1 settembre 2007

Oggi a Loreto: lo speciale di "Avvenire"


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AGORÀ L’EVENTO

Oggi il grande abbraccio al Papa

Il popolo dell’Agorà si prepara all’incontro più atteso. Stasera i ragazzi che stanno colorando di entusiasmo e preghiera strade, chiese e piazze dialogheranno con il «loro» Benedetto XVI
Betori: questi giovani non sono prefabbricati. Bertolaso: la stessa emozione di Tor Vergata


Dal Nostro Inviato A Loreto Mimmo Muolo

Cantano suonano e pregano con l'entusiasmo dei 20 anni. E neanche la pioggia, che a un certo punto della mattinata cade giù a catinelle, riesce a smontarli. Si limitano a spostarsi sotto i portici della piazza del Santuario e lì ricominciano il concerto. I giovani che sono già arrivati a Loreto fanno le prove generali per oggi a Montorso, dove accoglieranno il Papa che arriverà intorno alle 17,00 in elicottero. Finalmente, dopo mesi di preparazione, il grande momento dell'incontro con Benedetto XVI è giunto. E implicitamente questi ragazzi danno ragione a monsignor Giuseppe Betori e a Guido Bertolaso, che in una delle sale del Palazzo Apostolico tengono la conferenza stampa della vigilia. «I giovani che sono qui non sono prefabbricati. Vogliono ascoltare il Papa», dice il segretario generale della Cei. E il responsabile nazionale della protezione civile aggiunge: «Guardandoli ho provato una grande emozione. Mi è sembrato di tornare a Tor Vergata».
In effetti il parallelo con Roma 2000, e prima ancora con Eurhope 1995 (che si svolse proprio a Montorso e fu il battesimo della piana dove oggi si svolgerà il nuovo incontr con il Papa), viene spontaneo. L'entusiasmo è lo stesso, i numeri sono di tutto rilievo per un evento solo italiano («confermiamo le previsioni: 300mila giovani», dice Marcello Bedeschi del Comitato organizzatore). E c'è grande attesa per il dialogo del Papa con i giovani. Perciò monsignor Betori può affermare: «L'evento sarà soprattutto un momento di ascolto: delle esigenze dei giovani che porranno le loro domande al Santo Padre e naturalmente delle risposte del Papa, che non mancherà di proporre loro il Vangelo».
Servirà a portare i giovani in prima pagina per qualcosa di positivo?, gli chiedono. «I giovani non sono una categoria a parte ma un'espressione della società - ribatte il segretario generale della Cei - I loro interrogativi sono gli stessi degli altri e richiamano la crisi antropologica dell'uomo contemporaneo. Per questo serve u n riferimento profondo alla parola di Gesù. E l'incontro di Loreto è un'occasione propizia». Anche perché, aggiunge Betori, «non è un evento estemporaneo, ma si colloca all'interno del cammino decennale della Chiesa italiana per comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. L'attenzione particolare ai giovani si concretizza poi nel triennio a loro dedicato, che si concluderà nel 2009, passando per Sydney 2008» (e alla conferenza stampa, infatti, presenzia anche il vescovo ausiliare della città australiana, monsignor Anthony Fisher, che invita gli italiani a recarsi numerosi alla Gmg).
Dai contenuti si passa poi a parlare delle spese. Loreto 2007 costerà complessivamente 20 milioni di euro, precisano i responsabili. Di questi, 13 derivano dall'autofinanziamento dei giovani, 5 dalla protezione civile e dalla Regione Marche che li hanno impiegati per le attrezzature sanitarie e le dotazioni di sicurezza. Altri due milioni, infine, li ha stanziati la Cei. Bertolaso e il presidente della Regione Marche, Gianmario Spacca (presente insieme con l'arcivescovo prelato di Loreto, monsignor Gianni Danzi), precisano che si tratta di strumenti destinati a restare in dotazione alla protezione civile. «L'Agorà non ha distratto né fondi (attribuiti direttamente dal Governo) né energie ai nostri compiti istituzionali - prosegue Bertolaso - e prova ne sia il fatto che siamo presenti e operativi in tutte le emergenze del Paese. Anzi Loreto è una palestra per la protezione civile, che verifica così sul campo le proprie capacità». E Betori aggiunge: «La bella figura fatta dall'Italia con i funerali di Giovanni Paolo II non sarebbe stata possibile senza Tor Vergata». Infine il vescovo conclude: «Siamo nella città della Santa Casa: auspico che i giovani possano trovare nella Chiesa una casa accogliente». E a giudicare dai canti che continuano a venire dalla vicina piazza del Santuario l'hanno già trovata.

