22 aprile 2008

Paolo Carozza tasta il polso di questa America «travolta» e «stregata» da Benedetto XVI (Avvenire)


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PIETRO E IL MONDO

«Sì, Benedetto XVI ha sorpreso l’America»

DI ALBERTO SIMONI

La sorpresa, lo stupore e la speranza.
E un grazie che risuona forte. Dalla Casa Bianca al Palazzo dell’Onu.
Dalle strade invase di gente a Washington, al silenzio carico di commozione di Ground Zero. L’America ha atteso Benedetto XVI. E lui l’ha sorpresa. «Le aspettative di questo viaggio erano molte e alte. Ma il Pontefice è riuscito ad andare oltre. A stupire. A superare con il suo messaggio qualcosa di già inaspettato».

Paolo Carozza giurista alla Notre Dame University nell’Indiana, uno dei più prestigiosi atenei cattolici degli Stati Uniti, tasta il polso di questa America «travolta» e «stregata» da Benedetto XVI. Colpita da qualcosa che non si aspettava.

«La gente lo ha atteso. E lui ha parlato a loro e con loro. Come un pastore. Dalla preghiera per le vittime degli abusi sessuali, sino al discorso alle Nazioni Uniti, il Papa ha elevato il senso del discorso parlando all’uomo», spiega.

È quello che ha colpito le migliaia di persone che lo hanno visto, e i milioni di statunitensi che lo hanno seguito in tv. Un Papa che ha dato del 'tu' agli americani, sia a coloro che lo seguono come fedeli, sia a quanti lo osservano con sguardo ideologico e che oggi vacillano nel loro scetticismo.

Benedetto XVI si è sintonizzato subito sulla lunghezza d’onda di questa nazione multiculturale che sbandiera la libertà, ma talvolta ne dimentica l’essenza. Che elogia la vita, ma la sopprime pure con gli strumenti della legge. Patibolo, esecuzioni, iniezioni letali. Termini che fanno parte dell’America, di un modo radicato nelle origini di concepire il rapporto fra esistenza e giustizia. «Ma le cose stanno cambiando – dice Carozza ostentando un pizzico di ottimismo per il futuro –. Ma per avere la meglio sulla cultura della morte, bisogna spostare la battaglia sul campo dell’educazione, non su quello politico. Perché la pena di morte qui da noi non è qualcosa di astratto, ma è un tema molto concreto ed è da contestualizzare nella storia». «Molti – spiega il giurista – ora capiscono che la pena di morte non è in linea con i principi della tutela di ogni vita umana». Il Papa, anche se l’argomento in sé è rimasto fuori dall’agenda almeno a livello pubblico, ha ribadito una cosa importante.

«Il compito della Chiesa è educare, la Chiesa è mater e magistra.

Ed è da qui, dall’affermazione dei principi saldi e immutabili che dipende ogni cosa». La forza dell’educazione ai principi e ai valori; la voglia di intraprendere un cammino culturale che è allo stesso tempo una sfida pesante ma decisiva; la vergogna per lo scandalo dei preti pedofili.

Ecco l’eredità del viaggio di Benedetto XVI negli States, secondo Carozza. Se la vergogna per gli scandali sessuali e la preghiera con le vittime restano il segno eclatante, «sono la concretezza e la purezza del richiamo ai principi che resteranno». Oltre ai gesti semplici e toccanti.

Come la preghiera nel cratere lasciato dalle Torri Gemelle.

Luogo simbolo della nuova era, connubio di angoscia e certezza. Di paura e di fiducia cieca nel potere americano.

«Pregando davanti a quel cero, il Papa ha incarnato la speranza, ha ridato alla nostra Nazione la forza di andare avanti, di superare le contraddizioni scoppiate nel post 11 settembre», spiega Carozza. Agli statunitensi che hanno seguito le Messe del Santo Padre e lo hanno guardato nelle strade di Washington e lungo la Fifth Avenue resteranno le emozioni. Come anche nell’animo di chi ha accolto il Pontefice negli Usa. Come George W. Bush. Il presidente «cristiano­rinato », che il Washington Post ha definito «il più cattolico» di sempre, ha rotto schemi e tradizioni e si è recato personalmente a riceverlo alla base di St. Andrews dove la delegazione vaticana è sbarcata proveniente da Roma. «A prima vista si poteva dire che l’incontro nel South Lawn della Casa Bianca aveva una valenza politica. I repubblicani hanno bisogno del voto dei cattolici nell’anno elettorale e altre considerazioni del genere», racconta il professore. «Ma poi bastava osservare lo sguardo di Bush per capire che c’è qualcosa di più. Chi conosce il presidente sa che la sintonia con Benedetto XVI è totale su moltissimi temi». Come la libertà religiosa.

Insufficiente per entrambi relegarla solo alla dimensione più intima; la fede trova una realizzazione viva e completa quando si fa pubblica. «È lì – spiega Carozza ripercorrendo il discorso del Pontefice alle Nazioni Unite – che si svela la pienezza dell’essere umano. Il Papa è stato chiaro e diretto quando ha ricordato che se non si parte da questo dato è difficile riconoscere il senso stesso della libertà». Purtroppo però, riconosce il giurista che è anche presidente della Commissione inter-americana sui diritti umani, «non tutti hanno afferrato i profondi riferimenti che il Santo Padre ha fatto quando ha parlato di diritti umani, soprattutto dinanzi all’Assemblea dell’Onu.

Il New York Times si è limitato a scrivere che “Benedetto XVI ha affermato i diritti umani”. Travisando. Perché il Papa non solo li ha affermati ma ha criticato come questi vengono declinati secondo uno schema relativista».

La sfida educativa passa però non solo dal Palazzo di Vetro o dalla Casa Bianca. Fonda invece le sue chance di successo nella formazione dei giovani, nelle università e nelle scuole. E qui il richiamo del Papa agli atenei cattolici è stato impegnativo e – ricorda Carozza – «severo. Ma giusto.
Non basta l’etichetta cattolico per vantare un’educazione di quel tipo. Ha toccato un nervo scoperto, e da professore sono contento. Ci ha ridato speranza».

© Copyright Avvenire, 22 aprile 2008

1 commento:

euge ha detto...

Mi chiedo perchè tanto stupore!!!!! Da molto tempo ormai andiasmo ripetendo che Papa Benedetto XVI ha un carisma del tutto personale che non habisogno di telecamere per giungere alla mente ed al cuore della gente.
Nonostante, il successo di questo viaggio dopo quelli della Turchia e del Brasile, c'è ancora chi si ostina a non voler vedere e a non capire. Peccato, si peccato...... perchè purtroppo queste persone rinchiuse nel loro ostinato oscurantismo, non sapranno mai, quali insegnamenti e quanto le dolci e ferme parole del Papa, possono aiutare ogni essere umano a confrontarsi con se stesso e con la propria spiritualità ( quella vera ).
Grazie Santo Padre per tutto quello che ci ha donato in questi giorni e che il nostro affetto e vicinanza, le siano sempre vicini in un fraterno abbraccio.