5 luglio 2007

Messa tridentina: precisazioni sul Messale


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Rassegna stampa del 5 luglio 2007

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Il Vaticano: già tolta l'espressione «perfidi giudei». Sabato il testo del Papa

di Luigi Accattoli

CITTA' DEL VATICANO — Tornando il vecchio messale torna anche la vecchia preghiera del venerdì santo «per i perfidi giudei»? La questione è stata posta con clamore dal britannico The Independent ma viene negata in Vaticano con due argomenti: già il vecchio messale — del 1962 — non aveva più l'espressione «perfidi giudei»; l'uso ampliato che sta per esserne autorizzato copre tutto l'anno liturgico con esclusione del «triduo pasquale», cioè del giovedì, venerdì e sabato della «settimana santa ».
Il quotidiano britannico aveva un titolo tranciante: «Si teme una spaccatura della Chiesa mentre il papa appoggia il ritorno dell'antisemitica messa in latino». Il servizio parlava di una divisione tra cattolici consenzienti e critici e attribuiva a questi ultimi — che avrebbero trovato appoggio nel cardinale primate Cormac Murphy- O'Connor — il «timore» di un rigurgito antisemita a motivo del ritorno della vecchia preghiera.
La questione è esplosa ieri e ha provocato interpellanze dei giornalisti agli uffici vaticani che dichiaravano di non potere «né confermare né smentire» perché «il testo del motu proprio papale è ancora riservato ». Sarà pubblicato sabato. Dalle prime parole latine si intitola «Summarum Pontificum » e sarà accompagnato da una lettera di Benedetto XVI ai vescovi del mondo. Secondo le indiscrezioni sul testo raccolte dall'agenzia francese «I.Media», i vescovi dovrebbero di norma autorizzare nelle parrocchie della loro diocesi la celebrazione di una sola messa preconciliare ogni domenica o giorno festivo, ma con esclusione esplicita del «triduo pasquale», che prevedeva la preghiera «antisemita».
Se è esatta questa indiscrezione, il rischio «antisemita» è scongiurato in radice. Ieri era sostanzialmente confermata dalle fonti vaticane, ma con le reticenze d'uso per un testo coperto da segreto.
L'altro argomento — che si basa sul testo del messale che ora «torna» — non soffre di alcuna reticenza: a essere «liberalizzato » (cioè non più sottoposto all'autorizzazione del vescovo diocesano, che finora poteva anche negarla) è l'uso del vecchio rito secondo il messale fatto pubblicare da Giovanni XXIII nel 1962, che già non conteneva più l'aggettivo «perfidi». Tuttavia nell'insieme la preghiera «emendata» dal Papa «buono» restava quella di sempre e oggi risulterebbe ingiuriosa per gli ebrei: essa è infatti intitolata «Preghiera per la conversione degli ebrei», chiede che «quel popolo » venga liberato dall'«accecamento» e sia «sottratto alle sue tenebre». Con la riforma di Paolo VI, andata in vigore nel 1969, la preghiera ha l'intestazione «per gli ebrei» e chiede semplicemente che il Signore «li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza».

© Copyright Corriere della sera, 5 luglio 2007


La liturgia del Venerdì Santo
Quella preghiera dal VII secolo


La preghiera per la «conversione» dei «perfidi giudei» risale al VII secolo ed è stata usata con quell'aggettivo nella liturgia del Venerdì Santo fino a Giovanni XXIII. Il «messale» del 1962 toglie il «perfidi» e un'altra espressione che faceva riferimento alla «giudaica perfidia» ma mantiene il resto della preghiera, che viene a suonare così: «Preghiamo per gli ebrei: perché il Signore nostro Dio tolga il velo dai loro cuori in modo che possano conoscere il nostro Signore Gesù Cristo.
Dio Onnipotente ed eterno, che non scacci dalla tua misericordia neanche gli ebrei, ascolta le nostre preci, che ti rivolgiamo per l'accecamento di quel popolo, affinché riconosciuta la verità della tua luce, che è il Cristo, sia sottratto alle sue tenebre».

© Copyright Corriere della sera, 5 luglio 2007

2 commenti:

Cristiano ha detto...

Buongiorno a tutti:-) Giustamente Euge si è ribellata contro chi vuole far passare per anti-semita il Santo Padre. Io credo che le stesse preci di cui si parla negli articoli, aproposito e a sproposito, anti-semite non siano. "Non si tòllera piú che la Chiesa cattolica possa esprímersi sulla propria identità e sulla propria fede, che essa non impone a nessuno, ma che esprime e difende". Così si espresse l'allora Cardinal Ratzinger in una intervista. Sciaguratamente la mentalità di molti, anche gente di Chiesa, è proprio quella di imporre la propria fede a tutti, anche a chi non la vuole, con un proselitismo suadente e strisciante. Da qui l'esigenza di un credo che vada bene “per tutte le stagioni”. E io dico che i veri antisemiti sono gli “ecumenisti”di questa risma, quelli che “attraverserebbero la terra e il mare per un solo proselito”, e si muniscono di una fede che non è niente di più che “love and neighbourhood”!

euge ha detto...

Grazie Cristiano per aver evidenziato il mio disagio è una definizione di Benedetto XVI che proprio non accetto!!!!!!!!!!!!

Eugenia