2 ottobre 2008

La Chiesa e i media un rapporto da rafforzare (Osservatore Romano)


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I lavori della plenaria delle Conferenze episcopali europee a Esztergom

La Chiesa e i media un rapporto da rafforzare

Esztergom, 1.

Contro ogni forma di discriminazione e intolleranza nei confronti dei cristiani in Europa e nel mondo, urge una presa di responsabilità da parte dei media.

L'analisi è emersa dai lavori dell'assemblea plenaria dei presidenti del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (Ccee), che si è aperta a Esztergom, in Ungheria, con la prolusione dell'arcivescovo di Esztergom-Budapest, presidente della Conferenza episcopale dell'Ungheria e presidente del Ccee, il cardinale Péter Erdo.
Durante l'incontro sono stati presentati i risultati dell'indagine sul tema monografico "Chiesa e media" che ha coinvolto le assemblee nazionali dei vescovi, dalla quale è emerso in sintesi, la necessità di curare maggiormente il rapporto con gli organi di informazione e di promuovere investimenti nel settore della comunicazione al fine di "contribuire a trasmettere un'immagine di Chiesa autentica e non una sua maschera".
In occasione dell'apertura della plenaria, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha inviato il messaggio di saluto di Papa Benedetto XVI ai presuli. "Il Santo Padre è stato contento di essere stato informato del prossimo incontro dei presidenti delle Conferenze episcopali d'Europa, che si terrà a Esztergom dal 30 settembre al 3 ottobre 2008 - è scritto - e manda i suoi cordiali saluti a tutti i partecipanti. Visto che uno dei primi argomenti trattati sarà la relazione tra la Chiesa e i media, Egli incoraggia ciascuno di voi a fare il migliore uso possibile delle opportunità a disposizione per disseminare la Parola di Dio alla gente dei vostri rispettivi Paesi".
Nel messaggio si afferma inoltre: "In quest'anno dedicato all'apostolo san Paolo, che ha espresso la verità del Vangelo in termini accessibili a un largo e variegato pubblico, i "moderni areopaghi" meritano un'attenzione particolare da parte dei pastori della Chiesa. Sua Santità prega specialmente perché vengano trovate vie per guidare le persone impegnate nei media a essere ancor più "rispettose della verità dell'informazione e della dignità della persona umana" (Ecclesia in Europa, 63), affinché il loro messaggio possa realmente contribuire alla costruzione del regno di Dio sulla terra. Raccomandando tutti voi all'intercessione materna di Nostra Signora dell'Europa, il Santo Padre cordialmente impartisce la sua Apostolica Benedizione".
In particolare, i risultati dell'indagine sono basati sulle riposte a cinque quesiti specifici contenuti in un questionario, date da ventitrè Conferenze episcopali. A presentarli è stato il vescovo di Gap, presidente della Commissione degli episcopati europei per i media (Ceem), Jean-Michel di Falco Leandri. Al quesito se tramite i media "esistono fenomeni di calunnie-diffamazioni-incitamento all'odio contro la Chiesa, contro i cristiani e contro il cristianesimo" i vescovi hanno fra l'altro risposto dimostrando come questi, talvolta, appaiono come veri e propri attacchi sulla Chiesa e le sue attività. Alla seconda domanda, "se esistono mezzi giuridici per la difesa davanti alle calunnie e se funzionano" le risposte hanno fatto emergere come in quasi tutti i Paesi esistono leggi o istituzioni preposti alla tutela della retta informazione.
Al terzo quesito su "Esempi di "esperienze positive" di come la realtà della Chiesa è presentata nei media", i presuli hanno replicato affermando che in generale la periodicità di notizie sulla Chiesa e di esperienze positive è maggiore rispetto a quelle negative. Tuttavia, si rileva che lo spazio accordato alle attività della Chiesa e la qualità delle informazioni fornite dipendono molto dalla capacità di un dialogo diretto e personale con i giornalisti e dalla disponibilità di vescovi e uffici stampa a rispondere ai loro interrogativi.
E ancora, alla quarta domanda su "Quale è l'atteggiamento-reazione della Chiesa davanti ai media" quasi tutte le Conferenze episcopali sono state unanime nel dichiarare come sia necessario avere un atteggiamento positivo con i media, tentando di entrare in dialogo e dimostrando grande disponibilità di fronte alle loro richieste. Peraltro l'indagine sottolinea che si è riscontrato un miglioramento nei rapporti con i media laddove le organizzazioni episcopali investono molto nella comunicazione. Infine, su "Cosa bisognerebbe fare a livello europeo" sono state indicate una serie di proposte, tra cui, l'incremento nel lavoro pastorale dell'uso dei mezzi di comunicazione sociale; la promozione di una cultura mediatica cattolica a livello europeo. In concreto, tra l'altro, è stata avanzata l'idea di istituire una scuola unica europea di formazione al giornalismo cattolico e di realizzare un'emittente a livello continentale.
Una sezione dell'apertura è stata anche dedicata alla tutela della vita. Nel suo intervento l'arcivescovo di Freiburg im Breisgau presidente della Conferenza episcopale di Germania, Robert Zollitsch, ha ribadito il "no" alla ricerca con le cellule staminali embrionali poiché essa presuppone l'uccisione di embrioni. Il presule ha osservato che nel campo della difesa della vita, la Chiesa cattolica si è sempre impegnata in maniera particolare. E ha aggiunto: "Grazie alla possibilità della ricerca scientifica sugli embrioni umani si aprono però ambiti nuovi in cui si deve esigere che la vita umana sia difesa. In questo contesto la ricerca sulle cellule staminali dell'embrione umano rappresenta un problema particolare, dal momento che queste cellule vengono ricavate al prezzo della morte degli embrioni".

(©L'Osservatore Romano - 2 ottobre 2008)

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