11 novembre 2007
La grande svolta dell'Osservatore Romano: più collaboratrici donne (una di loro è ebrea)
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Approfitto per fare i miei complimenti al Direttore Vian ed al Vicedirettore Di Cicco: l'Osservatore e' cambiato molto e sono particolarmene colpita dagli articoli, dalle interviste e anche dalle esclusive che sono stati pubblicati. Oltre agli articoli citati da Luigi Accattoli, mi permetto di segnalare anche l'intervista al numero due della Chiesa Ortodossa Russa: Il Metropolita Kirill (Patriarcato di Mosca) all'Osservatore Romano: "È il tempo del disgelo fra Ortodossi e Cattolici".
Raffaella
Anna Foa, figlia del dirigente comunista Vittorio, diventa una firma del quotidiano. Previsto l'arrivo di donne in redazione
«Osservatore Romano», la prima collaboratrice ebrea
Luigi Accattoli
CITTA' DEL VATICANO — «Vedere il mio nome in quelle pagine dalla grafica austera mi ha fatto impressione. Per una come me, ebrea e di tutt'altra formazione, questa collaborazione è una sfida culturale. Immagino che mi apprezzino come una voce di differenza e spero di essere all'altezza di una testata tanto seria»: così Anna Foa — ebrea che insegna Storia alla Sapienza, figlia del dirigente comunista Vittorio Foa e pronipote del rabbino- capo di Torino — commenta l'uscita del suo primo articolo sull'Osservatore
Romano.
Alla domanda se la sua sarà una «collaborazione fissa» la studiosa risponde che non sa: «Sono stata invitata a collaborare, per ora non c'è altro. E quell'invito mi ha fatto piacere».
L'articolo di esordio s'intitola «I tortuosi percorsi della memoria» ed è una recensione del libro «Brutti ricordi», contenente saggi di vari autori (Ephraim Kleim, Anita Shapira, Pierre Vidal-Naquet) sulle espulsioni forzate dei palestinesi dal territorio di Israele nel 1948-1949. La Foa tratta dell'apparente rimozione dalla memoria collettiva di Israele di quelle espulsioni eseguite manu militari: del ricordare, dimenticare, ricordare e dimenticare di nuovo un fatto che non è mai stato un «segreto».
E' la prima volta che l'Osservatore ospita una firma ebrea? «E' difficile dire questo, dato che il nostro giornale ha 146 anni di storia.
Ospitalità eccezionali possono esservi state, ma è probabile che sia la prima volta che una voce ebrea viene invitata a dare una collaborazione culturale»: è la risposta di Giovanni Maria Vian, che dirige il quotidiano vaticano dal 27 ottobre.
Che obiettivo si propone il nuovo Osservatore Romano?
«C'è l'intenzione — risponde Vian — di aprire la testata a un dibattito culturale vivo e ampio, con respiro internazionale e a tale scopo è indispensabile che vengano ospitate voci autorevoli, di varia provenienza, portatrici di quel respiro».
In due settimane il quotidiano vaticano ha vistosamente cambiato aspetto: più sobrio nella grafica, con meno pagine e meno foto, non ha più le «testatine» dedicate a Roma e all'Italia, pubblica molti contributi culturali e interviste sul fatto del giorno. Per esempio intervista il vescovo Bregantini il giorno del suo trasferimento da Locri-Gerace a Campobasso.
Tra le novità anche l'apertura alla collaborazione delle donne. Già il primo giorno era ospitato un lungo articolo di Maria Encarnación Gonzalez, direttrice dell'Ufficio delle Cause dei santi della Chiesa di Spagna (si era alla vigilia della beatificazione di 498 martiri della guerra civile). Ieri oltre all'articolo di Anna Foa ce n'era un altro della giurista Patrizia Clementi sui presunti privilegi economici e fiscali della Chiesa cattolica in Italia. In altri giorni si sono viste le firme di Lucetta Scaraffia, Sandra Isetta, Maria Maggi, Irene Iarocci. E' stata pubblicata una recensione dell'ultimo lavoro della poetessa milanese Alda Merini, «Canto di una creatura» (editore Frassinelli).
Il direttore Vian e il vicedirettore Carlo Di Cicco prevedono di potenziare il sito Internet del quotidiano, di ridurne il formato, di assumere dei redattori donna, di ampliare la rosa dei collaboratori alla «migliore intellighenzia cattolica del mondo ».
Ma l'ottica — precisa Vian — non sarà mai esclusivamente cattolica: «Come si vede dal libro recensito da Anna Foa, ci interessano anche i problemi del mondo, non solo quelli della Chiesa» .
© Copyright Corriere della sera, 11 novembre 2007
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