farlo arrabbiare.
Lui, don Vitaliano, don Barbero sono sempre intervistati quando ci sono i periodi caldi. Hanno una rubrica fissa, sono una garanzia per il pensiero debole e la teologia leggera che li caratterizza; io credo che non siano nemmeno del tutto coscienti di quello che dicono. Ho letto un commento su Adista di don Barbero sul libro del Papa che era talmente cretino da pensare che si fosse fatto una canna. O , più probabile, non lo aveva letto e sparava qualcosa.
Ma ormai sembrano dei residuati bellici.
Non facciamo torto al polemico vescovo di Pisa: a questo livello non arriva, non è un uomo così rozzo, mi rifiuto di crederlo.
Però è vero che questi modi di pensare sono spia di un un essere Chiesa che una volta, ma molto una volta, andava per la maggiore.
Ma quel mondo non c'è più e non se ne sono accorti.....

Anonimo ha detto...

Sicuramente Mariateresa ha ragione nel dire che certi atteggiamenti siano oggi molto meno diffusi, ma la realtà della Toscana, in cui vivo, è meno rosea. Lo si vede anche dal silenzio assordante dei vescovi sugli scempi fatti dalle amministrazioni locali (Ru486, e legge che finanzia che vuole sottoporsi al cambiamento di sesso).
Charette

gemma ha detto...

no comment percheè se comment scendo al livello del don in questione. E vorrei "volare" un tantino più alto, onestamente
Non si possono però continuamente attribuire alla chiesa gli schemi e i giochetti della politica e qualcuno dovrebbe ricordare al don che, grazie a Dio, il sessantotto è finito e la chiesa di Roma, nonostante i preti come lui, esiste ancora. Basta uscire, svoltare a sinistra e trova i valdesi. Perchè deve imporre anche ad altri ciò che piace a lui e che puzza di antico più della messa tridentina? Mi pare poi francamente ridicolo che uno che da sempre appoggia battaglie sedicenti libertarie e a favore delle minoranze smuova la coscienza per impedire una libertà di celebrazione per una minoranza di fedeli che non attentano alla vita di nessuno.
A volte mi chiedo il perchè se si prova a chiedere in giro alla gente cosa pensa di uno come nosignor Tonini, tutti lo adorano E non perchè va in tv (altrimenti farebbero lo stesso per don Mazzi) ma perchè incarna il vecchio sacerdote della chiesa tradizionale, rigido nei principi ma dolce nella forma e, soprattutto, apolitico. Lo sentono sacerdote e umile dalla testa ai piedi.
E dire che a me nemmeno interessa la messa in latino....

euge ha detto...

Hai ragione Gemma soprattutto su Mons. Tonini che tra l'altro a me piace molto proprio per quel suo modo di fare e di saper parlare che hai descritto.

Eugenia

francesco ha detto...

beh...
la chiesa è fatta anche di preti (e di vescovi) che la pensano - legittimamente! - come don farinella... anzi, direi, soprattutto
magari non hanno la sua erudizione, ma--- è così
il papa era pienamente cosciente del fatto e sicuramente l'ha messo in conto sennò non avrebbe scritto la lettera ai vescovi, no?
ora si potrebbe uscire dagli schemi, dalla logica delle curve da stadio? che quando uno dice "viva il latino! viva la messa tridentina" tutti applaudono... e quando uno dice "abbasso il latino! abbasso la messa tridentina!" tutti buuu, fischi e cose varie?
ci sono motivi e motivi... sia per l'una che per l'altra idea come sempre è stato nella chiesa e sempre sarà
si tratta di capire con la ragione (e quella spirituale, soprattutto) le motivazioni buone e quelle false...
don farinella diciamo, dal mio punto di vista, siamo sul 5 1/2...
ha le capacità ma si applica poco
francesco

Anonimo ha detto...

Anche Don Farinella, come Melloni, ha le sue idee ma le esprime male. Non si capisce che cosa lo terrorizzi tanto al punto da dichiarare la sua obiezione di coscienza. A chi? Al Papa?
Non parlerei di erudizione visto che il caro don confonde (magari l'ha fatto apposta?) i Lefebvriani con i sedevacantisti, come giustamente ci ha fatto notare Charette. Se non conosce la differenza fra i due gruppi scismatici si informi ma, se la conosce e confonde abilmente le acque, e' in malafede.

mariateresa ha detto...

Don Farinella è drammaticamente limitato, don Francesco, diciamolo.
Se ha delle capacità le tiene nascoste molto bene, forse è modesto chissà.
E non è una questione di tifo.
E' proprio che dice delle cose che non diceva nemmeno Fortebraccio sull'Unità ai suoi tempi.
Se lo ricorda? Io sì, lui veniva dal mondo cattolico ma non mi ricordo che si sia mai inventato una teologia da cioccolatini Perugina. Fortebraccio diceva semplicemente che il partito veniva prima di tutto. E arrivederci.
Non crede che fosse più onesto?

