21 novembre 2007

Nuovo lezionario liturgico, Mons. Betori: "Nuova traduzione, dodici anni di lavoro e molteplici apporti ecumenici e interreligiosi"


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CHIESA E SCRITTURE

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Betori: nuova traduzione, dodici anni di lavoro e molteplici apporti ecumenici e interreligiosi

DA ROMA MIMMO MUOLO

Dodici anni di lavoro pre­paratorio. Oltre 2.300 e­mendamenti da parte dei vescovi (due terzi dei quali accolti nella stesura definitiva), apporti di carattere ecumenico e interreligioso. Il tutto finaliz­zato alla stesura di una tradu­zione della Bibbia, «più sicura nei confronti con gli originali; più coerente nelle dinamiche interne; più comunicativa nei confronti della cultura con­temporanea » e soprattutto «più adatta alla proclamazione nel contesto liturgico».
Così mon­signor Giuseppe Betori ha pre­sentato ieri a Roma il testo del­la III edizione della Bibbia del­la Cei, che sarà in libreria a par­tire da metà gennaio, nel for­mato «da chiesa» e nella se­conda metà del 2008 in quello manuale.
Il segretario generale della Con­ferenza episcopale italiana ha preso parte, infatti, al Conve­gno nazionale dei delegati dio­cesani per l’ecumenismo e il dialogo, che in questi giorni sta prendendo in esame il tema «Parola di Dio ed ecumeni­smo ». E il rapporto è emerso chiaramente anche dal suo in­tervento. Specie quando il ve­scovo ha ricordato che «è stato chiesto un confronto sulla tra­duzione del Nuovo Testamento alla Federazione delle Chiese E­vangeliche d’Italia», mentre «al­tre osservazioni, relative alla traduzione del Pentateuco, so­no state richieste alla presiden- za dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia».
La maggior parte del lavoro, na­turalmente, è stata condotta da un gruppo di biblisti cattolici, che ha lavorato dal 1988 al 2000, sotto la guida del Consiglio per­manente della Cei. Successiva­mente il testo è passato all’esa­me dei vescovi e quindi ha ri­cevuto – per espressa richiesta di papa Ratzinger – la recogni­tio
della Santa Sede anche nel­le parti non destinate all’utiliz­zazione liturgica.
La nuova traduzione (che giun­ge dopo quelle del 1971 e del 1974 e si è resa necessaria in se­guito alla pubblicazione della Nova Vulgata) ha cercato di mantenere «per quanto possi­bile – ha fatto notare Betori – u­na terminologia religiosa spe­cifica, per cui si è deciso di la­sciare termini come Verbo”, “Paraclito”, “Parasceve”». Cor­regge poi «inesattezze, incoe­renze ed errori della traduzione del 1971-74», ma al pari di que­ste si preoccupa di rendere il te­sto in buon italiano, curando anche il ritmo della frase (ci si è avvalsi perciò della collabora­zione di valenti italianisti).
Il vescovo ha presentato alcu­ne delle più significative modi­fiche. Per il libro di Ester si è de­ciso di offrire sia la traduzione dal greco, sia quella dall’ebrai­co. Per il libro del Siracide, in­vece, si è scelto di tradurre il te­sto greco lungo. «Lungi da me, Satana», diventa «Va’ dietro a me, Satana» (nel vade retro, infatti, non c’è l’idea dell’allonta­namento, ma l’invito rivolto da Gesù a Pietro a smettere di fare il 'Satana' e a porsi invece nel corretto atteggiamento del di­scepolo che segue il maestro). Così nel Padre Nostro l’attuale «non indurci in tentazione», di­venta (ma solo nella proclama­zione liturgica, non nella pre­ghiera, che resta per il momen­to invariata) «non abbando­narci alla tentazione» che – ha spiegato Betori – «contiene sia la richiesta di essere preservati dall’entrare nella tentazione, sia di essere soccorsi quando si è nella tentazione». Così il saluto dell’angelo a Maria è stato tra­dotto con «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te», ri­spetto al vecchio «Ti saluto, o piena di grazia» (anche qui la preghiera dell’Ave Maria resta invariata). Infine il passaggio del «rimprovero» di Gesù a Tommaso non è più: «Perché mi hai veduto, hai creduto: bea­ti quelli che pur non avendo vi­sto crederanno!», bensì «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno vi­sto e hanno creduto!».

© Copyright Avvenire, 21 novembre 2007

A proposito del "Rallegrati Maria", fra poco nel blog sara' trascritto un bellissimo intervento del Santo Padre, grazie al contributo di Luisa :-)
R.


LO SCENARIO

Apostolato biblico mai così forte in Italia

Mai nella storia si è assistito in Italia ad un così ampio movimento popolare nei confronti della Bibbia. Quasi tutte le diocesi hanno esperienze bibliche popolari ed oltre la metà dispone di un settore organico di promozione, chiamato Apostolato biblico. Lo ha ricordato ieri al Convegno dei delegati diocesani per l’ecumenismo don Cesare Bissoli, dell’Università Salesiana di Roma. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario generale della Società Biblica in Italia, Valdo Bertalot, secondo cui, «questa è una stagione di grazia, in quanto i cristiani di tutte le confessioni si ritrovano intorno alla Parola di Dio».
Numerosi, infatti, sono i progetti di traduzione interconfessionali e molto larga è la loro diffusione.
Tuttavia molto resta da fare. «Il contatto diretto e continuo con la Bibbia – ha ricordato don Bissoli – non raggiunge nemmeno il 10% della popolazione». Perciò bisogna continuare l’impegno. Anche nelle traduzioni. Attualmente, su 6.500 lingue parlate nel mondo, solo 500 hanno la versione completa della Bibbia, mentre altre 2.500 posseggono solo alcune parti dei due Testamenti.

© Copyright Avvenire, 21 novembre 2007

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Trovo molto bello a proposito del "rallegrati" il commento che il santo padre fece durante un'omelia in una parrocchia romana il 18 dicembre 2005. Marco

Anonimo ha detto...

Grazie Marco :-))