5 luglio 2007

Tre anni di prova per la Messa tridentina


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(ASCA) - Citta' del Vaticano, 5 lug - Quasi certamente sabato prossimo il Vaticano rendera' pubblica la disposizione con la quale Benedetto XVI concedera' per i prossimi tre anni la possibilita', a chi lo volesse, di poter partecipare alla messa celebrata secondo il rito tridentino. Si tratta della messa in latino secondo il rito stabilito da san Pio V, celebrata dai sacerdoti con le spalle ai fedeli, fino al 1965, quando nella prima domenica di quaresima entro' in vigore il nuovo rito approvato da Paolo VI per dare seguito alla riforma liturgica conciliare. All'apparenza puo' sembrare un nostalgico ritorno all'indietro, ma una valutazione completa della disposizione papale sara' possibile solo con una lettura integrale del ''Motu proprio'' e della lettera firmata da Papa Ratzinger per accompagnare il documento inviato a tutti i vescovi cattolici del mondo. Qualche fonte vaticana sostiene che la lettera del papa non e' meno importante del documento stesso poiche' spiega i motivi pastorali di una scelta che ha sempre causato molte dispute nell'ambito cattolico tra i progressisti e i conservatori. Da quanto l'Asca ha potuto apprendere l'iniziativa di Papa Ratzinger non punta a un ritorno al passato, ma cerca di sbloccare una situazione di stallo tuttora esistente tra progressisti e conservatori su un nervo scoperto della Chiesa: la liturgia. Benedetto XVI non punta a indebolire la riforma conciliare, ma intende accompagnare piu' dolcemente tutti, anche i piu' nostalgici del passato (la punta di diamante di questa sensibilita' si trova tra i seguaci di mons.Lefebvre che sono giunti a consumare uno scisma) dal vecchio rito al nuovo rito. Accogliere infatti il nuovo rito senza demonizzare quello precedente, crea le condizioni per una piu' facile ricomposizione ecclesiale tra i fedeli legati all'antico e quelli piu' sensibili alla modernita'. Il rito tridentino (e non la semplice messa in latino che non e' stata cancellata neppure dal nuovo rito conciliare, anzi e' prevista in alcune specifiche circostanze) non sostituira' affatto percio' la messa nelle lingue moderne introdotta dal Concilio vaticano II che continuera' e restera' la messa tipica della chiesa cattolica.
Semplicemente sara' prevista la possibilita', per quei gruppi di fedeli che lo volessero e che capiscono il latino, la possibilita' di partecipare alla messa secondo il vecchio rito che non sara' piu' guardato con sospetto.
L'iniziativa di Benedetto XVI non riguarda solamente ne' principalmente i seguaci di Lefebvre: con costoro infatti le condizioni per una ricomposizione dello scisma restano invariate: possibilita' di celebrare la messa secondo il rito tridentino, ma accoglienza piena di tutta la dottrina contenuta nel Concilio Vaticano II, compreso il nuovo rito. Infatti se ai cattolici conciliari si richiede di non guardare con sospetto al vecchio rito, ai cattolici nostalgici si chiede di smettere la loro ostilita' e le loro accuse di apostasia nei confronti del nuovo rito voluto da Paolo VI. Benedetto XVI e' sempre stato convinto, anche da teologo, vescovo e cardinale, della bonta' della riforma liturgica conciliare,ma ha sempre pure avanzato riserve su alcuni metodi troppo decisi che hanno dato l'impressione di voler liquidare anche il valore positivo e religioso della tradizione con la quale per tanti secoli si e' espressa la preghiera della Chiesa.
Ora tenta di ricucire questo strappo, senza tuttavia concedere nulla agli anticonciliari. E ha dato un segno di non voler imporre una decisione solitaria su un tema che pure ha avuto particolarmente a cuore. Nei giorni scorsi il direttore della Sala Stampa vaticana aveva informato i giornalisti della riunione di 13 cardinali e vescovi rappresentanti di vari paesi del mondo messi al corrente del documento e della lettera del Papa. In quella riunione dove lo stesso pontefice si era intrattenuto per un'ora a dialogare con i partecipanti, sostanziali obiezioni non sono emerse. Comune ai vescovi invece, la preoccupazione, accolta da papa Benedetto, di regolarizzare la celebrazione del vecchio rito, senza sfasciare il delicato equilibrio pastorale che si e' ormai costituito nelle parrocchie di tutto il mondo specialmente con la celebrazione domenicale partecipata secondo il rito rinnovato dal concilio. E in questo senso ha preso forza la decisione di riaprire al vecchio rito per un tempo limitato e sperimentale di tre anni. Al termine del quale i vescovi dovranno riferire le esperienze in base alle quali a Roma si prendera' una decisione definitiva. ''Non bisogna affatto considerare il ripristino della messa in latino, come una prova del tradizionalismo del papa - ha scritto su Repubblica il notissimo antropologo Rene' Girard, favorevole ed estimatore della messa in latino -. Il suo conservatorismo e' una forzatura, un grottesco luogo comune.
Che cosa ha fatto di conservatore Ratzinger da quando e' divenuto papa? Nulla. Finora ha dato solo prova di lucidita', di saggezza ed elasticita' mentale, alleggerendo molte delle problematiche che affliggono la Chiesa''.
Con tutta probabilita' i testi che saranno pubblicati sabato prossimo daranno conferma di questo stile di papa Ratzinger, forza tranquilla ancorata certamente alla tradizione cattolica, ma aggiornata senza equivoci ai documenti conciliari e alle disposizioni dei papi che ne hanno promosso l'applicazione.

2 commenti:

euge ha detto...

Sulla validità dei testi del Motu Proprio, non ho alcun dubbio!!!!!!!

Eugenia

Anonimo ha detto...

Dopo un articolo ignobile come quello di melloni (dire in particolare che il Papa voglia esautorare i vescovi è una falsità abnorme in quanto il Papa li ascolta uno ad uno, li cerca, si confronta, dialoga, ricorda sempre i loro compiti fondamentali... ), finalmente un'articolo serio e pacato che fa capire come non si voglia sconvolgere la Chiesa, ma semmai dare la possibilità di usufruire di un grande tesoro come è stato definito da Bertone pochi giorni fa. Credo che si stia muovendo da parte dei media e così facendo di parte della sensibilità pubblica poco informata oltre che magari non credente, un polverone per nulla. Aspetto di leggere il testo del Papa e così capiremo tutto. Anch'io tuttavia ho qualche perplessità basata non sul rito tridentino in sè, ma sull'effetto che potrà avere l'avere due tipi di messe. Sono sicuro che i miei dubbi troveranno una soluzione. Ciao a tutti, marco.