Anonimo ha detto...

questa dell'obiezione di coscenza fa proprio ridere per quanto mi sforzi di ricordare, non mi sembra che l'obiezione di coscenza verso il Papa sia prevista a meno che non sia una nuova regola di Don Farinella....... qui non si tratta ne di fare le ola per il latino ne di metterlo alla gogna si tratta semplicemente di accettare che, i fedeli possano decidere se assistere alla messa attuale o quella con il messale di Paolo VI. Io non ci trovo niente di diabolico ne di sconveniente è questa guerra nonostante tutto e contro il Papa operata da certi soggetti che quando sono diventati sacerdoti, purtroppo hanno giurato obbedienza e fedeltà a tutti i successori di pietro....... e questo ora se ne esce con l'obiezione di coscenza ma cosa siamo in guerra??????????
Ma siamo seri Don Farinella lasci perdere il suo modo di porsi è semplicemente penoso e alquanto infido.
Per don Francesco ,.......la chiesa è fatta di tanti preti come don Farinella??????? guardi che non è un vanto per la chiesa nel modo più assoluto se è davvero così allora mi spiego perchè la chiesa è in questa situazione disastrosa!!!!!!!!!!!!

francesco ha detto...

vi capisco... ma se io vado dai miei confratelli e gli dico: "qual è la differenza tra un sedevacantista e un lefreviano?" quelli mi guardano con due occhi così e mi dicono "abbiamo altro cui pensare, noi... beato te che non hai la parrocchia"
io so queste cose perché ho avuto la fortuna di vivere in una città, di avere amici tradizionalisti... ma un parroco medio che ha mille cose cui pensare o c'ha la fissa per queste cose... o pensa all'altro cui deve pensare
insomma non è detto che se uno la pensa - come la quasi totalità dei preti che conosco - come don farinella è un cattivo prete...
e non è per questo che la chiesa non funziona... anzi! forse è proprio per questi preti che ancora un po' di fede circola in giro...
scusate, ma un po' di difesa della "categoria" è doverosa...
francesco

Anonimo ha detto...

E' giusto cio' che dici, caro Francesco.
Ci sono sacerdoti eccezionali (come il mio parroco) che non hanno una preparazione teologica con i fiocchi, ma possiedono un'umanita' ed un affetto verso i fratelli che e' di esempio per tutti.
Il mio parroco, pero', non scrive lettere aperte ai giornali per contestare il Papa, usando paroloni nel tentativo di influenzare sacerdoti e fedeli, anzi, non perde occasione per manifestargli tutto la sua stima. Purtroppo e' molto anziano e non dice quasi piu' Messa perche' le sue omelie erano davvero particolarmente belle.
R.

mariateresa ha detto...

Allora io sono fortunata, vivo in una grande diocesi del nord e di preti che parlano come Don Farnella non ne incontro più. Ho incontrato preti che criticavano e criticano ma senza essere tarantolati. C'è modo e modo.
Inoltre è il linguaggio che usa il nostro Farinella che non è più diffuso.
Cioè un contesto culturale legato a una stagione politica.
Certo, parlando in generale, è più facile adagiarsi sull'abitudine ed è quindi normale una certa inerzia dei preti di fronte alle novità e al cambiamento comunque lo si giudichi. Ma tutto questo può portare del bene e smuovere .
E anche un po' di autocritica, oltre che la critica, non guasta.

Anonimo ha detto...

Il motu proprio ha gia' avuto un grande merito: quallo di smuovere le acque e non e' poco :-)

francesco ha detto...

cara raffaella io non dico solo questo
io dico anche che la maggior parte dei parroci la pensa e valuta le cose come don farinella...
e non per questo mi sembrano cattivi pastori, anzi...
penso che il gioco in cui ci stiamo perdendo in questo blog è quello già denunciato della curva da stadio... la valutazione ha solo quello univoco per cui se uno dice che è a favore della "messa in latino" è ok se è contro è out...
logico che così si falsa la realtà e non si fa un buon servizio alla chiesa
francesco

Anonimo ha detto...

Beh, qui ciascuno puo' manifestare liberamente il suo pensiero. Non a caso vengono riportati sia gli articoli a favore sia quelli contrari al motu proprio. I commenti sono costruttivi proprio perche' ciascuno puo' formarsi un'idea propria. E' vero che la maggiorparte di essi sono favorevoli alla Messa tridentina, ma nulla vieta a chi e' contrario di esprimere il suo parere.
Puo' darsi che tanti preti la pensino come Don Farinella pero' non ha senso incitare all'obiezione di coscienza e attaccare il Papa solo perche' e' venuto incontro ad un gruppo, magari piccolo (ma esistente) di fedeli.
R.

Anonimo ha detto...

non credo proprio che l'errore abbia dei diritti, l'errante invece si, in quanto detiene quelli fondamentali di ogni essere umano, e anche don Farinella lo è. Le disposizioni, in materia liturgica della "Sacrosanctum concilium", sono frutto anche di una necessità pastorale valida 40 e più anni addietro, con questo non voglio assolutamente sostenere che, questa necessità, sia venuta totalmente meno, ma ritengo che il papa abbia tutti gli strumenti per valutare cosa sia utile, oggi, per il vero bene del popolo di Dio.
Quindi è del tutto fuori luogo sostenere un presunto tradimento delle indicazioni, pastorali, volute dal concilio, in quanto, esse non sono vincolanti in eterno.
E poi i preti devono ubbidire, che gli piaccia o meno, altrimenti possono benissimo accomodarsi fra i seguaci di Lutero, Calvino &co., mica li trattiene nessuno.
E' arrivata l'ora di finirla con questo protestantesimo strisciante.

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo, caro Charette!!!!!
E'evidente che nel CVII (e nel dopo-concilio) qualcuno ha inteso sacrificare la dottrina per "esigenze pastorali" o adeguamento alla modernità...
ma il mondo cambia, cambia in fretta!!!
Che cosa si fà adesso? Ci si getta alla rincorsa a rotta di collo?
Fortunatamente c'è ancora qualcuno che edifica sulla Pietra, e non sulle sabbie mobili...
Oremus pro pontifice nostro Benedicto...