© Copyright Avvenire, 1° settembre 2007


IL PROGRAMMA

Alle 18 l'inizio della Grande Veglia

(V.Gri.)

Oggi i gruppi dei giovani si sposteranno a piedi verso l'area di Montorso. L'arrivo di Benedetto XVI a Loreto è previsto intorno alle 17.15. Atterrerà presso il Centro Giovanni Paolo II e da lì, a bordo della papamobile, raggiungerà l'area di Montorso per l'abbraccio con i giovani. L'incontro - l'inizio è previsto alle 18 - avrà la forma di un dialogo a più voci. Filo rosso della riflessione sarà la "condizione giovanile". Il Papa aprirà la Veglia di preghiera dialogata dedicata al mistero dell'Annunciazione a Maria nella narrazione di Luca. Una meditazione che illumina la riflessione sul tema proposto dallo stesso Pontefice per la XXII Giornata mondiale della gioventù: «Come vi ho amato, così anche voi amatevi gli uni gli altri». La Veglia è scandita da letture bibliche, brevi riflessioni, testimonianze e domande. Tra i testimoni: don Oreste Benzi, fondatore dell'Associazione Papa Giovanni XXIII, e padre Giancarlo Bossi, il missionario del Pime rapito lo scorso giugno nelle Filippine e liberato dopo 39 giorni di prigionia. Il Papa risponderà alle domande dei giovani e poi pronuncerà il suo discorso. Alle 21.15 circa, Benedetto XVI si recherà nella Santa Casa di Loreto per un momento di preghiera privato. Subito dopo, in collegamento tv con la piana di Montorso, darà inizio alla Veglia notturna. La serata sarà arricchita da testimonianze e musica. Il 2 settembre celebrazione delle Lodi mattutine presiedute dal presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco. Alle 9.30 il Papa presiederà la Santa Messa e al termine reciterà l'Angelus. Prima di far ritorno a Castel Gandolfo, saluterà i membri del comitato organizzatore dell'Agorà dei giovani e la Protezione civile sulla loggia del Palazzo apostolico di Loreto. Infine incontrerà i fedeli di Loreto sul sagrato del santuario.

© Copyright Avvenire, 1° settembre 2007


Notte di spiritualità con fontane di luce

Dal Nostro Inviato A Loreto Annalisa Guglielmino

Arrivando dal lato del mare, una volta superati i campi di granturco, s’intravede di colpo la grande spianata. Ma solo salendo ancora un po’ si apre la vista collinare, dalla Porta di Nazareth, e si nota allora che il terreno destinato ai giovani dell’Agorà si avvalla leggermente. È una sorta di conca con l’erba tagliata di fresco che brilla al sole, e da questa prospettiva ha lo sfondo luccicante dell’Adriatico.
Porta di Maria, Porta del Magnificat, Porta dell’Angelo: sono questi gli altri tre punti d’accesso all’area di Montorso, su cui i primi pellegrini cominceranno ad affluire oggi dopo mezzogiorno. Il palco di Benedetto XVI dà le spalle al mare e guarda il Santuario di Loreto.
La divisione in settori è nitida, con larghe bande bianche che spezzano il verde del campo. Cinque grandi spazi per i ragazzi, e uno dedicato alle Fontane di Luce. Perché questa notte non sarà buia, per la moltitudine dei pellegrini che giungerà nella piana. Salutato papa Ratzinger, spenti gli ultimi riflettori sul concerto, si accenderanno le luci dell’«Agorà», formata dalle otto Fontane. Un luogo di riflessione e condivisione, per chi non vorrà subito chiudere gli occhi. In attesa delle lodi del mattino e della celebrazione eucaristica con il Santo Padre, i giovani potranno ritrovarsi là, tra laboratori di ascolto e di spiritualità.
«Vere tracce per invitare i ragazzi a meditare insieme», spiega don Alessandro Amapani, segretario del comitato italiano per il sostegno alle iniziative della pastorale giovanile, che sovrintende all’organizzazione dell’evento. «Come nel racconto tradizionale dell’annuncio dell’angelo a Maria – aggiunge – anche i pellegrini potranno vivere un dialogo speciale, alle fonti della preghiera e dell’ascolto reciproco». Un’occasione per riscoprire, da soli o in gruppo, la personale «Annunciazione» che ogni giovane vivrà nel corso dell’avventura lauretana.
Alla Fontana dell’Eucaristia, per esempio, i giovani saranno chiamati a fare l’esperienza dell’adorazione, davanti a Gesù presente con il suo Corpo nel Pane eucaristico. Alla Fontana dell’Ascolto, invece, esperti dell’adolescenza e della giovinezza saranno disponibili ad ascoltare i ragazzi e le loro storie. Intorno punti di ristoro, distribuzione di acqua, un centro medico, un grande ospedale da campo. E le migliaia di volontari che veglieranno sulla notte dei giovani dell’Agorà.

