19 ottobre 2007

Papa e precariato: gli articoli del Corriere della sera e di Libero


Vedi anche:

Quando la precarietà del lavoro non permette ai giovani di costruire una loro famiglia, lo sviluppo della società risulta seriamente compromesso

Il Papa, la Chiesa e la politica: ipocrisie e doppiopesismi (ovvero: il Papa può parlare ma solo quando ci conviene...)

Accattoli: La7 smentisce ogni accordo con Stenico

IL PAPA COMMETTE "GRAVE INGERENZA" MA QUESTA VOLTA...VIENE APPLAUDITO!

Il Papa contro il precariaro: "lavoro stabile, sicuro e dignitoso"

La visita del Papa a Napoli: il piano viabilità

VISITA PASTORALE DEL PAPA A NAPOLI: LO SPECIALE DEL BLOG

Messa tridentina, Card.Scola: si deve comprendere l’intenzione profonda e l’utilità pastorale del Motu proprio Summorum Pontificum

Il Papa riceve il Presidente del Cile, signora Bachelet: commenti

Card. Scola: la lectio di Ratisbona ha suscitato una dinamica di grande interesse all’interno dell’islam

CONCISTORI PER LA CREAZIONE DI NUOVI CARDINALI: LO SPECIALE DEL BLOG

Concistoro: lo speciale di Avvenire

Concistoro: lo speciale del Quotidiano Nazionale (finalmente si parla dei 50mila fedeli presenti all'udienza!)

Eutanasia: gli articoli di Repubblica (solita politica di Politi) e della Stampa

I "tre Marini" (l'ex, il successore ed il graffiatore) ed il concistoro di novembre

I privilegi del partico radicale: Curzio Maltese intervenga immediatamente! :-)

Accanimento terapeutico o eutanasia? Il caso di "Eluana Englaro" (3)

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

CONSIGLIO DI LETTURA: IL SITO DI FRANCESCO


Il Papa: precari, emergenza etica

E i vescovi: vita e famiglia sono valori non negoziabili

ROMA — Il Papa manda un messaggio all'apertura della Settimana sociale della Cei: il lavoro precario è collocabile tra le «emergenze etiche e sociali » «in grado di compromettere il futuro della società ». Il Pontefice denuncia come «non permette ai giovani di costruire una famiglia». E monsignor Bagnasco, aprendo i lavori, rilancia: vita e famiglia sono valori non negoziabili.

Il Papa: il lavoro precario è un'emergenza etica

Benedetto XVI: a rischio lo sviluppo autentico della società. Ferrero: monito giusto

Gian Guido Vecchi

PISTOIA — «La cronaca quotidiana mostra che la società del nostro tempo ha di fronte molteplici emergenze etiche e sociali in grado di minare la sua stabilità e di compromettere seriamente il suo futuro». Le parole del Papa echeggiano nella cattedrale di Pistoia, lette dal nunzio in Italia Giuseppe Bertello, e tutti pensano alla «questione antropologica», chiaro, il messaggio di Benedetto XVI parte dal rispetto della vita e della famiglia. Ma non si ferma qui, attenzione: «Che dire, poi, dei problemi del lavoro in rapporto alla famiglia e ai giovani? Quando la precarietà del lavoro non permette ai giovani di costruire una loro famiglia, lo sviluppo autentico e completo della società risulta seriamente compromesso».
E meno male che fra i temi impliciti della «Settimana Sociale» (quello esplicito è il «bene comune») c'era il timore dell'irrilevanza dei cattolici in politica. L'appuntamento iniziò proprio a Pistoia cento anni fa «e volarono sassi, ingiurie, atti di rifiuto arrogante e violento», fa sapere il vescovo Mansueto Bianchi, pure oggi «fischia qualche sasso» e si patisce «una progressiva eclissi della proposta cattolica». Sarà, ma intanto le parole di Benedetto XVI all'apertura della «Settimana» dominano il dibattito sul welfare. Lo stesso presidente della Cei Angelo Bagnasco invoca «un nuovo patto tra le generazioni» e parla della «questione sociale» citando «le urgenze pressanti del lavoro e della casa ». Fuori dal Duomo scandisce: «Senza il lavoro stabile, sicuro e dignitoso, diventa difficile parlare di bene comune ». Da Roma arriva la soddisfazione del ministro Paolo Ferrero, «condivido completamente il monito del Pontefice », Oliviero Diliberto invita i moderati del governo ad «ascoltare almeno il Papa » e perfino il no global Caruso esulta: «Anche il Papa è con noi!».
Ma qui a Pistoia e fino a domenica a Pisa, con delegati di 160 diocesi e 65 vescovi, il problema non è la sinistra radicale. Nella cattedrale c'è Andreotti, si vede D'Onofrio, arriva Savino Pezzotta. Ma forse non è un caso che si mostrino soprattutto esponenti e cattolici del neonato Pd, da Vannino Chiti a Rosy Bindi che prende appunti in prima fila, fino ai «tedoem» Bobba e Binetti. L'essenziale lo dice ancora Benedetto XVI, è da Gesù che arriva il «pieno rispetto della distinzione e dell'autonomia tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio». La Chiesa ha un compito «mediato », quello «immediato» spetta «ai fedeli laici». Così, «se da una parte riconosce di non essere un agente politico», dall'altra «non può esimersi dall'interessarsi del bene dell'intera comunità civile», e questo «formando nelle classi politiche e imprenditoriali un genuino spirito di verità e onestà».
Sono temi che riprende il prossimo cardinale Angelo Bagnasco nel suo intervento: «Non è questo il tempo di disertare l'impegno», i fedeli laici «sono chiamati a spendersi in prima persona » esercitando «le proprie competenze » e insieme restando «in ascolto del magistero della Chiesa». La barra resta ferma, «la parola dei Pastori non potrà essere assente: chiara, ferma e rispettosa, protesa anzitutto a ribadire i principi non negoziabili». Come la vita, la famiglia e «il valore incommensurabile della libertà».Del resto, «il delicato momento vissuto dal Paese rende ancora più forte l'esigenza di punti di riferimento autorevoli ». La Chiesa parla in prima persona e non firma cambiali in bianco a nessuno. Gli si chiede del Pd e Bagnasco spiega tranquillo: ai cattolici spetta «rappresentare e proporre chiaramente e in modo compatto i valori fondamentali che ci auguriamo siano presenti, nelle decisioni concrete, in tutte le parti politiche». Tutte, appunto. Nella cattedrale c'è il cardinale Dionigi Tettamanzi, come evitare il rischio di irrilevanza dei cattolici? «Con una convergenza dei cattolici, diretta su alcuni temi o indiretta: i cattolici, là dove sono presenti, lo siano davvero, esprimendo la passione dei loro valori nella vita vissuta. Se la famiglia è un bene non basta dirlo, bisogna intervenire sulle condizioni concrete, come la casa o il lavoro...».

