3 agosto 2008

Il ritorno dei ragazzi veronesi da Sydney: «Quante emozioni» (Noro)


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GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ. Sono di nuovo a casa i 150 ragazzi veronesi che erano volati in Australia per l’incontro con papa Benedetto XVI

Il ritorno dei Papa-boys «Quante emozioni»

«Esperienza di fede ma anche divertimento e conoscenze con coetanei di tutto il mondo». Dopo Sydney, lavori sociali nella comunità di Brisbane

Ilaria Noro

Hanno toccato nuovamente il suolo italiano alla spicciolata, divisi in quattro gruppi, dopo oltre 20 di volo. Si è conclusa ieri la grande avventura dei 150 Papa-boys veronesi partiti per Sydney il 13 luglio per partecipare alla Giornata mondiale della Gioventù.
Stanchi, frastornati dal fuso orario ma felici e soddisfatti delle settimane nell’altro emisfero, i giovani hanno riabbracciato genitori e amici e sono arrivati a casa, portandosi dietro, oltre ai gadget scambiati con gli amici di tutto il mondo, un bagaglio di fede ma anche di ricordi divertenti.
«Sono entusiasta di questa esperienza. Mi ha permesso di accrescere la mia fede ma anche la conoscenza di tanti giovani. Di quelli provenienti da ogni parte del globo ma anche all’interno del gruppo veronese. Quando sono partita non conoscevo che una decina di persone.
Ora molte di più, una sorta di grande famiglia», commenta Gideci Semprebon, 20 anni, impegnata nel servizio civile a Sommacampagna, mentre ripercorre i momenti della Veglia con Benedetto XVI, il profondo silenzio e tutto l’ippodromo illuminato dalla luce tremula di migliaia di lumini.
«Rispetto al bagaglio che avevo quando sono partito, in valigia per il ritorno ho aggiunto qualche felpa del rugby che mi hanno regalato alcuni giovani a Sydney, un sombrero proveniente dalle isole Cook e qualche spilletta da Canada e Stati Uniti.
Ognuno di questi oggetti ha un valore particolare perché mi ricorda una persona diversa e il momento in cui ci siamo conosciuti», racconta Thomas Bazzani di Rosaro, 19 anni, studente in Psicologia, rimasto positivamente sorpreso dall’organizzazione impeccabile del viaggio. «La prova del nove è stata all’uscita dall’ippodromo dove si è svolta la veglia. Eravamo un fiume di persone eppure non un ritardo nei mezzi di trasporto pubblici o un rallentamento», spiega.
Spiritualmente ed emotivamente indimenticabili, per i Papa-boys veronesi, sono state le giornate di Sydney, ma a sentire i loro racconti il divertimento non è stato da meno nei giorni che hanno seguito la Gmg. Dopo la prima settimana a Sydney, infatti, la carica dei 150 ha fatto rotta verso Brisbane, comunità gemellata con la parrocchia veronese. Qui il gruppo, sistemato in un ostello in grandi camerate da 30, ha visitato la natura incontaminata dei parchi nazionali e conosciuto la comunità cattolica della città, formata in larga parte da immigrati italiani. «Feste ne abbiamo fatte parecchie ma la più divertente è stata quella al Fogolar Furlan, organizzata dagli immigrati del Friuli. Tengono molto alle loro origini e sono attenti a mantenerle. Anche la messa viene celebrata in italiano.
Unica eccezione è il cibo. La cena è stata a base di carne cotta al barbecue, con le salsine tipiche del luogo», racconta Filippo Ballarini, 26 anni, di Valgatara. «La calda accoglienza che ci hanno riservato mi ha quasi stupito, è stato emozionante». Oltre che modello «Turisti per caso», però, i ragazzi veronesi sono stati impegnati anche in esperienze sociali e addirittura lavorative. Giovedì 24 luglio, infatti, la comunità di Brisbane ha organizzato la «Giornata con il sociale» e i giovani si sono cimentati in diversi lavoretti. «Dall’assistenza ai barboni alle visite negli ospizi, da qualche ora come garzone di fruttivendolo alla pizzeria, ognuno di noi è stato impegnato. Ed è stato interessante perché ci siamo resi conto di come funziona la vita laggiù, che è diversa eppure uguale».

© Copyright L'Arena, 2 agosto 2008

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