© Copyright Avvenire, 1° settembre 2007


AGORÀ L’EVENTO

Danzi: il vero miracolo? Il nostro cambiamento

aspettando Pietro L’arcivescovo di Loreto: «Mi attendo una nostalgia nuova che il giovane porterà in sé fin quando la vita corrisponderà pienamente al desiderio di viverla. Se accoglieremo il Papa con questa disponibilità ne usciremo trasformati». Delle 32 diocesi ospitanti, Loreto è la più piccola ma è anche il centro di tutto: oggi una piazza diventa un enorme crocevia

Dal Nostro Inviato A Loreto Francesco Ognibene

A Loreto ognuno vive la piazza del Santuario secondo propri percorsi, e la piazza stessa finisce per cambiare aspetto più volte dal primo mattino alla sera tarda. Il silenzio sospeso dell'ora in cui la chiesa apre, lascia il posto alla musica dei giovani che sentendosi a casa propria cantano e ballano, fanno foto di gruppo sulla grande fontana, vanno e vengono dalla chiesa. Dopo cena, poi, è la volta dei bambini, che giocano a nascondino sotto lo sguardo di genitori saliti a prendere il fresco. Le loro voci, le famiglie che passeggiano, gli ultimi ragazzi che si attardano prima di tornare nelle case lauretane che li hanno ospitati sino a stanotte, fanno della piazza il centro di un paese all'apparenza minimo come questo ma esteso come tutta l'Agorà che oggi converge qui dalle 32 diocesi ospitanti. Loreto, tra loro, è la più piccola ma al contempo è il centro di tutto: con le sue 5 parrocchie per 11 mila abitanti, da questa piazza oggi allarga il suo cuore sino a diventare un grande crocevia.
Monsignor Gianni Danzi, arcivescovo prelato di Loreto, sa che non contano i chilometri quadrati perché l'unità di misura qui è il fazzoletto di spazio della Santa Casa: lì c'è tutto.

Accogliendo oggi pomeriggio Benedetto XVI, forse gli ricorderà quella volta in cui l'allora cardinale Ratzinger - era il 1991 - disse che «quando i crociati hanno trasferito le pietre della Casa nazarena dalla Terra Santa qui sulla terra italiana, hanno fissato il nuovo posto della Casa sacra su una strada». La strada che migliaia di giovani percorrono oggi per incontrarlo: «Ratzinger è stato qui sette volte, ma ora arriva come Papa - riflette monsignor Danzi -. Questo vuol dire che ci parlerà non più come grande teologo: ascolteremo Pietro. Il nostro atteggiamento dovrà essere di chi è disponibile a farsi cambiare dalle sue parole.