© Copyright Corriere della sera, 19 ottobre 2007


Il Papa contro il precariato E i comunisti lo arruolano

di CATERINA MANIACI

ROMA
Il Papa tirato in ballo dagli organizzatori della manifestazione antigoverno di sabato prossimo della sinistra radicale. Definito «dalla nostra parte» dal noglobal per eccellenza Francesco Caruso. E il comunista Oliviero Diliberto ammonisce: «Ascoltate il Papa!»... Che cosa sta succedendo? Follia collettiva? In realtà succede questo. Benedetto XVI invia un messaggio in occasione della Settimana sociale della Cei aperta a Pistoia, alla presenza di monsignor Angelo Bagnasco, presidente della Cei. In esso il Pontefice dichiara che il lavoro che manca, o che è troppo precario, il «rispetto della vita», sempre e comunque, la difesa del matrimonio e della famiglia sono vere e proprie «emergenze sociali». Il messaggio del Papa, e ovviamente di monsignor Bagnasco, arriva dunque forte e chiaro. E c'è chi le usa subito a proprio "vantaggio", come gli organizzatori della manifestazione di protesta di domani a Roma, voluta dalla sinistra radicale per contestare il protocollo governativo sul Welfare e che si annuncia già piena di defezioni e spaccature. «A furia di pregare per San Precario, il miracolo si è avverato: il Papa è dalla nostra parte, speriamo a questo punto che almeno lui, a differenza dei sindacati confederali che lavorano per zittire e soffocare la rabbia dei lavoratori, faccia appello ai precari a scendere in piazza e ribellarsi contro governo e Confindustria, che vogliono ancor più approfondire nella società il dramma del precariato». Il noglobal Francesco Caruso, deputato indipendente Rifondazione comunista, è pronto a "usare" come viatico proprio le parole di Benedetto XVI. «Non avete ascoltato la Comunità Europea, non avete ascoltato l'Onu, ascoltate almeno il Papa»: è l'invito che Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, rivolge ai propri alleati moderati del centrosinistra. Incalza entusiasta Pino Sgobio, capogruppo del PdCI alla Camera: «Dal Papa parole di saggezza e di allarme sociale sul tema della precarietà del lavoro. Sarebbe opportuno che la politica ne facesse tesoro e andasse incontro a queste opportune sollecitazioni». La Cdl insorge e intima alla "Cosa Rossa": basta strumentalizzare il pensiero del Pontefice Per tornare, però, proprio ai contenuti del suo messaggio, papa Ratzinger esprime una forte preoccupazione per la situazione del lavoro e per il fenomeno del precariato - proprio mentre si consuma la tragedia dell'operaio che si è ucciso per via del mutuo e dei debiti. Il lavoro, afferma appunto il Pontefice, è collocabile tra le «emergenze etiche e sociali», «in grado di minare la stabilità della società e di compromettere seriamente il suo futuro».
E poi ci sono le minacce alla «vita umana» - anche queste parole arrivano a poche ore dalla discussa sentenza della Cassazione sull'eutanasia - e alla «famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna» minano la «stabilità» della «società del nostro tempo» e compromettono «il suo futuro». Principi, quelli del «rispetto della vita umana e l'attenzione da prestare alle esigenze della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna», che non sono «solo cattolici, ma valori umani comuni da difendere e tutelare, come la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato». Su questo punto interviene anche monsignor Bagnasco, che definisce vita e matrimonio «valori non negoziabili», ovvero «non riconducibili al processo di secolarizzazione e di relativizzazione». Per questo, insiste il presidente della Cei, «la parola dei pastori non potrà essere assente, sarà una parola chiara, ferma e rispettosa, protesa anzitutto a ribadire i principi non negoziabili». Perciò è chiaro: i vescovi non taceranno su questioni tanto fondamentali.

© Copyright Libero, 19 ottobre 2007

Nessun commento: