2 agosto 2008
La prima visita di Joseph Ratzinger in Alto Adige risale al 1967: ricordi
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La prima visita in Alto Adige risale al post Concilio. Nella biografia scrive: «Lanciai un segnale d’allarme sul cambiamento in atto nel clima interno alla Chiesa»
La prima visita documentata di Joseph Ratzinger in Alto Adige risale al 1967. Siamo nell’immediato post-Concilio, a pochi mesi dall’anno simbolo della contestazione giovanile (il Sessantotto). Ratzinger è professore universitario da dieci anni e in quel periodo insegna Dogmatica e Storia dei Dogmi all’università di Tubinga. Sono gli anni in cui il teologo bavarese trova quella sua impostazione nei confronti della Chiesa e del mondo che caratterizzerà il suo pensiero e la sua azione anche da papa. Scrive lui stesso nella sua biografia del 1977 ("La mia vita"): «Se al ritorno in patria dal primo periodo conciliare mi ero sentito ancora sostenuto dal sentimento di gioioso rinnovamento che regnava ovunque, provavo ora una profonda inquietudine di fronte al cambiamento che si era prodotto all’interno del clima ecclesiale ». «Un clima- continua- che era ormai sempre più evidente».
E aggiunge: «In una conferenza sul vero e falso rinnovamento della Chiesa, tenuta presso l’università di Münster, cercai di lanciare un primo segnale d’allarme, che però non fu quasi per nulla notato». Avrebbe avuto l’occasione, in seguito, di lanciarne ancora molti di segnali d’allarme.
A Bressanone, nel 1967, parla in due relazioni dell’immagine del prete in base alle affermazioni del Nuovo Testamento e ai decreti del Concilio. Ad ascoltarlo, nella biblioteca barocca del seminario, una cinquantina di rettori di seminario provenienti da tutta l’area europea di lingua tedesca. Anche a causa del clima turbolento di quegli anni, Joseph Ratzinger accetta di buon grado, nel 1969, la chiamata alla cattedra di Dogmatica a Ratisbona. Quegli anni (dal 1968 al 1976) corrispondono più o meno al periodo in cui il professore, assieme al fratello Georg e alla sorella Maria, trascorre le sue vacanza presso l’albergo Albero Verde di Bressanone, presso la famiglia Stremitzer.
A quel tempo il fratello "famoso" è ancora don Georg, il quale dal 1964 è stato chiamato a succedere a Theobald Schrems come maestro della cappella del Duomo di Ratisbona e quindi come direttore dei celeberrimi "Piccoli cantori della Cattedrale di Ratisbona" (Regensburger D omspatzen).
Ma nel 1977 Joseph Ratzinger viene nominato e consacrato vescovo di Monaco e Frisinga, erede di san Corbiniano, il quale era stato ordinato controvoglia ed era finito a Roma accompagnato da un orso. Lo stesso anno viene creato cardinale, come si conviene ad un arcivescovo di Monaco. Poche settimane dopo lo troviamo a Bressanone in compagnia di mons. Elmar Maria Kredel, da poco nominato arcivescovo di Bamberga. Questa volta Ratzinger, e così in seguito, è ospite del Seminario maggiore e viene accolto solennemente dalle note festanti della banda cittadina.
Ricorda don Johannes Messner, canonico e memoria storica del Duomo: «Il cardinale celebrava quotidianamente la messa nella cappella delle suore, all’interno del Seminario maggiore. La domenica, quando non presiedeva la celebrazione in Duomo, soleva sedere con il fratello e la sorella nella navata, nella prima fila di banchi, ai piedi del monumento al principe- vescovo Johannes Geisler.
La domenica pomeriggio, poi, occupava regolarmente lo stesso posto per la recita del rosario. Più di ogni altra cosa mi colpì proprio questa sua presenza al rosario, la sua partecipazione a una così tradizionale forma di devozione. Il cardinale Ratzinger assisteva inoltre regolarmente ai concerti che si tenevano in Duomo o nella chiesa del Seminario». A proposito di musica, nel 1990 il cardinale fu chiamato a tenere una relazione in occasione di un simposio sulla musica corale polifonica che fece discutere per le sue affermazioni a proposito della musica pop e rock. Le frequentazioni altoatesine di papa Benedetto XVI non si limitano comunque alla città vescovile. Nel 1977, ad esempio, lo troviamo a Pietralba e a San Romedio, nel 1992 a Montemaria in val Venosta, nel 1995 in visita alla chiesa parrocchiale di Valdurna assieme a don Karl Gruber, nel 1998 nell’Oltradige e in Bassa Atesina, nel 2001 in valle Aurina, nel 2004 è a colloquio con l’ex presidente Cossiga. Lo stesso anno Siegfried de Rachewiltz lo accoglie a castel Tirolo da cui poi il futuro papa discende, ironia della sorte, alla piccola ed antica chiesa di San Pietro a Quarazze. Il viaggio da San Pietro di Quarazze a San Pietro in Vaticano sarebbe durato solo pochi mesi.
Dallo speciale di Alto Adige
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