Spero che ognuno di noi si sia preparato ad accogliere questo avvenimento, come Maria nella preghiera prima del suo sì».
Nei tre giorni di ospitalità nelle diocesi attorno a Loreto «i ragazzi si sono preparati ciascuno a modo proprio, chi più spiritualmente, chi divertendosi. Benissimo: l'importante è che il punto centrale per tutti sia Cristo». Ciò che Danzi si attende «è il vero miracolo di Dio, una nostalgia nuova che il giovane porterà in sé fin quando la vita corrisponderà pienamente al desiderio di viverla. Se tutti noi accoglieremo l'incontro col Papa con questa disponibilità ne usciremo cambiati non per l'emozione di un bel momento ma per un interrogativo che quotidianamente sapremo di dover porre a noi stessi per saper vivere nella verità. Il clima di menzogna che grava sul nostro tempo ci penetra più di quanto pensiamo. Solo il Signore e la sua Chiesa ci entrano nella carne più a fondo».
Il legame dei Papi con la città mariana è profondo, antico, ma «con Giovanni Paolo II - spiega l'arcivescovo - è iniziato un rapporto nuovo che passa per la presenza al Santuario e la preghiera nella Santa Casa. Nascono da qui anche i grandi momenti con i giovani, che a Loreto si sentono sempre accolti». Sia Papa Wojtyla sia Benedetto XVI, quest'ultimo pochi mesi dopo la sua elezione, hanno composto una propria preghiera donata a Loreto per pregare nel Santuario, segno di un legame che fa parte della stessa missione petrina. «Al centro di Loreto - dice ancora Danzi - è la Santa Casa, luogo che a partire da quel sì di Maria è naturalmente destinato ad accogliere la famiglia e la vita giovane. Loreto è il luogo permanente per l'educazione dell'uomo, che indica e accompagna la persona verso una verità autentica per sé e la propria vita. Non sono solo le mura a dircelo ma Maria stessa, che ci richiama a una disponibilità a dire sì come ha fatto lei».
Con la prima venuta di Giovanni Paolo II «i giovani scoprirono la Santa Casa e iniziò quella crescita continua del loro afflusso che non si è mai interrotta. I giovani arrivano con le situazioni e le storie più diverse, moltissimi in cerca di riconciliazione». Sì, perché una prerogativa di Loreto sono le confessioni: «Il sabato e la domenica siamo in 35 a confessare, ognuno per 4-5 ore. Non si viene solo a vedere: è un viaggio che segna, e ne ho infinite prove. Da confessore raccolgo vere conversioni, cambiamenti di vita di chi si decide dopo aver sostato nella Santa Casa. Lì ciascuno ritrova se stesso».
I giovani che varcando la porta sulla piccola grande piazza sgranano gli occhi, si mettono a cantare, fanno la coda per entrare in quella chiesa bianca e ospitale. Il terreno dove il Papa stasera getterà il seme è già preparato.

© Copyright Avvenire, 1° settembre 2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nella lettera ai Romani 12:2 , san Paolo scrive una frase che oggi è ancor più importante: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.” Benedetto XVI, da profondo teologo qual è, ha rimarcate il senso di quelle parole di san Paolo, dicendo ieri ai giovani parole notevoli , che spero riescano a penetrare nella mente e nel cuore dei giovani:” Non seguite le vie dell’orgoglio, bensì quelle dell’umiltà. Andate controcorrente non ascoltate le voci interessate che arrivano soprattutto attraverso i mass-media. Il mondo deve cambiare.” Benedetto XVI conosce benissimo il rischio, tipicamente giovanile, di costruirsi “un Gesù privato”. Il comportamento della gran parte dei giovani, soprattutto nella sfera morale, purtroppo va dall’altra parte delle parole di san Paolo e di Benedetto XVI, emarginando, di fatto, quella fetta di giovani che pur esiste silenziosa, che soffre alla ricerca di una compagna con cui condividere cristianamente tutta la vita. Questo, non dobbiamo nascondercelo, è una realtà evidente a tutti. Io, sinceramente, credo poco in queste giornate dedicate ai giovani, difatti da quando anni fa sono state istituite, l’atteggiamento dei giovani non mi pare sia cambiato, anzi. Prego Dio che Benedetto XVI riesca a far riflettere questa società consumistica, schiava dell’usa e getta, anche in riferimento alla sfera sessuale dei giovani, anche di quei pochi che frequentano le nostre parrocchie. Lo so, non è facile, ma la fede vissuta in pienezza può smuovere le montagne.